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ESCLUSIVA TG – Vaciago: “Se il progetto di Juric e quello di Cairo trovano una linea comune può essere la svolta per il Toro”
mercoledì 25 maggio 2022, 11:00Esclusive
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Vaciago: “Se il progetto di Juric e quello di Cairo trovano una linea comune può essere la svolta per il Toro”

Guido Vaciago è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Vaciago è un giornalista ed è direttore del quotidiano “Tuttosport”. A lui è stato chiesto di fare un bilancio della stagione del Torino e si è parlato anche del prossimo mercato del club granata.

Il Torino ha conquistato 50 punti ed è arrivato 10°. A sua detta, il bilancio è positivo oppure non del tutto?

Positivo, direi. Juric ha rilanciato una serie di elementi che servivano e si erano inariditi da anni. Ha ridato uno spirito al Torino che aveva abdicato al furore agonistico da troppo tempo. Quindi Juric ha riportato quel tipo di mentalità che deve fare parte del Toro al cento per cento e credo che questo da solo sia un elemento può fare definire positiva questa stagione. I risultati ottenuti dalla squadra granata li definirei decorosi, nel senso che sarebbe stato bello se il Toro fosse riuscito ad avvicinarsi un po’ di più alla zona europea, anche senza necessariamente centrarla, in modo da non dover disputare le ultime giornate senza obiettivi. Questo mi è un po’ spiaciuto perché, secondo me, innanzitutto avrebbe reso il finale di campionato più appassionante per tutti e poi avrebbe dato una dimensione e un indirizzo ancora più chiari alla squadra. Però i risultati non possono definirsi cattivi e direi che la parola decorosi è quella giusta perché rendono la stagione ampiamente sufficiente, anzi molto di più. Non va dimenticato che il Sassuolo è arrivato 11°, anche se con gli stessi punti ma per la differenza reti il Torino gli è davanti, e se si pensa alla narrazione, termine che va molto di moda, che è stata fatta sulla squadra emiliana direi che essere arrivati davanti ai neroverdi, che hanno battuto la Juventus e il Milan e che è una squadra che è stata applaudita per tutto l’arco della stagione, per il Toro è motivo di soddisfazione. Torino e Sassuolo hanno praticato un calcio diverso come dimostra il fatto che la squadra di Juric ha realizzato 46 gol e ne ha subiti 41, mentre quella di Dionisi ne ha fatti 64 e incassati 66, però a livelli di risultati il Torino non è stato inferiore, anzi. Il bilancio della stagione granata è positivo e il risultato sportivo è più che decoroso, sarebbe stato di certo belle avere quei punti in più per lottare fino all’ultimo per un posto anche solo in Conference League, però l’essere arrivati davanti al Sassuolo è una cosa positiva e il bilancio della stagione è arricchito  dal valore che ha portato Juric in seno alla squadra che è lo spirito e la mentalità che, a mio parere, è un elemento che mancava al Toro e che è finalmente tornato”.

Juric ha detto che vuole portare il Toro in Europa. C’è la questione dei calciatori in prestito che non sono stati riscattati, la nuova normativa sui prestiti, l’addio di Bremer e il punto interrogativo sul rinnovo Belotti. E l’allenatore ha detto che servono 10 giocatori. Come si trova la quadra per alzare l’asticella?

“La domanda arriva in un momento è critico, nel senso che l’unica cosa certa che sappiamo è che Juric si è detto soddisfatto all’uscita dalla prima riunione effettuata con Cairo sul mercato. Questo quindi è l’unico elemento che mi permette di rispondere alla domanda, che è molto giusta, ma che comporta il parlare per periodi ipotetici. Al Torino servono tanti giocatori poiché molti non rimarranno. C’è uno dei più importanti, Belotti, che non ha ancora dato una risposta sulla volontà a rinnovare e quindi in questo momento è molto difficile dire come sarà il Toro dell’anno prossimo e se le aspirazioni di Juric, che ritengo sacrosante, siano legittime o no. Vediamo cosa succederà. Credo che ora Juric e il suo carattere, che può essere definito focoso, sono una garanzia per i tifosi del Toro. Il tecnico croato non è di certo uno che si accontenta o che tira a campare, quindi se Juric rimane, come sembra, significa che è riuscito a trovare dei punti di contatto e d’incontro con il progetto industriale di Urbano Cairo e se i due progetti, quello tecnico di Juric e quello industriale di Cairo, trovano una linea comune, un punto di congiunzione allora potrebbe essere davvero un momento di svolta per il Torino. Però è difficilissimo dirlo adesso perché siamo al 25 maggio e il mercato non è ancora iniziato e abbiamo solo alcuni elementi per valutare: Brekalo non continuerà la sua avventura al Torino e Bremer andrà via. Ma non sappiamo che fine farà Mandragora, può tornare alla Juve, ma può darsi che poi tra i due club venga trovata una quadra per il suo ritorno in granata. Non sappiamo che fine farà Belotti. Non sappiamo, soprattutto, come verranno sostituiti i giocatori in partenza. Sarà messo in atto un progetto anche di una certa ambizione economica oppure no? In questo sta la difficoltà a rispondere alla domanda che mi ha fatto. E’ molto bello per i tifosi del Toro che Juric abbia detto di voler portare il Toro in Europa perché il tecnico negli anni ha dimostrato di essere uno non particolarmente morbido o prone ad andare al compromesso. Speriamo che venga accontentato in tutto e per tutto nelle sua ambizione e trovo che l’ambizione di Juric sia legittima perché se si fanno 50 punti e si arriva e si arriva a una dozzina di lunghezze dalla zona Europa, che in fondo sono quattro vittorie, con degli aggiustamenti alzare asticella è un obiettivo credibile e raggiungibile. Poi nello sport non si può mai sapere e uno più uno non è detto che faccia due e di conseguenza comprando ics giocatori non si è sicuri di raggiungere l’obiettivo, però visto che in questa stagione ad un certo punto il Torino vi era abbastanza vicino significa che, più o meno, è sulla strada giusta e se non si alza il piede dall’acceleratore prima o poi si arriverà all’obiettivo”.

