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Ancora Stromberg: "L'Atalanta ormai è conosciuta ovunque, questo è il momento di restare al top"
Oggi alle 08:00Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Ancora Stromberg: "L'Atalanta ormai è conosciuta ovunque, questo è il momento di restare al top"

Lo storico ex capitano nerazzurro valuta il futuro della Dea tra mercato, obiettivi stagionali e la nuova era targata Juric

Glenn Peter Stromberg, intervenuto in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de L'Eco di Bergamo, ha trattato diversi temi cruciali per l’Atalanta, tra cui le prospettive future del club, il mercato dopo l'addio di Retegui, il giudizio sulla scelta di Juric e alcune riflessioni sul calcio internazionale. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Che futuro si aspetta per l’Atalanta post-Gasperini?
«Ora si apre un nuovo ciclo, è naturale dopo anni meravigliosi. Dobbiamo essere riconoscenti a società, tecnico e giocatori, ma è fondamentale guardare avanti con ottimismo: c'è una base solidissima su cui lavorare per restare ai massimi livelli. Il difficile è stato arrivarci, ora sarà meno complicato rimanerci».

Quanto inciderà il mercato nel determinare i risultati della prossima stagione?
«Tantissimo, e bisogna essere molto attenti. È fondamentale garantire a Juric una squadra che sia almeno del livello di quella precedente. Non bisogna indebolire la rosa, ma confermare qualità ed esperienza: il mercato sarà la chiave per affrontare il prossimo anno con serenità».

Juric l'anno scorso ha avuto grosse difficoltà: è comunque la scelta migliore?
«Va distinto il Juric visto alla Roma, che certamente ha fatto fatica, da quello del Southampton: in Inghilterra aveva una squadra quasi condannata alla retrocessione, era molto difficile salvarsi. Credo che Juric abbia voluto un'esperienza diversa, ma l'Atalanta lo ha preso soprattutto per garantire continuità tecnica. È la scelta migliore per non ripartire da zero».

Quale sarebbe stata l’alternativa?
«C'erano due strade possibili: puntare su un giovane emergente internazionale – magari un futuro Klopp, che a Bergamo avrebbe trovato l’ambiente ideale – oppure scegliere un tecnico già esperto di Serie A. Alla fine è stata scelta la seconda opzione, e comprendo bene la decisione».

Cosa servirà per mantenere alta l'asticella dei risultati?
«Prima di tutto molta pazienza. Giudicare Juric dopo poche partite sarebbe sbagliato: se arriveranno risultati negativi iniziali, la piazza deve rimanere calma. Bisogna aspettare diversi mesi prima di emettere giudizi definitivi».

La Dea riuscirà ancora a puntare alla Champions?
«Credo di sì. Non mancano certo le incognite, ma questo vale per molti club: la Juve che prosegue con Tudor, l’Inter che cambia tecnico. Ci saranno equilibri tutti nuovi e affascinanti: credo che l’Atalanta possa assolutamente puntare a confermare la qualificazione in Champions League».

Cosa pensa dei nuovi acquisti Sulemana e Ahanor?
«Preferisco essere prudente: li conosco ancora troppo poco per esprimere un giudizio definitivo. Sono giovani interessanti, ma vedremo sul campo se potranno diventare subito protagonisti o se avranno bisogno di tempo per adattarsi».

Cosa pensa del Mondiale per club recentemente introdotto?
«Non mi entusiasma affatto, anzi, sinceramente non l’ho nemmeno seguito. Credo sia semplicemente un’altra competizione inventata per motivi economici, che va a sovraccaricare ulteriormente i giocatori. È contraddittorio lamentarsi del numero elevato di partite e poi creare ulteriori tornei come questo».