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L'Arabia Saudita non è l'unica minaccia al calcio europeo. Anche il Qatar fa sul serio

L'Arabia Saudita non è l'unica minaccia al calcio europeo. Anche il Qatar fa sul serioTUTTO mercato WEB
venerdì 15 settembre 2023, 08:30Serie A
di Gaetano Mocciaro

L'estate del 2023 sarà ricordata per l'irruzione decisa dell'Arabia Saudita nel mercato del calcio. Benzema, Neymar, Kanté, Mané, Milinkovic-Savic solo per fare alcuni nomi. L'obiettivo, dichiarato, quello di entrare nella Top 10 mondiale e c'è già chi pensa che il livello generale, grazie al numero delle grandi stelle, sia persino superiore a quello della Ligue 1. Eppure la minaccia saudita rischia di non essere l'unica per il calcio europeo: Emirati Arabi e Qatar sono mercati che non possono essere ignorati e il primo grande segnale che si è avvertito in Italia è il trasferimento di Marco Verratti all'Al Arabi.

L'italiano è l'ultimo in ordine cronologico di un mercato che ha visto spostarsi in direzione Doha giocatori come Philippe Coutinho, Rodrigo e Mateus Uribe, quest'ultimo cercato dalla Lazio. "L'organizzazione della Coppa del Mondo è stata un grande successo e da allora molti abitanti si sono appassionati a tutto ciò che riguarda lo sport o il calcio. Del resto il Paese è diventato la capitale dello sport mondiale e ospita i suoi più grandi tornei" riferisce il collega Rawad Mezher di Alkass Sports.

In passato hanno raggiunto il Paese fuoriclasse al crepuscolo della carriera, quali Gabriel Batistuta, Romario, Marcel Desailly, Pep Guardiola, Juninho, Raul, Samuel Eto'o, Stefan Effenberg, Wesley Sneijder e Xavi. Il Qatar dopo la Coppa del Mondo ha deciso di ringiovanire il suo campionato di calcio, seguendo un progetto simile in Arabia Saudita. Anche qui c'è un limite stranieri: ne sono ammessi 7, due dei quali devono avere meno di 21 anni.

"La situazione differisce leggermente tra l'Arabia Saudita e il resto dei paesi del Golfo, principalmente a causa della grande popolazione dell'Arabia Saudita, che accelera l'avanzamento del progetto" fa sapere Mezher. Tuttavia, la Federcalcio del Qatar e il suo successore alla guida stanno lavorando instancabilmente per elevare la Lega del Qatar e il calcio del Qatar nel suo insieme. Ciò è stato evidente durante la stagione in corso con l'introduzione di nuovi regolamenti e l'ingaggio di giocatori di alto profilo.

Se da una parte il fondo sovrano dell'Arabia Saudita è intervenuto in modo massiccio su 4 squadre (Al Ittihad, Al Ahli, Al Hilal e Al Nassr), il Qatar Investment Fund non investe direttamente nei club. Tuttavia, fa sapere Mezher: "I club ricevono un sostanziale sostegno dallo Stato, che è impegnato nello sviluppo dello sport e dei giovani nel Paese. I budget dei club sono generalmente generati dalle entrate delle sponsorizzazioni e delle trasmissioni televisive, dalle donazioni degli enti di sostegno e da alcuni investimenti esteri".

Verratti, Coutinho, Rodrigo, Uribe sono il preludio a quanto accadrà nel prossimo futuro. A breve intanto dovrebbe arrivare anche Julian Draxler.

"Il nostro obiettivo in Medio Oriente non è competere con l'Europa per il titolo di migliore. Aspiriamo semplicemente a raggiungere i nostri obiettivi sconfinati. Abbiamo le capacità necessarie e meritiamo di essere tra i migliori, ed è questo il messaggio che vogliamo trasmettere all'opinione pubblica italiana ed europea. Abbiamo un profondo amore per il calcio, sia italiano che europeo, e siamo ansiosi di sviluppare il calcio nella nostra regione sfruttando la conoscenza e l'esperienza che abbiamo acquisito da loro nel corso degli anni. La nostra ambizione è essere in prima linea, proprio come tutte le persone ambiziose al mondo" precisa Mezher.

Intanto, il mondo arabo sta raccogliendo i primi frutti: "Il Qatar ha organizzato con successo una storica Coppa del Mondo, mentre l'Arabia Saudita ha ottenuto una notevole vittoria contro il campione del mondo dell'Argentina. La stella della Premier League è un arabo. Il cittadino arabo ha un profondo amore per il calcio, con centinaia di migliaia di persone che viaggiano ogni anno per guardare le partite europee e sostenere le loro stelle preferite. Perché non portare queste stelle nel mondo arabo in modo che quante più persone possibile possano testimoniare il loro talento e contribuire allo sviluppo del nostro calcio?

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