La deadline per capire quali sono le vere intenzioni della società granata può essere il raduno del 1° luglio, visto che di solito il Torino prende i giocatori a fine mercato e che oltretutto il prossimo campionato inizierà prima a metà agosto?

Non è solo un problema del Toro prendere i giocatori all’ultimo momento. Ho visto fior di squadre di alto livello a iniziare dalla Juventus che hanno risolto i problemi di mercato all’ultimo tuffo. Purtroppo è un malcostume diffuso in Italia dove si pensa di essere sempre più furbi degli altri e che quindi trascinando le trattative fino all’ultimo si riesca così a strappare un prezzo migliore. No, il 1° luglio non può essere la deadline per capire quali sono le intenzioni della società, ma direi che può esserlo una data fra il 15 e il 20 luglio quando si saprà che cosa è stato già fatto e a che punto sono le trattative ancora in corso. Allora a poco meno di un mese dall’inizio del campionato si potrà capire se il Toro starà facendo sul serio o meno. Mancherebbero tre settimane e mezza e sarebbe un arco di tempo ancora utile per inserire un nuovo arrivo. Penso che un giocatore per essere schierato in campo in modo credibile in una squadra di Serie A deve allenarsi per tre settimane con i nuovi compagni. Secondo me, nella testa di Juric giocatori che arrivano il 20 luglio possono credibilmente essere inseriti in squadra per giocare titolari all’esordio in campionato. Dopodiché non mi formalizzerei se Cairo comprasse dei giocatori forti fra il 10 e il 14 agosto, vorrebbe dire perdere la parte iniziale della stagione, ma vorrebbe comunque dire che è stata allestita una squadra forte. Il tempismo è un fattore importante, ma non è l’unico fattore. Sarebbe belo che tutto fosse fatto in tempo utile per dare a Juric il tempo per forgiare la squadra, ma credo che se l’alternativa sia tra avere un giocatore forte il 13 agosto o un giocatore scarso il 1° luglio, anche Juric preferirebbe la prima opzione. E’ un controsenso perché il calcio vive anche di dettagli e una preparazione complessiva è più importante di una raffazzonata e se la squadra viene allestita dopo il ritiro è come se non lo si fosse fatto, però siccome tutte le società, grandi, piccole e medie, fanno così non mi cruccerei più di tanto”.

Considerando che il Torino è al quarto bilancio consecutivo in rosso, quanto può influire questo sulle scelte di mercato e c’è il rischio che oltre a Bremer altri giocatori forti siano ceduti?

