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Krstovic, il nuovo volto dell’attacco atalantino: fame, sudore e il peso di un’eredità
ieri alle 12:45Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Krstovic, il nuovo volto dell’attacco atalantino: fame, sudore e il peso di un’eredità

Il montenegrino raccoglie la sfida di sostituire Retegui: un centravanti da battaglia che Juric vuole trasformare in arma decisiva

A Bergamo è arrivato un attaccante che sembra uscito da un calcio di altri tempi. Nikola Krstovic porta addosso la polvere dei campi di provincia e la rabbia di chi non conosce la resa. Non è elegante, non è raffinato, ma è intriso di quella fame che può trasformare i limiti in opportunità. L’Atalanta lo ha scelto perché dentro i suoi difetti si nasconde il segreto dei centravanti veri: la voglia di spaccare le partite.

DAL VILLAGGIO ALLA SERIE A – La sua parabola parte da Golubovac, villaggio serbo da meno di 300 anime. Tappa dopo tappa, passando dalla Slovacchia alla Serie A, Krstovic si è costruito una carriera da trincea. Con il Lecce ha giocato due stagioni intere, diventando l’uomo simbolo di una squadra abituata a soffrire: 20 gol complessivi in due anni, segnati spesso più con la caparbietà che con la tecnica. A Bergamo eredita la maglia di chi prima di lui ha trascinato la Dea: dopo l’addio di Mateo Retegui, spetta al montenegrino raccogliere un’eredità pesantissima.

IL CONFRONTO CON RETEGUI E SCAMACCA – A livello di stile, Krstovic e Retegui sono quasi gemelli: target man puri, centravanti d’area di rigore, forti di sponde e colpi di testa. Diversissimo invece Gianluca Scamacca, attaccante di movimento e più completo, capace di svariare su tutto il fronte offensivo. Ma sul piano del rendimento il montenegrino paga il contesto: a Lecce, con un attacco da soli 27 gol, si è trovato spesso a inventarsi le conclusioni da solo, tirando molto (e non sempre bene). Retegui e Scamacca hanno numeri superiori, giocando in squadre più attrezzate e in sistemi offensivi ricchi di occasioni.

I DATI RACCONTANO LA SUA NATURA – Secondo i dati Soccerment - approfondisce Sky Sport Insider -, Krstovic ha il pregio di arrivare con continuità alla conclusione, ma il difetto di forzare soluzioni difficili che abbassano la qualità dei suoi tiri. È l’istinto a guidarlo, non sempre la lucidità. Ma rispetto a Retegui, c’è un dettaglio che intriga: partecipa di più al gioco, cerca conduzioni, inserimenti e passaggi progressivi. È un segnale importante per un’Atalanta che ha fatto della coralità il suo marchio di fabbrica.

UN PROGETTO DA PLASMARE – Krstovic non è ancora un prodotto finito: deve affinare i duelli aerei, imparare a scegliere il momento giusto, aumentare l’efficacia sotto porta. Ma la Dea non ha paura delle storie imperfette: da sempre le trasforma in favole di riscatto. Juric lo considera il centravanti giusto per completare Scamacca e per riscrivere un attacco orfano di Retegui e in attesa di chiarire il futuro di Lookman.

LA SFIDA – Per Nikola Krstovic Bergamo è la chance della vita. Qui dovrà imparare a dosare il fuoco che lo brucia dentro, a trasformare i tentativi ostinati in gol pesanti. Non sarà facile, ma se c’è un posto dove il ferro diventa acciaio, è proprio l’Atalanta.