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ESCLUSIVA TG – Berry: “Se va bene anche Baroni tirerà fuori il coniglio dal cilindro. Nel Torino vedo il nulla: nel calcio i progetti si fanno a 10 anni, non a 6 mesi”
Oggi alle 08:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Berry: “Se va bene anche Baroni tirerà fuori il coniglio dal cilindro. Nel Torino vedo il nulla: nel calcio i progetti si fanno a 10 anni, non a 6 mesi”

Marco Berry è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Berry è un illusionista, comico, autore, conduttore televisivo ed è grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato del nuovo allenatore Baroni e del mercato estivo.

Questo periodo è un po’ strano perché la prima finestra di mercato si è già conclusa e la seconda in Italia aprirà il 1° luglio e il Torino ha cambiato l’allenatore e ha riscattato Biraghi e per il resto un paio di “big” in uscita e tanti nomi accostati. Prima di tutto cosa ne pensa di Baroni?
“Sono senza parole nel senso che Baroni sarà un bravissimo allenatore, ma il problema è che se analizziamo la storia del Torino negli ultimi 20 anni Cairo ha cambiato un fracco di allenatori e dopo gli anni fra A e B, quando andava bene, la squadra in media si è sempre piazzata fra il 9° e l’11° posto. E questo perché l’allenatore di turno riusciva a tirare fuori il coniglio dl cilindro perché Cairo ha sempre venduto i giocatori più forti e restavano quelli con i punti interrogativi  ai quali se ne aggiungevano altri che spesso dovevano rilanciarsi. Quindi si può dire che ci è sempre andata bene perché sulla carta le varie squadre allestite spesso erano da lotta per la salvezza o al massimo poco di più. Ecco perché in questi anni siamo rimasti sospesi fra la parte sinistra e quella destra della classifica.
A parte che io ero “innamorato” di Vanoli perché ci metteva grinta e dava la carica però evidentemente il Presidente quando l’allenatore va troppo d’accordo con la Curva e i tifosi non gli sta bene per cui lo saluta e lo ringrazia e arrivederci e buona notte. Detto questo, Baroni è un bravo allenatore, ma non so cosa potrà fare. Mi permetto quindi di dargli due consigli: 1) non si aspetti che gli forniscano uno squadrone perché tanto non lo avrà. 2) Sicuramente i giocatori che permettono alla società di fare cassa, Ricci e Milinkovic-Savic, se ne andranno per cui si dovrà arrangiare con chi rimarrà.
Il mercato inizia il 1° luglio, ma il Torino lo farà negli ultimi due giorni perché è sempre così. Ormai siamo abituati, Cairo i soldi non li spende e all’ultimo comprerà a due soldi chi rimane fra le dita se non chi è svincolato”.

Non è proprio ottimista.
“Per forza, noi siamo la squadra dove vengono i giocatori per rilanciarsi. Gli ultimi nomi che ho letto sono Riccardo Sottil e Jurasek. Sono scuro che Sottil se verrà farà bene perché è legato al Torino avendo trascorsi nelle giovanili, però intanto è andato in giro non riuscendo a imporsi. Questo è il Torino. Speravamo che Cairo vendesse il club e invece se lo è tenuto e quindi anche noi ce lo teniamo”.

Ma fra i nomi che finora sono stati accostati al Torino ce n’è qualcuno che la convince?
“Sono nomi accostati così quindi lasciano il tempo che trovano. Come ho detto, vedremo negli ultimi due giorni di mercato e la cosa orribile e tremenda è che la preparazione allora sarà finita e il campionato già iniziato e finalmente Baroni si ritroverà quei 3-4 giocatori da dover in qualche modo inserire.
Esco fuori dal discorso Torino, il nostro calcio ha leggi particolari. Ad esempio, le plusvalenze permesse dallo Stato ai club per reggersi. In nessun altro settore un’ azienda può fare plusvalenze perché è illegale. Questo perché il calcio è sport nazionale in Italia ed emotivamente e socialmente ha un peso importante. Però in Italia dovrebbe essere anche fatta un’altra legge che verifichi che il club è in grado di gestire una squadra di calcio e che a fronte di plusvalenze si deve “restituire”. Per cui il club deve far sì che la squadra lotti non dico per vincere lo scudetto, ma per posizioni di un cero livello.
Noi da 20 anni siamo fermi  e ci sono altri che investono e le loro squadre almeno per un paio d’anni sono competitive a livelli importanti e poi per altri 3-4 cercano di vivere di rendita. Una cosa così la capirei, non invece il nulla. E ricordiamoci che noi per tifosi siamo la quinta squadra in Italia.
Il settore giovanile è stato massacrato”.

