Atalanta, luci e ombre di Juric: grande con le big, in difficoltà con le piccole. Ora serve continuità
L’Atalanta di Ivan Juric è un paradosso vivente. Capace di esaltarsi contro le grandi e smarrirsi contro le piccole, la Dea continua a mostrare due volti. Dopo l’impresa di Marsiglia, la squadra ritrova morale e prestigio europeo, ma la sensazione è che manchi ancora quella continuità indispensabile per spiccare il salto di qualità anche in campionato.
DUE FACCE DELLA STESSA DEA – I nerazzurri faticano meno contro le big — Juventus, Milan, Olympique Marsiglia — rispetto a quanto accade con formazioni di medio-bassa classifica. Forse è una questione mentale: meno ansia da risultato e più libertà di giocare. Il rovescio della medaglia si è visto contro l’Udinese, dove è arrivata la prima sconfitta stagionale in Serie A, e ancor prima con la Cremonese e lo Slavia Praga, gare in cui la Dea ha faticato a trovare ritmo, idee e gol.
JURIC, UNA PANCHINA DIVISA – Il tecnico croato continua a dividere l’ambiente bergamasco. C’è chi non è ancora convinto della bontà della scelta fatta in estate e chi invece gli riconosce il merito di aver ereditato una squadra in transizione, cercando di darle equilibrio. I risultati, però, restano discontinui: la classifica parla di undicesimo posto, mentre in Champions la vittoria di Marsiglia offre finalmente una boccata d’ossigeno e di fiducia.
SAMARDŽIĆ DECISIVO, MA CHE BRIVIDO – Anche in Francia il giudizio è stato sospeso fino all’ultimo. Il gol di Lazar Samardžić al 90’ ha mascherato un episodio potenzialmente pesante: il tocco di mano di Ederson in area, giudicato regolare dopo il check VAR perché considerato una “autogiocata”. Un’interpretazione che ha salvato la Dea e permesso di godersi un successo prezioso. Ma senza quell’episodio, i commenti avrebbero probabilmente avuto un tono diverso.
IL CASO LOOKMAN – Resta da chiarire la situazione di Ademola Lookman, protagonista di un acceso confronto con Juric. Nulla di clamoroso, assicurano dall’ambiente atalantino: una semplice scossa di assestamento, naturale in una fase di adattamento a un nuovo ciclo tecnico.
VERSO LA CONTINUITÀ – Juric sa di avere il compito più difficile: trasformare le fiammate in costanza, l’entusiasmo europeo in solidità domestica. Perché questa Atalanta, capace di battere il Marsiglia ma di inciampare con la Cremonese, deve ritrovare la sua vera anima. E a Bergamo, tra critici e fiduciosi, tutti aspettano di capire se Juric sarà davvero l’uomo giusto per farlo.






