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TMW RADIO - Cacia: "Spero in una chiamata, ma non escludo di smettere"

TMW RADIO - Cacia: "Spero in una chiamata, ma non escludo di smettere"TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it
martedì 11 febbraio 2020, 20:11Serie A
di TMWRadio Redazione
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Daniele Cacia, attaccante, sulla sua carriera, su alcuni suoi ex compagni di squadra e allenatori e sul suo futuro. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Daniele Cacia, attaccante attualmente svincolato, ospite di TMW Radio durante 'Stadio Aperto':

Speri in una chiamata?
“Mi alleno tutti i giorni, non nascondo che capitano dei momenti in cui preferisco stare con i bambini. Provo a essere al 100% della forma ma non è facile quando lavori da solo, cerco comunque di farmi trovare pronto. È giusto sperare in una chiamata a luglio,  il mondo del calcio è talmente strano che può succedere di tutto al contrario, ma oggettivamente mi sembra impossibile. Piuttosto che andare in un posto in cui non ti senti a tuo agio è meglio stare a casa con la famiglia. Non ho voglia di fare buchi nell'acqua”. 

L'ultima esperienza a Piacenza?
“Volevo fare almeno altri due anni e allungare la carriera, ma paradossalmente tornando lì me la sono accorciata. Speravo che le cose andassero diversamente, ma evidentemente è destino". 

A quale allenatore sei rimasto più legato?
"Ne ho avuti tanti e con alcuni mi ci sento ancora. Uno a cui mi sento più legato è Beppe Iachini: a 21 anni con lui sono esploso. È anche ascolano e io ho giocato ad Ascoli, lo ricordo ancora oggi con tanta simpatia. È una persona che stimo, mi piace e ha idee. Non escluderei neanche Mandorlini, con cui a Verona ho vinto la classifica marcatori con 24 gol. Ma posso citare anche Tedino e Diego Lopez, una grande persona”. 

Ti definiscono un bomber di categoria: è più un orgoglio o un rammarico?
“Se non sono riuscito a fare in Serie A quello che ho sempre fatto nelle altre categorie qualcosa ho sbagliato. Faccio un po’ di autocritica prima. Poi ci sono altri aspetti, per esempio quando potevo arrivare in Serie A era un calcio diverso. C’erano altri attaccanti: Toni, Inzaghi, Di Natale, Vieri, Del Piero, Totti e tanti altri. Senza mancare di rispetto ai giocatori attuali, c’era altra qualità. Oggi se togliamo Immobile faccio fatica a trovare un altro attaccante italiano importante a livello internazionale. Spicca anche per numeri, è l’unico, poi ci sono Belotti, Insigne, Petagna o Zaza. C’è poco. Poi qualche infortunio al momento sbagliato mi ha frenato, per esempio prima di andare alla Fiorentina avevo tanti club importanti su di me ma sono dovuto rimanere fermo 6-7 mesi". 

Con la Fiorentina hai segnato anche un gol internazionale...
"Emozionante, è stato bello. Entro e faccio gol col Rosenborg, poi la partita seguente ho fatto l'esordio in A all'Olimpico con la Roma".

Orsolini l'hai conosciuto giovanissimo ad Ascoli...
"Aveva 18 anni ed era palese che avesse qualità superiori. Inizialmente in A ha avuto delle difficoltà, mentre adesso a Bologna sembra che abbia trovato la sua dimensione". 

A Verona hai giocato anche con Jorginho...
​​​​​​​"Non ricordo quanti anni avesse, forse 22, ma già si capiva che sarebbe arrivato in un top club. Era forte palla al piede, vede la giocata, ha personalità e non ha paura. Infatti ora giustamente è al Chelsea". 

Sulla Serie C: 
"La C non è calcio, è un'altra cosa. Per fortuna, senza disprezzare chi ci ha sempre giocato, ci ho fatto solo una breve parentesi all'inizio e alla fine della mia carriera. Non ci sono strutture, i campi sono impraticabili e trovare degli stimoli diventa complicato. Sotto quasi tutti gli aspetti è un campionato disastroso. Ho ricevuto chiamate fino a pochi giorni fa, ma sono stato coerente e non ho accettato". 

Ti aspettavi una carriera simile da Nainggolan?
"Si me lo aspettavo, era già un fenomeno a Piacenza a 16 anni. Appena lo abbiamo visto ci siamo chiesti da dove fosse venuto fuori. Scherzando mi aspettavo anche che continuasse a essere così fumantino, perché ha da sempre avuto un carattere stravagante. Lo conosco ed è un bravo ragazzo. Non dà fastidio a nessuno, ha una sua mentalità e gli piace divertirsi. La sua forza è stata proprio il tipo di vita che vuole fare".

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