
Tanti interrogativi per il futuro, l'aspetto principale è la mancata programmazione
I due salti all'indietro della Salernitana che nel giro di due stagioni è finita in serie C lasciano tanti interrogativi per il futuro. Innanzitutto perchè ancora non riusciamo a farcene una ragione visto che eravamo tutti convinti che la sponda salvezza non potesse essere tanto distante. Certo cambiare quattro allenatori in una stagione se non è un record poco ci manca. Ma l'aspetto più singolare e significativo non sono le guide tecniche cambiate bensì la mancata programmazione che, vivaddio, la società aveva sbandierato ai quattro venti. E dopo la retrocessione dalla serie A si ipotizzava quel cambio di passo che la splendida tifoseria granata si aspettava. Per carità nessuno pretendeva la luna ma una salvezza anche risicata, dopo tante avversità in una stagione francamente da dimenticare non poteva non essere un obiettivo da centrare. Alla luce del fatto che anche altre squadre di B erano alla portata dei granata, forse anche più deboli. Invece c'è stato quel punto in meno in classifica che ha scombussolato i piani portando la Salernitana a disputare il play out per salvare la categoria.
Un mese fa era Frosinone - Salernitana, poi l'harakiri del Brescia per problemi amministrativi ha portato le rondinelle al terzultimo posto in classifica ed è tornata dagli inferi dove era finita, retrocessa in C, la Sampdoria (che combinazione, vero amici di Lega di serie B e Federazione Gioco calcio...) che, dunque si doveva battere con i granata per mantenere la categoria. E tutto ciò è avvenuto addirittura il mese successivo, questo di giugno, con i blucerchiati sfavoriti contro i granata. Si perchè la squadra affidata a Marino (quarto sergente di stagione...) aveva dalla sua due risultati su tre. Ma psicologicamente era a terra perchè c'era stato l'avversario cambiato e le varie vicissitudini che è inutile elencare ma che hanno riportato in C dopo 10 anni la nostra beneamata Bersagliera con le due sconfitte di Genova e dell'Arechi.
Insomma tante avversità, colpa anche di una società granata che doveva muoversi prima, che doveva avere la forza di andare avanti in un certo modo, cercando anche nelle guide tecniche alternatisi un tecnico capace di arrivare alla salvezza. Non c'è stato ed ora si riparte dalla terza serie, quella serie C che francamente questa splendida ed impareggiabile tifoseria assolutamente non merita. Anche se Iervolino fa il mea culpa non si rende conto che ha mandato in tilt una tifoseria che lo aveva osannato quando era arrivato ma ora lo critica per questa clamorosa retrocessione.







