
Una coltellata nel cuore della notte: Bergamo piange Riccardo Claris
Rose blu e girasoli sono appoggiati sull’asfalto vicino al cancello del civico 27 di via Ghirardelli, a pochi passi dal Gewiss Stadium, teatro inconsapevole di una notte tragica. Quei fiori, uniti da nastri nerazzurri, colori che oggi hanno un sapore amaro, sono per Riccardo Claris, 26 anni, ucciso con una sola coltellata alla schiena durante una lite fra giovani tifosi di Atalanta e Inter.
LA CONFESSIONE DEL 18ENNE
In carcere c’è Jacopo De Simone, diciottenne bergamasco e tifoso nerazzurro, ma non dell’Atalanta bensì dell’Inter. Subito dopo il fatto, avvenuto intorno all’una di domenica mattina, si è presentato ai carabinieri: «Sono stato io», avrebbe ammesso con le mani e la felpa ancora sporche del sangue della vittima. Secondo la ricostruzione degli inquirenti - descrive L'Eco di Bergamo -, De Simone sarebbe salito in casa durante lo scontro per prendere un coltello, con il quale avrebbe colpito Claris per difendere il fratello coinvolto nella rissa.
DA BORGO SANTA CATERINA ALLO STADIO
La tragedia si è consumata in un clima surreale. Tutto era iniziato poche ore prima, in Borgo Santa Caterina, tra cori provocatori di un gruppetto di tifosi interisti, che festeggiavano la vittoria della loro squadra contro il Verona, e la risposta altrettanto accesa dei giovani bergamaschi. Lo scontro, nato verbalmente davanti a un bar, si è poi spostato in via Ghirardelli, sotto la palazzina in cui vive la famiglia De Simone. Gli inquirenti stanno ancora cercando di capire se l’indirizzo fosse noto ai tifosi atalantini o se si sia trattato di un tragico caso.
TESTIMONIANZE E INTERROGATIVI
Alcuni residenti raccontano di aver sentito urla e schiamazzi provenire dalla strada, senza però dar loro peso, abituati purtroppo ai rumori dopo le partite. «Non ci siamo affacciati, pensavamo fossero le solite voci del sabato sera», riferisce una donna. Un ragazzo rincasato intorno all'una ha visto le luci delle ambulanze: «Mi hanno detto che qualcuno era stato accoltellato». Rimane il dubbio se i due gruppi si conoscessero, o se il ritrovarsi in via Ghirardelli fosse un casuale e sfortunato epilogo.
DOLORE E STUPORE IN CITTÀ
Riccardo Claris, ex laureato in Economia, è ricordato come una persona tranquilla e stimata. A casa dormiva, quando è stato avvisato della lite in corso. È sceso in strada per capire cosa stesse succedendo, forse per provare a placare gli animi, ma la situazione è degenerata tragicamente.
UN PRETE IN CERCA DI PACE
Nel pomeriggio di domenica, don Giuseppe Arrigoni, parroco di Santa Teresa di Lisieux, ha suonato invano alla porta dei De Simone. «Non li conosco personalmente, né conosco Riccardo – ha commentato sconsolato il sacerdote – ma eventi simili sono figli di una società che ha perso il senso della pace e del rispetto reciproco».
INDAGINI E INTERROGATORI IN CORSO
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Guido Schininà procedono con la massima attenzione: i carabinieri stanno effettuando rilievi accurati e ascoltando testimoni per chiarire definitivamente la dinamica della tragedia e le eventuali responsabilità degli altri presenti.
UN'INTERA CITTÀ IN LUTTO
Bergamo si sveglia così sotto shock, dopo una notte che lascerà un segno indelebile: un'altra giovane vita spezzata per motivi incomprensibili, in un conflitto assurdo nato da una rivalità calcistica trasformatasi in follia.
È un silenzio assordante, quello di oggi, e le domande ancora senza risposta non alleviano il dolore di una famiglia e di un'intera comunità che oggi piangono Riccardo Claris, vittima di una notte che nessuno, a Bergamo, potrà mai dimenticare.








