
Il 'Caso Catania': quando la giustizia riscrive l'intero calcio. 22 anni dopo, si vuole evitare
"Caso Catania è l'espressione con cui si identifica un accadimento giudiziario del 2003, originato da sentenze relative al campionato calcistico di Serie B e sfociato in riforme strutturali dell'intera piramide italiana e della giustizia sportiva": recita così Wikipedia, in merito a delle controversie di inizio nuovo millennio che hanno portato a novità nel mondo del calcio, a seguito dei vari episodi di cronaca relativi a calciatori squalifica per la prima squadra ma scesi in campo con le formazioni giovanili al netto dello stop ricevuto.
Una situazione che vide una serie di ricorsi e controricorsi - per farla il più breve possibile - attraverso i quali il Catania voleva evitare la retrocessione in Serie C, e che portarono a uno sciopero del campionato di Serie B dopo le lungaggini burocratiche che coinvolsero poi anche la giustizia ordinaria. E portarono la FIGC, a seguito di un intervento del Consiglio dei Ministri, a deliberare per l'annullamento delle retrocessioni per la sola stagione 2002-2003: l'organico della nuova Serie B risultò quindi esteso a 24 compagini, con la seguente disposizione, in via del tutto eccezionale per il campionato 2003-2004, di 5 promozioni dirette in Serie A con 3 retrocessioni dalla stessa.
Perché ricorrere a tutto questo? Perché quando ci sono problematiche burocratiche, i rischi che qualcosa di eclatante accada sussistono sempre. Ed è quello che potrebbe accadere adesso dopo che in Serie B si è visto rinviare a data da destinarsi il playout tra Salernitana e Frosinone, a seguito della penalità da scontare nel campionato 2024-25 che arriverà al Brescia, e che riscriverà la classifica spendendo in C le Rondinelle: ciociari salvi, e campani sì agli spareggi salvezza ma con la Sampdoria, che per il momento sarebbe retrocessa. La situazione non è però così semplice: si dovrà infatti attendere l'udienza di primo grado e la successiva conclusione del tutto, ma se ci saranno motivazioni stringenti non verrà consentito al Brescia di appellarsi ai successivi gradi di giudizio in tempi celeri. Lega B e FIGC, infatti, si prenderanno la responsabilità e il rischio di far subito disputare il playout.
Difficilmente, però, patron Massimo Cellino starà fermo a guardare, e la sensazione è che andrà poi successivamente ai vari gradi di giudizio, che dovranno quindi deliberare nei prossimi il mesi tutto. Sia chiaro, ripetiamo che al momento non ci sono certezze, ma solo "l'incubo" che qualcosa di simile a quanto accaduto 22 anni fa possa ripetersi.
Una situazione che vide una serie di ricorsi e controricorsi - per farla il più breve possibile - attraverso i quali il Catania voleva evitare la retrocessione in Serie C, e che portarono a uno sciopero del campionato di Serie B dopo le lungaggini burocratiche che coinvolsero poi anche la giustizia ordinaria. E portarono la FIGC, a seguito di un intervento del Consiglio dei Ministri, a deliberare per l'annullamento delle retrocessioni per la sola stagione 2002-2003: l'organico della nuova Serie B risultò quindi esteso a 24 compagini, con la seguente disposizione, in via del tutto eccezionale per il campionato 2003-2004, di 5 promozioni dirette in Serie A con 3 retrocessioni dalla stessa.
Perché ricorrere a tutto questo? Perché quando ci sono problematiche burocratiche, i rischi che qualcosa di eclatante accada sussistono sempre. Ed è quello che potrebbe accadere adesso dopo che in Serie B si è visto rinviare a data da destinarsi il playout tra Salernitana e Frosinone, a seguito della penalità da scontare nel campionato 2024-25 che arriverà al Brescia, e che riscriverà la classifica spendendo in C le Rondinelle: ciociari salvi, e campani sì agli spareggi salvezza ma con la Sampdoria, che per il momento sarebbe retrocessa. La situazione non è però così semplice: si dovrà infatti attendere l'udienza di primo grado e la successiva conclusione del tutto, ma se ci saranno motivazioni stringenti non verrà consentito al Brescia di appellarsi ai successivi gradi di giudizio in tempi celeri. Lega B e FIGC, infatti, si prenderanno la responsabilità e il rischio di far subito disputare il playout.
Difficilmente, però, patron Massimo Cellino starà fermo a guardare, e la sensazione è che andrà poi successivamente ai vari gradi di giudizio, che dovranno quindi deliberare nei prossimi il mesi tutto. Sia chiaro, ripetiamo che al momento non ci sono certezze, ma solo "l'incubo" che qualcosa di simile a quanto accaduto 22 anni fa possa ripetersi.
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