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tmw / salernitana / Editoriale
L'Arechi ritrova la fame: Salernitana, anno zero per rinascereTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 00:00Editoriale
di Giovanni Santaniello
per Tuttosalernitana.com

L'Arechi ritrova la fame: Salernitana, anno zero per rinascere

La Salernitana ha chiuso la stagione 2024-2025 al 16º posto in Serie B, posizione che l'ha condotta ai playout poi persi, determinando la retrocessione in Serie C. L’ennesima retrocessione che, a prima vista, potrebbe sembrare la fine di un sogno. Eppure, per chi conosce davvero la storia granata, sa bene che questo club ha sempre avuto nel DNA la capacità di trasformare le tragedie in trampolini di lancio.

Ma stavolta c'è qualcosa di diverso. La scelta di Giuseppe Raffaele come nuovo allenatore, dopo la sua esperienza positiva con l'Audace Cerignola, rappresenta una filosofia precisa: non si tratta di una nomina di ripiego, ma di una scommessa intelligente su un tecnico che conosce la Serie C come le sue tasche e che ha dimostrato di saper costruire squadre competitive anche con budget limitati.

La Salernitana che riparte dalla Serie C nel 2025 non è la stessa che vi militava negli anni bui pre-Lotito. È una società che ha assaggiato la Serie A, che ha vissuto l'ebbrezza di battere squadre blasonate all'Arechi, che ha costruito un rapporto simbiotico con una piazza che sa essere tanto esigente quanto generosa.

Questa retrocessione, paradossalmente, potrebbe rappresentare il reset di cui la società (che ha sbagliato tantissimo) aveva bisogno. Via le pressioni eccessive, via i mercati faraonici promessi e mai mantenuti. Ora c'è solo un obiettivo: vincere per tornare dove la Salernitana merita di stare.

Il modello Raffaele: il calcio pragmatico

Giuseppe Raffaele non è un nome che fa sognare i tifosi, non è il colpo ad effetto che accende l'immaginazione. È qualcosa di molto più prezioso: è la garanzia di un calcio onesto, di una squadra che lotta su ogni pallone, che sa soffrire e che costruisce la propria forza sull'identità collettiva piuttosto che sui singoli talenti.

Il suo Cerignola era tutto questo: una macchina da guerra mentale prima che tecnica, capace di trasformare ogni partita in una battaglia dove l'atteggiamento contava più del blasone degli avversari. È esattamente quello di cui la Salernitana ha bisogno per riconquistare prima la fiducia in se stessa, poi la categoria superiore.

La Serie C che non spaventa: quando la gavetta diventa forza

Il mercato granata si è concluso con oculatezza, anche se si poteva e si doveva fare ancora meglio. Ma c’è ancora la possibilità di prelevare qualche svincolato utile alla causa. Non più acquisti roboanti ma spesso inadeguati, bensì profili funzionali al progetto tecnico.

La Serie C di oggi non è più il purgatorio calcistico di un tempo. È un campionato competitivo, con piazze importanti e stadi che sanno riempirsi di passione autentica.

Se c'è una certezza nel nuovo corso granata, è che l'Arechi (e il Volpe durante i lavori di ristrutturazione) tornerà ad essere quello che è sempre stato: un fortino inespugnabile. In Serie C, con una tifoseria che avrà voglia di rivedere il calcio giocato con passione e determinazione, lo stadio di Salerno può diventare il fattore decisivo per una stagione da protagonisti.

Non sarà facile convincere i tifosi scettici, quelli che hanno vissuto troppe delusioni negli ultimi anni. Ma se c'è una cosa che unisce tutti i salernitani, è l'amore incondizionato per questi colori. E questo amore, in Serie C, può valere punti pesanti.

La profezia che si autoavvera: perché la Salernitana tornerà subito in B

Non è ottimismo cieco, ma una analisi lucida: la Salernitana ha tutti gli ingredienti per dominare il proprio girone di Serie C. Ha una società che speriamo abbia tratto qualche insegnamento dai suoi errori passati, un allenatore che sa cosa significa vincere in questa categoria, una piazza che sa trasformare la rabbia in energia positiva.

Soprattutto, ha la fame di chi ha toccato il fondo e sa che l'unica direzione possibile è verso l'alto. Questa volta la Salernitana non partirà con l'ansia di dover mantenere una categoria, ma con la determinazione di chi deve riconquistare ciò che ha perduto.