Per la verità l’Under 18 ha appena vinto lo scudetto e la 17 oggi gioca la finale anch’essa per lo scudetto.
“Sì, ma intanto poi se questi ragazzi continueranno su buoni livelli verranno venduti, come è sempre successo in passato: pensiamo a Buongiorno. Il settore giovanile non ha strutture come dimostra il Robaldo che non è ancora stato finito. Al Torino non ci sono progetti a lungo termine e sappiamo che il calcio funziona quando invece ci sono. Bisogna avere un settore giovanile importante che faccia crescere i ragazzi che poi arrivano in prima squadra. Qualcuno sarà venduto, ma dal settore giovanile ne continuano ad arrivare e con i soldi incassati dalle cessioni reinvestendoli si prendono giocatori validi e la squadra resta competitiva. Come hanno fatto l’Atalanta e la Fiorentina. I progetti si fanno a 10 anni non a 6 mesi, il calcio ormai funziona così. Se si inizia a seminare poi fioriscono i germogli e l’alberello si trasforma in pianta. Vanoli aveva iniziato a prendere la squadra in mano ed è stato mandato via. A cinque partite dalla fine è stato detto che Ricci e Milinkovic-Savic sarebbero andati vi per fare cassa poi è ovvio che la squadra molla tanto più essendo salva. Non si venga a dire che lo fanno tutti perché gli altri vendono, ma dopo reinvestono i soldi per comprare altri giocatori. Qui invece dobbiamo sperare che Zapata e Schuurs rientrando dagli infortuni facciano miracoli. Quando capitano gravi infortuni al rientro la parte psicologica, la testa fa la differenza e se il giocatore ha paura di farsi male non riesce a rendere seppur sia guarito”.

Lei non si aspetta nulla dal mercato del Torino e quindi pensa che la prossima stagione sarà sulla falsariga di questa?
“Esatto. Sarà uguale sperando che Baroni sappia fare come Vanoli e che riesca a spingere la squadra verso una tranquilla salvezza, altrimenti sarà molto dura”.

Quindi, come tanti tifosi del Toro, anche lei spera che prima o poi che Cairo venda il Torino e arrivi una proprietà ambiziosa, giusto?
“Sì. Io, per la verità, ero pro Cairo fino a 10 anni fa. Dopo Sergio Rossi, che aveva i soldi e che è stato mandato via dai tifosi, abbiamo avuto un disastro dietro l’altro. E va bene. Poi dopo il fallimento e l’intervento dei lodisti è arrivato Cairo e diciamo che ci ha salvati. Bravo, hai fatto un bel lavoro e ti ringraziamo. Però questo vale per i primi dieci anni, ma adesso siamo arrivati a 20 e il Torino è stato tenuto a galleggiare. Cairo ha altre aziende importanti per cui, se non è in grado di fare la differenza, venda il Torino e gestisca le altre sue aziende. Il Torino non è cresciuto ed è un peccato, è rimasto a metà classifica a galleggiare. Cairo per il Torino negli ultimi dieci anni non ha fatto niente e quando mi sento dire che ha gestito i conti dico che va bene è stato bravo, ma anche l’Atalanta è in attivo e disputa la Champions. M l’Atalanta non ha sempre giocato la Champions però ha fatto un grande lavoro manageriale per arrivarci e questo ha fatto la differenza. Al Torino invece vedo il nulla. Il direttore sportivo Vagnati giusto parlicchia in inglese, a quanto so. Nel calcio serve altro e non basta chiedere quanto costa un giocatore. Quindi, come dico, speriamo. Sono in linea con quello che pensano tantissimi altri tifosi. L’atteggiamento privo di ambizioni lo si vede anche in campo quando i calciatori non giocano e passeggiano d è lo specchio di ciò che c’è alle spalle. Se la squadra non sente la passione, la voglia di vincere e la spinta che arriva dalla società perché mai un giocatore di 20-23-24-25 anni dovrebbe lui spingere? Ecco perché poi tutto diventa difficilissimo. In una classe se tutti hanno voti sopra il 6 quello che ha 5 si sente inferiore e inizia a studiare di più per arrivare ad avere voti migliori, ma se tutta la classe sta tra il 4 e il 5 e ai professori sta bene così e i genitori non dicono nulla sicuramente gli studenti non fanno niente per arrivare neppure alla sufficienza.
Vanoli era riuscito a tirare su la squadra e a spingere il pubblico, ma Cairo non gli è andato dietro e anzi lo ha mandato via e allora non mi resta che pensare che non gli importi nulla”.