
Inter, quinto test da inseguitrice: l'acchiapparella con la Juve è una sfida di nervi
Meglio abituarsi. L'Inter gioca nuovamente la parte dell'inseguitrice, è la quinta volta e finora ha retto bene alla pressione, pure alla difficoltà tecnica che derivava dal giocare a Napoli nell’ultima occasione. La Juventus ha messo nuovamente il muso davanti in classifica, con le sue qualità. Inutile teorizzare di calcio, bello o brutto: i bianconeri hanno battuto il Milan e gli azzurri, così come ha fatto la squadra di Simone Inzaghi. I due punti di distacco restano quelli degli incroci con l'Atalanta, il gioco a preda e cacciatore continuerà ancora a lungo.
Gli incroci continui. Nei cinque turni successivi di campionato, per esempio, capiterà tre volte. Tutto, è inutile sottolinearlo, dipenderà dai rispettivi risultati. Ipotizzando che entrambe continuino a vincere sempre, da qui alla Befana l'Inter giocherà tre volte dopo la Juve: potendo fare calcoli solo su se stessa, al massimo può augurarsi di continuare a giocare a sorpasso e controsorpasso.
Nuovo stress test. A proposito di giochi, è un'acchiapparella. Tu scappi e io ti riprendo, poi tocca al viceversa. Allegri e Inzaghi sono su due pianeti diversi, ma alla fine della fiera è inutile interrogarsi: il migliore sarà chi, alla fine del campionato, avrà la testa davanti all'altro. Di tanto o di poco, questione per esteti. E che, appunto, non dipenderà dagli altri ma soprattutto dalla propria capacità di giocare e vincere le proprie sfide. A livello di nervi, stasera al Meazza, nel giorno che celebra San Siro, i nerazzurri giocano contro due avversari, entrambi bianconeri. Nella testa c'è la Juve, di fronte l'Udinese.
Emergenza, classe, centimetri. Logico che non si possa ridurre tutto al duello a distanza. Perché la squadra di Cioffi non viene a Milano per fare da spettatrice. Ha le armi per mettere in difficoltà l'Inter, che si presenta in versione arrangiata: dietro Inzaghi ha due difensori su sei out. Aggiungendo Bastoni, che è a disposizione ma deve tornare al top, con Pavard e De Vrij sarebbe una difesa da scudetto. Per Bisseck, per Carlos Augusto, chissà se per Cuadrado, sarà l'occasione di dire "presente". Alla fine è anche quello un segreto, pure della Juve che oltre l'emergenza c'è andata. Di fronte, la classe: quella di Lazar Samardzic, che non fosse per il papà un po' troppo pretenzioso la sfida di stasera l'avrebbe giocata con il logo dei Transformers sul petto. E i centimetri: squadra fisica, l'Udinese, coriacea. Di quelle che l'Inter può soffrire, anche se sulla carta c'è un mare di qualità che le separa. Inzaghi, Lautaro e gli altri lo sanno: con questi bianconeri non ci si può concedere un attimo di disattenzione.
Gli incroci continui. Nei cinque turni successivi di campionato, per esempio, capiterà tre volte. Tutto, è inutile sottolinearlo, dipenderà dai rispettivi risultati. Ipotizzando che entrambe continuino a vincere sempre, da qui alla Befana l'Inter giocherà tre volte dopo la Juve: potendo fare calcoli solo su se stessa, al massimo può augurarsi di continuare a giocare a sorpasso e controsorpasso.
Nuovo stress test. A proposito di giochi, è un'acchiapparella. Tu scappi e io ti riprendo, poi tocca al viceversa. Allegri e Inzaghi sono su due pianeti diversi, ma alla fine della fiera è inutile interrogarsi: il migliore sarà chi, alla fine del campionato, avrà la testa davanti all'altro. Di tanto o di poco, questione per esteti. E che, appunto, non dipenderà dagli altri ma soprattutto dalla propria capacità di giocare e vincere le proprie sfide. A livello di nervi, stasera al Meazza, nel giorno che celebra San Siro, i nerazzurri giocano contro due avversari, entrambi bianconeri. Nella testa c'è la Juve, di fronte l'Udinese.
Emergenza, classe, centimetri. Logico che non si possa ridurre tutto al duello a distanza. Perché la squadra di Cioffi non viene a Milano per fare da spettatrice. Ha le armi per mettere in difficoltà l'Inter, che si presenta in versione arrangiata: dietro Inzaghi ha due difensori su sei out. Aggiungendo Bastoni, che è a disposizione ma deve tornare al top, con Pavard e De Vrij sarebbe una difesa da scudetto. Per Bisseck, per Carlos Augusto, chissà se per Cuadrado, sarà l'occasione di dire "presente". Alla fine è anche quello un segreto, pure della Juve che oltre l'emergenza c'è andata. Di fronte, la classe: quella di Lazar Samardzic, che non fosse per il papà un po' troppo pretenzioso la sfida di stasera l'avrebbe giocata con il logo dei Transformers sul petto. E i centimetri: squadra fisica, l'Udinese, coriacea. Di quelle che l'Inter può soffrire, anche se sulla carta c'è un mare di qualità che le separa. Inzaghi, Lautaro e gli altri lo sanno: con questi bianconeri non ci si può concedere un attimo di disattenzione.
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano