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FOCUS | L’eclettismo tattico e i giovani: il calcio secondo Luca GottiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 4 luglio 2022, 10:00Primo Piano
di Daniele Izzo
per Acspezianews.it

FOCUS | L’eclettismo tattico e i giovani: il calcio secondo Luca Gotti

Tra tesi, idee e dogmi: conosciamo più approfonditamente il profilo del nuovo allenatore dello Spezia

Farinata e muscoli, non più gratin polesano e riso di Delta del Po. Liguria, non più Veneto. La Spezia e non più Adria. Si spera per lungo tempo. Luca Gotti, di professione allenatore, ha abbandonato la pace dei giardini Scarpari per tornare a lottare al centro del verde rettangolo. O meglio, in panchina. Ha accettato la proposta dello Spezia, si è sentito lusingato, e ora dovrà raccogliere la penna che fu di Thiago Motta, e di Italiano prima ancora, e cominciare a scrivere. Non parole, ma calcio.

PROFILOLuca Gotti, nato ad Adria nel 1967, si è avvicinato al calcio nelle serie dilettantistiche e lì, dopo la bellezza di ventidue anni d’attività, ha appeso le scarpette al chiodo. Contarina, San Donà e Caerano sono state le tappe di una carriera sudata tra i campi di provincia. L’apice lo toccò nella stagione 1993-94, quando con i biancoazzurri raggiunse la Serie C2. A 31 anni iniziò, quindi, la carriera da allenatore. Partì dai giovanissimi del Milan, poi iniziò a girare lo stivale. Pievigina, Bassano, Reggina (primavera), Italia under 17, Treviso e Triestina: da nord a sud, Gotti ha conosciuto diverse realtà, sperimentato la sua idea di calcio e tastato le emozioni che solo una panchina sa dare. Il Cagliari, nel 2010, è stata l’occasione giusta per conoscere Roberto Donadoni. E, soprattutto, prendere confidenza con il ruolo di vice. La collaborazione con l’ex stella Milan durò fino al 2018 e produsse buoni risultati sulle panchine di Parma e Bologna. Dipoi toccò a Maurizio Sarri. Il tecnico toscano lo volle con sé al Chelsea e quell’esperienza, conclusasi con la vittoria dell’Europa League, gli permise di tornare in Italia, all’Udinese. In Friuli Venezia Giulia, trampolino di lancio della sua seconda vita da allenatore, iniziò come secondo di Tudor, ma il 1° novembre 2019, a seguito dell’esonero del croato, assunse compiti da prima guida tecnica. In quell’annata condusse i bianconeri a un decoroso 13° posto, guadagnando 45 punti. La stagione seguente, un altro check-point raggiunto: 14° posto e nuova salvezza conquistata. La conferma arrivò senza indugi ma, suo malgrado, durò poco. Il 7 dicembre 2021 Gotti venne sollevato dall’incarico. E così arriviamo ai giorni nostri, alla firma con lo Spezia

IDEE: I GIOVANI “Calciatori e processi di formazione professionale nel confronto europeo”. Così si intitola la tesi con la quale Luca Gotti, nell’anno accademico 2006/07, si è laureato a Coverciano. Il centro del trattato sono i giovani. Grazie a molteplici ricerche, numeri e una sequela quasi infinita di statistiche, Gotti ha prodotto un’analisi, minuziosa e approfondita, sull’utilizzo dei giovani calciatori nel calcio europeo. Mettendo a paragone i più importanti campionati d’Europa in relazione a tale tema, il tecnico di Adria è giunto a questa conclusione: “Se la struttura dei campionati in Italia rimarrà quella odierna, appare evidente che le società andranno alla ricerca di correttivi specifici per migliorare la propria competitività in termini formativi. Lo scouting sul mercato italiano ed internazionale che sta evolvendo negli ultimi anni per la ricerca di ragazzi da inserire nelle ultime fasce giovanili è una delle direzioni, così come la richiesta di allenatori e responsabili di alto livello da specializzare nel perfezionamento dei ragazzi che si apprestano ad entrare nelle prime squadre”. Il che lo ha condotto, da ultimo, ad affermare che “l’ultimo problema da superare sarà infine quello che, anche da noi, i giovani che lo meritano realmente, abbiano la possibilità di ritagliarsi degli spazi adeguati nei palcoscenici più prestigiosi”. Scritto, fatto. In uno di quei nodi che il filo rosso che rappresenta la storia del calcio si diverte a creare, ecco quindi catapultato Gotti in una realtà piena zeppa di giovani come lo Spezia.

PALLONE E GIOCATORI - Ma se è vero che questo filo rosso, che lega i campetti talvolta improvvisati tra terra, felpe e pochi limiti, agli stadi più magnificenti del mondo, si servirà sempre di un solo oggetto, ovvero il pallone che rotola, è innegabile, al converso, che senza i giocatori a fruire dello strumento principe è estremamente difficile arrivare al cuore del gioco. Forse per tale motivo Luca Gotti, oltre alla materia prima, alla sfera che rotola instancabile, presta molta attenzione al capitale umano a disposizione. “Siamo figli dell’eclettismo – dichiarò a La Gazzetta dello Sport qualche anno or sono – Io mi baso sulle caratteristiche dei calciatori a disposizione: in base a queste, cerco il miglior guanto possibile per la mia squadra”. Tradotto: nessuna idea tattica preponderante. Come confermato dalle prime parole da allenatore dello Spezia: “Non sono un integralista del sistema di gioco. Ho sempre ritenuto, giusto o sbagliato che sia, che i giocatori dovrebbero essere messi nella condizione di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Perciò io penso a mettere tutti i miei giocatori in una zona di comfort”.

Guanti e comfort. Giovani da valorizzare e capitale umano e tecnico da indirizzare. Luca Gotti si è presentato solamente da qualche ora, ma una cosa di lui l’abbiamo già capita: sa padroneggiare in maniera eccelsa l’arte italiana dell’adattamento. E questo, in una realtà come quella dello Spezia ,che dovrà pensare a far quadrato in vista del nuovo sogno salvezza, è fondamentale. Per cui giù le luci, si chiuda al sipario. Ora è tempo di lavorare. Nell’attesa che uno stilista calcistico refrattario alla fama come Luca Gotti trovi l’abito giusto e lo calzi a pennello al suo Spezia.

Articolo a cura di Daniele Izzo