“Il rischio è sempre dietro l’angolo. In Italia si vive un calcio dove la Juventus non ha rinnovato il contratto a Dybala e a Bernardeschi anche per ragioni economiche, l’anno scorso il Milan ha lasciato partire Donnarumma e Calhanoglu e l’Inter, che aveva vinto lo scudetto, ha dovuto vendere i due suoi giocatori più forti Lukaku e Hakimi.  Sento dire che il Milan, che non solo ha vinto il campionato, ma che è anche una delle società meglio gestite della Serie A e ripartirà con entusiasmo e una disponibilità economica più sostanziosa, qualche cessione la dovrà fare e non sento che arriveranno dei giocatori dai nomi eclatanti. Il calcio italiano è in profonda crisi e per ritornare alla domanda, i quattro bilanci in passivo del Torino incidono tanto sulle scelte di mercato. Ci auguriamo tutti che Cairo non sia costretto a vendere dei pezzi preziosi della rosa oltre a Bremer e ci auguriamo che la situazione critica che il Toro condivide con la stragrande maggioranza degli altri club, non solo italiani ma anche europei, non costringa a un ulteriore ridimensionamento. Non credo a questo, ma è ovvio che vista la crisi economica generalizzata questo non sia l’anno giusto per sognare. Il calciomercato del futuro in Italia si fa con le idee, con i giocatori scoperti sulle bancarelle dell’usato o sulle bancarelle dei mercatini. Un giocatore come Bremer sarà un colpo eccezionale per chi lo prenderà. Il mercato del futuro è grande intelligenza e competenza e bisogna andare a pescare i giocatori prima che diventino famosi ed eventualmente poi monetizzarli. Basta guardare che cosa ha fatto la Fiorentina negli ultimi anni che grazie al lavoro di Pantaleo Corvino si è ritrovata una serie di giocatori fortissimi che andati un po’ alla Juve e un po’ alle altre squadre hanno consentito alla Viola di avere una disponibilità economica maggiore rispetto a quella del Torino. Soltanto tra Bernardeschi, Chiesa e Vlahovic, credo che la Juventus abbia dato alla Fiorentina circa 220 milioni di euro. Il problema economico del Toro è molto altro, ma credo anche che Vagnati sia un ottimo direttore sportivo capace di farsi venire delle buone idee. Bisogna lavorare di cervello, competenza e conoscenza e andare a pescare i giocatori sui mercati meno battuti e nelle serie minori italiane dove ci sono un sacco di talenti nascosti. Ricordiamoci che cosa ha fatto un grande ex granata come Ezio Rossi che ha scovato Messias tra i dilettanti e che quest’anno ha segnato in Champions League. E poi c’è il settore giovanile, ma è un progetto a lunga scadenza. Non sono i grandi nomi ai quali il Torino può oggettivamente aspirare, ma può prendere calciatori interessanti conducendo una campagna acquisti intelligente e che possa anche poi alimentare le campagne acquisti future”. Se oggi la Fiorentina può fare mercato è perché Corvino quattro anni fa rese Vlahovic a 1,8 mln e la Fiorentina lo ha rivenduto a 80 e la differenza adesso servirà alla Viola per prendere rinforzi. Lo stesso discorso vale per Chiesa e Bernardeschi venduti dalla Fiorentina negli ultimi tempi. I bilanci negativi ci sono, ma è il momento di far viaggiare veloci le idee”.

Bisogna poi vedere se le idee che viaggiano veloci portano giocatori integri fisicamente perché il problema che ha avuto in questa stagione il Torino e che erano arrivati Pjaca, Praet, Fares e Pallegri e prima ancora Mandragora che erano gli elementi giusti, ma che già in passato avevano avuto infortuni e anche in granata ne hanno avuti altri.

“Pjaca e Mandragora erano due grossi nomi, a mio parere per il Toro. E Pjaca aveva già disputato la Champions League e un Europeo con la sua Nazionale ad alto livello ed era un calciatore da grande squadra europea, purtroppo non ha giocato  tutte le partite che avrebbe voluto e dovuto disputare. Le idee possono riguardare calciatori che nessuno conosce e sui quali il Torino arriva per primo. Ad esempio, Haland è stato venduto dal Borussia Dortmund  e dal 1° luglio sarà del Manchester City che ha speso 75 mln, però il club tedesco lo aveva prelevato dal Salisburgo per 20 e a loro volta gli austriaci dai norvegesi del Molde per 8 e il Salisburgo incasserà ancora altri 20 mln dal Dortmund per i diritti di rivendita. Allora perché il Salisburgo può fare certe operazioni e il Torino no? Il Torino ha la storia per poter attirare un giocatore che sta facendo il fenomeno e ha 17-18 anni e se il Toro avesse preso Haland dal Molde nel complesso avrebbe incassato 32 mln. Cherubini tra il 2017 e il ‘18 aveva visto Haland e lo stava per portare alla Juventus, ma in quel periodo i bianconeri avevano speso tanto per Cristiano Ronaldo e la cifra chiesta dal Molde fu ritenuta troppo elevata. Però il norvegese era andato al Salisburgo per 8 mln, cifra che il Torino può spendere. Questi sono altri fattori che devono caratterizzare le prossime sessioni di calciomercato del Torino. Non pretendo che Vagnati scopra quest’estate il prossimo Haland, ma questo è il modo di ragionare perché là fuori esistono da qualche parte i prossimi Haland, Mbappe o Vlahovic e sono giocatori che si possono pagare dal 1,8 ai 4-5, massimo 8 mln e con quella cifra il Torino può avere un top player che non solo cambia la stagione, ma anche i mercati successivi perché lo si rivende a cifre incedibili”.

E’ un po’ quello che ha detto Juric, Brekalo vuole andare altrove, ma deve essere un’opportunità per prendere un giocatore ancora più forte i lui e spendere meno degli 11 milioni quanto sarebbe costato il suo riscatto.

“Esatto, ma pensiamo che se Brekalo anziché arrivare in prestito fosse stato acquistato dal Torino oggi il club granata dopo averlo valorizzato potrebbe rivenderlo guadagnandoci qualche cosa. E invece Brekalo non farò guadagnare nulla al Torino e per giunta lascerà un buco nella rosa, verrà risparmiato il suo ingaggio, ma per il resto non si monetizzerà nulla. Il Torino deve puntare ad avere altri Brekalo, ma di proprietà in maniera nel caso da guadagnarci. Al Toro c’è un allenatore come Juric che in linea di massima valorizza i giocatori e sarebbe un peccato non sfruttare questa dote allestendo una squadra con talenti interessanti pescati in giro per l’Europa che possono diventare i top player di domani”.