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Medford: "Giocai poco a Foggia ma sono stato nella miglior epoca della serie A"

ESCLUSIVA TMW - Medford: "Giocai poco a Foggia ma sono stato nella miglior epoca della serie A"TUTTO mercato WEB
© foto di Marucci
lunedì 4 maggio 2020, 15:30Serie A
di Lorenzo Marucci

In Costa Rica è diventato un allenatore di successo. Hernan Medford è passato dall'Italia come una meteora, al Foggia nella stagione '92-93. Attaccante veloce, sembrava perfetto per quella macchina da gol costruita da Zeman. Eppure anche se giocò solo un pugno di partite senza lasciare il segno, Medford ricorda volentieri quell'esperienza: "Sono arrivato in Italia - racconta a Tuttomercatoweb.com - nella miglior epoca del vostro calcio. Giocare lì è stato molto bello, in un Foggia che aveva giocatori di assoluto valore come Petrescu, Kolyvanov, Bryan Roy. In quel momento per un calciatore della Costa Rica era un autentico sogno. Mi ricordo ancora il debutto a San Siro contro il grande Milan. Perdemmo solo uno a zero e io entrai nel secondo tempo".

Che ricordo ha di Zeman e dei suoi allenamenti?
"Grande tecnico, duro, serio ma di valore. Tra gli allenatori che ho avuto è stato il più attento di tutti alla disciplina".

Come mai lei non riuscì a fare di più nel Foggia?
"Ero spesso anche impegnato nella Nazionale e non era facile trovare continuità in una squadra peraltro collaudata. Feci solo un gol, a Brescia ma perdemmo 4-1, su un campo pesantissimo per la gran pioggia. Ma ripeto, sono stato molto felice di essere stato nel campionato italiano, in quel periodo così ricco di campioni".

In città a Foggia come si è trovato?
"Benissimo, gente speciale che allo stadio ti dava sempre una carica e una spinta fuori dal comune".

I ricordi più belli della sua carriera?
"Aver giocato due Mondiali. Ad Italia '90 segnai il gol decisivo contro la Svezia, quello che ci permise di accedere agli ottavi. Ricordo quel contropiede verso la porta di Ravelli. Avevo un po ' di tensione addosso, mancavano due minuti alla fine della partita ma riuscii a restare freddo. Aver partecipato poi anche al mondiale 2002 è stata una soddisfazione enorme. Come tecnico invece per ora credo che il traguardo più bello sia stato arrivare terzo col Saprissa al Mondiale per club dove perdemmo dal Liverpool. E' stato un risultato storico".

Continua a seguire il nostro campionato?
"Sì vedo qualche partita, non è come ai miei tempi ma è di buon livello. La Juventus è ancora in testa e Cristiano Ronaldo resta un fenomeno. Il Foggia invece non riesco a seguirlo molto ma finchè era in B provavo a vederlo".

Lei, diceva, oggi fa l'allenatore...
"Sì, chiusa la carriera da calciatore ho intrapreso quella di tecnico. Ho guidato anche la nostra nazionale del Costa Rica e poi pure quella dell'Honduras. Ora alleno la sqaudra del Club Sport Cartagines (a Cartago, vicino a San José, ndr) ma in questo periodo ci siamo fermati a causa del coronavirus. Abbiamo ripreso con gli allenamenti individuali e tra oggi e domani dovremmo riprendere a lavorare in gruppi da sette. Se tutto va bene in quindici giorni si riprende il campionato. Lo spero perchè ho vinto finora otto titoli e quest'anno voglio arrivare a nove".

Quali sono oggi i talenti in Costa Rica?
"Io resto sempre molto legato a Keylor Navas portiere che ha vinto tutto col Real Madrid e ora è al Paris Saint-Germain. Lo feci debuttare io a diciotto anni nel Saprissa. E sono affezionato anche a Bryan Ruiz che ho avuto in nazionale".

Tra i giovani tra gli altri si parla di Manfred Ugalde, attaccante del 2002
"E' un goleador, ha un gran futuro davanti a sè. Ha tecnica, si è fatto apprezzare parecchio e ha anche già debuttato in nazionale".

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