
Zaniolo e un'ultima chance con l'Udinese da non fallire, altrimenti saranno "capocciate"
"Se sgarra gli do na capocciata". Sorride in conferenza stampa il ds dell'Udinese Gianluca Nani e il nuovo numero 10 Nicolò Zaniolo, presentato quest'oggi alla stampa come nuovo giocatore dei friulani. Una battuta, quella pronunciata dal dirigente, in cui però è racchiusa tutta l'essenza delle ultime stagioni del classe '99, del quale si è ormai iniziato a parlare molto più delle bravate extra campo - l'ultima, nei suoi giorni conclusivi alla Fiorentina, con il diverbio avuto negli spogliatoi con la Roma Primavera - rispetto alle sue indubbie qualità, che lo avevano portato ad essere una delle speranze più luminose per il futuro del calcio italiano.
Poi, nel mezzo, due brutti infortuni al crociato che avrebbero complicato il cammino di chiunque, ma non solo, come ammesso dallo stesso Zaniolo: "In questi anni non è stata questione di sfortuna, ci ho messo anche del mio. A volte se non giocavo titolare mi chiudevo un po' in me stesso. Però cerco di ascoltare le persone giuste in famiglia e ho cercato di crescere. Non ho avuto continuità, questo un po' mi ha pesato, un giocatore deve poter sbagliare, devo essere bravo io a non mollare mai anche quando le cose non vanno bene".
L'Udinese, dunque, come ultima spiaggia: "Sì, qui si pensa solamente al campo, ci sono pochissime cose extra. Voglio pensare solo ad aiutare la squadra, non ho l'ossessione di dover dimostrare, voglio solamente aiutare la squadra e dare il meglio". Un aiuto alla squadra che si potrebbe tradurre anche con una chiamata da parte di Gattuso, sogno che non nasconde Zaniolo: "L'Italia non è un ossessione ma sicuramente un obiettivo, sono sicuro che le prestazioni buone le farò vedere se giocherò per la squadra e non da solo".
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