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Cluj, Scuffet avverte la Lazio: "Sono favoriti, ma dovranno stare attenti. Pronti a stupire"
Simone Scuffet, portiere del Cluj, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport in vista della sfida contro la Lazio negli spareggi di Conference League: "Siamo pronti a stupire. Daremo tutto. Loro sono favoriti, ma dovranno stare attenti. Noi daremo il massimo e proveremo a sfruttare ogni occasione. La palla è rotonda e se uno sbaglia l’approccio alla partita... Può succedere di tutto".
Sfiderà anche il suo amico Provedel?
"Ci conosciamo da tanti anni. Ci siamo allenati insieme all’Udinese, lui era in Primavera, mentre io ero ancora negli allievi. Siamo cresciuti nella stessa zona, sia con lui che con Meret e Vicario. Ci lega una bella amicizia. Gli chiederò la maglia a fine partita".
Lei è molto amico anche di Meret.
"Passavamo giornate ad allenarci insieme . Poi siamo passati entrambi all’Udinese e abbiamo fatto fatto tutta la trafila delle giovanili. Ci siamo sentiti l’altro giorno subito dopo i sorteggi, c’è un ottimo rapporto. Spero di affrontarlo in futuro, magari dopo aver battuto la Lazio".
Come si trova in Romania?
"Sono rimasto stupito dalla città, mi ha sorpreso in tutto, non solo dal punto di vista calcistico. Posso dire che sono di nuovo felice".
Che cosa ricorda del suo esordio in Serie A?
"È stata una sorpresa anche per me, soprattutto perché non avrei dovuto giocare. Successe tutto in pochi minuti. Da lì in poi è stato un crescendo di cose belle, una grande partita contro l’Inter, poi la Nazionale... Mi ricordo la prima volta che vidi Buffon, non volevo crederci. Gli chiesi la maglia, ma l’ho fatto ogni volta che ci siamo incrociati e lo farei anche se ne avessi già cento. È stato ispirazione, riferimento e guida. Prima dalla televisione poi da compagno in Nazionale".
Ora ha ritrovato sicurezze.
"Sono state scritte tante cose sbagliate, non vere. Come quella dell’Atletico Madrid. Poi uno prova anche a smentire o chiarire la situazione, ma ormai la gente ha un’idea ed è difficile cambiarla. Io penso di essere stato trattato in un modo diverso dagli altri. Già quando avevo 18 anni c’era la pretesa che non sbagliassi mai, come fossi un fenomeno che non poteva fare errori. Invece ne ho fatti, ma credo faccia parte di un percorso. Credo che tutto il contesto non mi abbia aiutato, lo vedevo anche quando andavano fatte delle scelte. Ma non sono qui a cercare alibi".
Il suo futuro sarà in Italia?
"Seguo e guardo il campionato, ma so che ogni cosa che verrà in futuro passerà dalle mie prestazioni qui. Sto benissimo e non vedo l’ora di poter aiutare la squadra".
Sfiderà anche il suo amico Provedel?
"Ci conosciamo da tanti anni. Ci siamo allenati insieme all’Udinese, lui era in Primavera, mentre io ero ancora negli allievi. Siamo cresciuti nella stessa zona, sia con lui che con Meret e Vicario. Ci lega una bella amicizia. Gli chiederò la maglia a fine partita".
Lei è molto amico anche di Meret.
"Passavamo giornate ad allenarci insieme . Poi siamo passati entrambi all’Udinese e abbiamo fatto fatto tutta la trafila delle giovanili. Ci siamo sentiti l’altro giorno subito dopo i sorteggi, c’è un ottimo rapporto. Spero di affrontarlo in futuro, magari dopo aver battuto la Lazio".
Come si trova in Romania?
"Sono rimasto stupito dalla città, mi ha sorpreso in tutto, non solo dal punto di vista calcistico. Posso dire che sono di nuovo felice".
Che cosa ricorda del suo esordio in Serie A?
"È stata una sorpresa anche per me, soprattutto perché non avrei dovuto giocare. Successe tutto in pochi minuti. Da lì in poi è stato un crescendo di cose belle, una grande partita contro l’Inter, poi la Nazionale... Mi ricordo la prima volta che vidi Buffon, non volevo crederci. Gli chiesi la maglia, ma l’ho fatto ogni volta che ci siamo incrociati e lo farei anche se ne avessi già cento. È stato ispirazione, riferimento e guida. Prima dalla televisione poi da compagno in Nazionale".
Ora ha ritrovato sicurezze.
"Sono state scritte tante cose sbagliate, non vere. Come quella dell’Atletico Madrid. Poi uno prova anche a smentire o chiarire la situazione, ma ormai la gente ha un’idea ed è difficile cambiarla. Io penso di essere stato trattato in un modo diverso dagli altri. Già quando avevo 18 anni c’era la pretesa che non sbagliassi mai, come fossi un fenomeno che non poteva fare errori. Invece ne ho fatti, ma credo faccia parte di un percorso. Credo che tutto il contesto non mi abbia aiutato, lo vedevo anche quando andavano fatte delle scelte. Ma non sono qui a cercare alibi".
Il suo futuro sarà in Italia?
"Seguo e guardo il campionato, ma so che ogni cosa che verrà in futuro passerà dalle mie prestazioni qui. Sto benissimo e non vedo l’ora di poter aiutare la squadra".
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