
Salernitana, bicchiere mezzo vuoto: preoccupa la Dia dipendenza
Sprazzi di buona intensità e una ripresa volitiva non sono bastati alla Salernitana per conquistare i primi tre punti stagionali ed esorcizzare la pareggite granata che turba i sonni di patron Iervolino. Un onesto ed operaio Frosinone è riuscito nell'impresa di uscire invitto dall'Arechi, cimento, a dirla tutta, non poi così arduo in questi tempi magri della Bersagliera. Un punto, un brodino neanche troppo caldo per i palati sofferenti dei tifosi, che devono ancora una volta rimandare il primo hurrà stagionale in campionato. A riprova che i maggiori problemi in occasione del rovescio casalingo contro il Torino risiedessero nella coppia centrale di centrocampo e nel primo terminale offensivo, ecco i cambi iniziali proposti da Sousa contro il Frosinone.
Le chiavi del centrocampo campano sono state stasera affidate all'inedito duo Martegani-Maggiore, con la non troppo celata intenzione del tecnico lusitano di velocizzare la manovra e i tempi delle giocate nella zona nevralgica del campo, in una gara che non poteva non essere impostata in ottica propositiva. Il ruolo di centravanti, invece, è gravato inizialmente sulle spalle di Jovane Cabral, falso nueve di Guardiolana memoria, per poi essere ricoperto dal nigeriano Ikwuemesi, incarnazione perfetta del centravanti di sfondamento di un tempo lontano. A dire il vero anche Sant'Antonio Candreva ha provato, a tratti, ad inventarsi prima punta, andando a riempire l'area e proponendosi per ricevere spalle alla porta per poi tentare girate fulminee poco fortunate.
I problemi della scorsa gara si sarebbero confermati inesorabilmente anche stasera, con buona pace dei cambi di Sousa e dei tentativi di quest'ultimo di rivitalizzare il gioco e la produzione offensiva della spuntata Salernitana d'annata. Questa volta la produzione offensiva dei granata sarebbe aumentata sensibilmente e, specie nella ripresa, vi sono state fasi di gioco in cui i laziali sono stati messi alle corde dagli uomini del tecnico portoghese costretti a ripiegare con esterni di attacco e centravanti dietro la linea della palla, per limitare il palleggio e il ritmo di un cavalluccio marino che era, grazie al pari di Cabral, ritornano rampante. A preoccupare non poco l'ambiente salernitano non sarebbe tanto la pure asfittica classifica, bensì un dato temuto e, a quanto pare, già materializzatosi appieno: la dipendenza della fase offensiva da Boulaye Dia, unico bomber di mestiere presente in rosa.
Il Senegalese, con il maliano Lassana Coulibaly, costituisce una assenza pesantissima per questa squadra, orfana di alternative pronte ed affidabili, a causa di un poco lungimirante e troppo azzardato calciomercato estivo. Non sono credibili ad oggi le candidature di Ikwuemesi e Botheim, mentre Trivante Stewart al momento sarebbe improponibile. Cabral, candidato favorito per l'Oscar della sfortuna con tre legni in tre partite, si sta dimostrando invece giocatore vero, un prospetto di campioncino che, crescendo in fiducia e condizione, potrà davvero aiutare la causa della Bersagliera, specie se potrà innescare un vero centravanti come Dia, e duettare con lui in velocità.
Sul banco degli imputati, però, stasera andrebbe messa un po' tutta la retroguardia granata, mai parsa sicura e trasmettente una costante sensazione di vulnerabilità di fronte ai non irresistibili avanti gialloblù. Anche Ochoa non parrebbe essere quello dello scorso anno ed il miracolo su Cheddira nascerebbe da una mancata uscita nell'area piccola, limite già palesato dal messicano lo scorso anno. Ripartire da una linea difensiva pluri perforata ed affermare che la stessa fosse affidabile al punto da non acquistare un centrale esperto e forte di testa è davvero poco condivisibile, come pure affrontare la serie A con soli cinque centrocampisti puri, di cui due sono Maggiore e Bohinen, non proprio fulmini di guerra che sprizzano di salute.
De Sanctis potrebbe avere azzardato troppo stavolta e non resterebbe che confidare nei rientri di Coulibaly e Dia e soprattutto che quest'ultimo non abbia perso la vena realizzativa dello scorso campionato, altrimenti gennaio sembrerebbe sempre più tremendamente lontano. Unica nota positiva della serata è stata la reazione del secondo tempo, dove la Salernitana è finalmente apparsa più squadra e soprattutto un gruppo che non voleva rassegnarsi ad un nuovo passo falso, segnali di vitalità da confermare ad Empoli mercoledì, prima di un turno casalingo quasi proibitivo contro la lanciatissima Inter di Inzaghi.







