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Quel catino infernale di Venezia: come Di Francesco e la sua banda hanno guadagnato rispettoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:30Serie A
di Daniele Najjar

Quel catino infernale di Venezia: come Di Francesco e la sua banda hanno guadagnato rispetto

Lavoro, lavoro ed ancora lavoro: con una sola parola si può spiegare il motivo per il quale ad oggi il Venezia si sia messo tre squadre alle spalle. Alzi la mano chi ad inizio anno e soprattutto a fine gennaio, avrebbe scommesso su questa classifica a due giornate dal termine del campionato. La svolta avuta dalla squadra, da gennaio in poi, è stata netta e costante. E' una banalità, ma davvero si può usare l'assioma "contro tutti e tutti": per la stragrande maggioranza di opinionisti ed addetti ai lavori, la retrocessione era ormai certa, l'ambiente era altamente sfiduciato per la partenza di capitan Pohjanpalo, in campo qualsiasi cosa che poteva girare storta, andava puntualmente a finire male.

L'effetto del mercato ed il peso del lavoro di campo
Il mercato ha portato degli innesti per certi versi sorprendenti. Ieri la partita è stata sbloccata da Fali Candé, roccioso difensore guineense - che in poco tempo ha imparato un comprensibilissimo italiano - arrivato a gennaio dal Metz e impostosi come titolare in men che non si dica. In porta, Radu non ha ancora sbagliato una partita ed anzi ha fatto interventi sopra le righe in ogni partita. In mediana Kike Perez e Zerbin sono trascinatori morali e tecnici inamovibili. Poi certo, c'è l'attacco, dove la lacuna è evidente nonostante si stia finalmente vedendo il miglior Yeboah, ma la via del gol è stata trovata, appunto con il lavoro.

Lavoro mentale, prima di tutto. Nel convincere un gruppo di ragazzi arrivati da ogni dove senza troppa esperienza su come si possa lottare per salvarsi in Serie A, che sì, si possa fare. Lavoro tattico, per rendere questa squadra arcigna, combattente e soprattutto sempre in partita, capace di leggere i momenti della gara. Una squadra del tutto differente da quella che ha iniziato a lavorare in estate, da questo punto di vista.


Lo stadio Penzo, divenuto catino infernale
Poi c'è il Penzo: gioiellino un po' rudimentale, ma innegabilmente affascinante, divenuto un fortino che in poche squadre sono riuscite ad espugnare ultimamente. Tanto che prima di una sfida come quella contro la Fiorentina, si respirava un certo ottimismo nel potersela quantomeno giocare faccia a faccia, come poi si è visto. I picchi di sostegno percepiti ieri, hanno toccato vette forse mai raggiunte in stagione, con una connessione unica fra giocatori in campo e sostenitori sugli spalti.

Cagliari e Juventus? Nulla è impossibile
Per la prima volta in stagione il Venezia ha tutto nelle proprie mani. Si guarda il calendario e si pensa: il Venezia è spacciato. Eppure è lo stesso errore fatto da gennaio ad oggi da molti. Perché fra le squadre che lottano per salvarsi, quella di Di Francesco al momento è quella che forse mentalmente è messa meglio, dato che arriva dalle ceneri di otto mesi passati in zona rossa. Ora la banda arancioneroverde ha capito qual è l'unico modo per avere delle chance e sembra decisa a mettere tutto in campo per dimostrarlo. Poi quel che sarà, sarà.