
Su chi sarà l’allenatore del Torino una partita importante la giocano anche i procuratori dei papabili mister
Ad avere procuratori non sono solo i giocatori, ma anche gli allenatori. Spesso si fa meno caso a chi gestisce i mister, ma non si tratta di un fattore secondario per tanti motivi. L’attuale allenatore del Torino, Paolo Vanoli, è rappresentato da Andrea D’Amico che con Claudio Pasqualin, decano degli agenti in Italia, ha fondato la Pasqualin D’Amico Partners, agenzia fra le più importanti d’Italia che da anni gestisce tantissimi calciatori e allenatori anche molto noti. Marco Baroni, che in questo momento sembra il candidato principe a prendere il posto di Vanoli sulla panchina del Torino, ha come agente Luca Puccinelli che con Elio Berti gestisce la Lp Sport Management. Altri allenatori che in questi giorni sono stati accostati al Torino come, ad esempio, Alberto Gilardino è rappresentato da Alessandro Moggi della Gea World. Daniele De Rossi invece è nella scuderia di Fali Ramadani della Lian Sports Group, fra le agenzie internazionali più quotate e con un portfolio di giocatori e allenatori molto nutrito. Gli interessi di Gennaro Gattuso invece sono curati da Jorge Mendes, uno fra gli agenti più potenti del mondo con la sua Gestifute.
Ebbene quindi la partita su chi sarà il prossimo allenatore del Torino dipenderà anche dai procuratori che rappresentano i papabili candidati. Già perché di certo il presidente Cairo, ma anche il direttore tecnico Davide Vagnati, soppeserà non solo il valore del tecnico, ma quanto chiede non solo in termini di stipendio. Più un allenatore ha una certa rinomanza e le “spalle coperte” dal proprio procuratore e più poi fa richieste per allestire la squadra e se viene poco accontentato arrivano pressioni anche da chi lo rappresenta. In generale non si può affermare che poi l’gente dell’allenatore pretenda di piazzare in rosa anche qualche suo calciatore, però un minimo di influenza esiste sia sugli acquisti o prestiti futuri sia su chi già è in rosa e magari non rientra del tutto nei piani tecnici.
Ad esempio, in Premier League Jorge Mendes ha fatto la fortuna del Wolverhampton non solo portando Nuno Espírito Santo, ma anche tanti giocatori da lui gestiti. Questa può essere un’arma a doppio taglio perché poi di fatto il mercato del club viene più o meno condizionato dal procuratore che magari agevola l’allestimento di una rosa abbastanza competitiva, ma che in seguito sposta dove più gli conviene i giocatori che possono essersi messi in luce. Un presidente come Cairo di certo non si vuole far condizionare nelle scelte e il direttore Vagnati non vorrà farsi schiacciare da un agente troppo potente, già deve vedersela con il suo presidente che non gli scuce molti soldi per fare acquisti e pretende che i calciatori siano ceduti a caro prezzo.
Nei prossimi giorni si delineeranno meglio le tante situazioni in divenire delle varie panchine italiane visto che non si sa ancora chi saranno gli allenatori anche di Atalanta, Fiorentina e pure Inter e Juventus e non solo.
Per il bene del Torino si può solo sperare che non si debba attendere che gli altri club decidano chi sarà il loro mister e poi a quello granata tocchi scegliere fra chi è rimasto senza squadra.






