
Meulensteen: “Alla Samp un anno folle, tra minacce e contestazioni. Potrei scriverci un libro”
Melle Meulensteen, centrocampista oggi in forza ai Go Ahead Eagles, è tornato a parlare della sua esperienza alla Sampdoria in un’intervista a Voetbal International. Le sue parole, riprese da Corner Sampdoriano, offrono uno spaccato dei momenti più difficili della travagliata stagione blucerchiata.
“Con tutti quei continui cambi di allenatore era impossibile trovare stabilità” ha raccontato. “I compagni mi dicevano: Una cosa del genere non ti capiterà mai più. Una notte hanno fatto esplodere petardi sotto casa mia, sul muro è comparsa la scritta Guardatevi le spalle. Dopo lo 0-3 col Frosinone siamo rimasti bloccati tre ore nello spogliatoio, poi hanno persino lanciato pietre al pullman. Ho pensato: Adesso è davvero troppo”.
Meulensteen ha ricordato anche la presenza di Roberto Mancini: “È venuto a vedere qualche allenamento, ma non aveva un ruolo attivo”. Poi il racconto sulla retrocessione momentanea: “È successo in trasferta, per fortuna. Se fosse accaduto a Genova, la situazione sarebbe degenerata. Il club ci ha obbligati a restare, ci dissero: Potete lasciare la città solo quando lo decidiamo noi”.
Non sono mancati momenti di tensione con la tifoseria: “La società aveva accordato un incontro con gli ultras durante un allenamento. Ci hanno insultati, ci hanno fatto togliere le maglie perché per loro non eravamo degni. A quel punto abbiamo deciso di interrompere gli esercizi. Era troppo”.
Nonostante tutto, il lieto fine è arrivato: “Alla fine ci siamo salvati ed è stato fantastico. Potrei scriverci un libro”.
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