
Lookman, il caso che scuote l’Atalanta: l’Avv. Di Cintio spiega cosa può succedere adesso
Il ritorno di Ademola Lookman a Zingonia, dopo settimane di assenza e la trattativa naufragata con l’Inter, ha riportato al centro del dibattito non solo il destino dell’attaccante nigeriano ma anche il tema, più ampio, dei diritti e doveri dei calciatori sotto contratto. A fare chiarezza sul caso è stato l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo, intervenuto a Bergamo TV. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Avvocato Di Cintio, Lookman si è assentato senza permesso. Come va interpretato questo comportamento?
«Parliamo di un lavoratore subordinato, con obblighi ben precisi verso la società. Non rispondere alle convocazioni o non presentarsi ad allenamenti e partite comporta conseguenze dirette sul piano contrattuale. In questo momento è l’Atalanta ad avere il coltello dalla parte del manico: il giocatore si è esposto in modo netto violando i suoi obblighi professionali».
C’è chi sostiene che la cessione di Zalewski dall’Inter all’Atalanta fosse collegata al caso Lookman. Lei cosa ne pensa?
«Non vedo legami tra le due operazioni. Zalewski è stato un affare tecnico a sé stante. Certo, tra club possono esserci rapporti e interessi intrecciati, ma qui non mi pare sia questo il caso. Sull’affare Lookman l’Atalanta è stata chiara e non ha mai avuto intenzione di scendere a compromessi che avrebbero potuto minare i rapporti di rispetto reciproco tra società».
Il ruolo dei procuratori è finito nel mirino dei tifosi. Lei che idea si è fatto?
«È un errore fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono procuratori molto validi che sanno costruire un percorso tecnico corretto per i loro assistiti. Purtroppo esistono anche professionisti che ragionano solo nell’ottica del guadagno immediato. Nel caso Lookman credo che la strategia adottata sia stata maldestra: non ha portato alcun beneficio al giocatore, che oggi si trova con più problemi che soluzioni».
Ora che è tornato a Zingonia, cosa rischia concretamente Lookman?
«Le opzioni previste dal contratto collettivo sono diverse: dalla sospensione degli emolumenti in caso di assenze ingiustificate a multe pecuniarie, che possono arrivare fino al 25% della mensilità. Ci sono anche strumenti più gravi, come la risoluzione del contratto, ma non penso sia questa la strada: l’Atalanta vuole trattenere il calciatore. Più verosimilmente si arriverà a una sanzione economica».
Intanto il mercato è ancora aperto. Qual è la sua lettura sul fronte centravanti?
«L’Atalanta si muove con la consueta attenzione. Il vero centravanti ce l’ha già in casa ed è Scamacca, un attaccante di razza. È chiaro che la società potrà cogliere occasioni negli ultimi giorni di mercato, ma non vedo una situazione d’emergenza. La Dea sa programmare e anche questa volta agirà con lucidità».
La vicenda Lookman, dunque, non è solo un caso di mercato ma un banco di prova su regole e comportamenti in un calcio che troppo spesso lascia spazio a forzature. L’Atalanta ha scelto la linea della fermezza, e il ritorno del nigeriano a Zingonia segna il primo passo di un percorso che dovrà inevitabilmente ristabilire ordine e responsabilità.
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