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FOCUS TMW - Nell'ultimo anno la Serie A ha speso 970,2 milioni che non ha. Due non in rosso
Come giudicare il calcio italiano? In campo forse non è più fallimentare dopo le sei squadre portate ai quarti di finale delle tre competizioni, ma fuori sicuramente lo è di più. Perché nell'ultimo anno, tra chi chude i bilanci al 31 dicembre 2021 e chi li chiude al 30 giugno 2022, i club hanno perso 970,2 milioni. Un dato terrificante. Ci sono solamente due club che, grazie alle plusvalenze, si sono salvati: la Fiorentina, che ha venduto Vlahovic e Chiesa praticamente in un'unica soluzione (temporale) cioè tra gennaio e giugno 2022, e l'Atalanta, con un +11 dettato dalle plusvalenze di Gosens, Bettella, Melegoni e Colpani nel suo bilancino di sei mesi di regno degli americani.
E le big? Sono conti davvero incredibili, perché l'Inter va a pagare 140 milioni, la Roma 214,4 e la Juventus addirittura 239,3. Il Milan è in ripresa e paga "solo" 66,5 milioni, mentre il Napoli è a quota -51,9 milioni, con De Laurentiis che però ha deciso di ritornare agli antichi conti, senza innamorarsi di chi chiede stipendi da capogiro ma eventualmente vendendo e portando a zero bandiere come Mertens e Insigne. Sono cifre spaventose che farebbero fallire qualsiasi altra azienda che non sia una startup. Invece quasi tutti i club hanno costi strutturali che continuano a peggiorare, soprattutto Inter, Juventus e Roma che vanno avanti a bond, aumenti di capitale e pagamento in conto capitale dai soci per avere nuove risorse.
La realtà è che la Serie A ha fallito. Ha provato a competere con l'Inghilterra, ma non può farlo. E nemmeno con Real Madrid e Barcellona, colossi che hanno stadi da 100 mila persone e che generano un altro tipo di profitto. E che hanno un brand diverso, costruito negli ultimi anni, mentre noi abbiamo speso tutti i soldi sui calciatori. E continuiamo a farlo, con stipendi esagerati per calciatori mediocri, mentre gli stadi marciscono e San Siro, che dà 9,2 milioni al Milan contro il Tottenham, è un problema sia per il Milan che per l'Inter. Con la Fiorentina che non si sa dove giocherà, con l'Atalanta che è da anni che deve fare un intervento sulla Curva Sud, con l'Udinese che ha uno stadio di proprietà ma genera solamente 5 milioni di incassi.
Lo stadio di proprietà non è la panacea di tutti i mali. Dobbiamo accettare che non siamo l'NBA del pallone, ma creare un modello sostenibile che riporti il calcio al centro. La distanza dai tifosi è sempre più percepita, non solo dai giovani che sono una minoranza. Andare allo stadio è sempre più difficile, fra tessere del tifoso e stadi dove non si vede niente. Le politiche sono tutt'altro che inclusive, ma tutti pensano solamente all'impianto di proprietà che, da solo, conta solo per chi vende eventualmente la società.
Inter: -140 milioni
Sassuolo: -13,8 milioni
Torino: -37 milioni
Lazio: -22,3 milioni
Salernitana: -16,8 milioni
Bologna: -46,7 milioni
Cremonese: -3 milioni
Sampdoria: --25 milioni
Juventus: -239,3 milioni
Monza: -39,4 milioni
Fiorentina: +46,8 milioni
Lecce: -17,4 milioni
Atalanta: +11 milioni
Empoli: -3,5 milioni
Udinese: -69 milioni
Hellas Verona: -5 milioni
Milan: -66,5 milioni
Roma: -214,4 milioni
Spezia: -17,7 milioni
Napoli: -51,9 milioni
E le big? Sono conti davvero incredibili, perché l'Inter va a pagare 140 milioni, la Roma 214,4 e la Juventus addirittura 239,3. Il Milan è in ripresa e paga "solo" 66,5 milioni, mentre il Napoli è a quota -51,9 milioni, con De Laurentiis che però ha deciso di ritornare agli antichi conti, senza innamorarsi di chi chiede stipendi da capogiro ma eventualmente vendendo e portando a zero bandiere come Mertens e Insigne. Sono cifre spaventose che farebbero fallire qualsiasi altra azienda che non sia una startup. Invece quasi tutti i club hanno costi strutturali che continuano a peggiorare, soprattutto Inter, Juventus e Roma che vanno avanti a bond, aumenti di capitale e pagamento in conto capitale dai soci per avere nuove risorse.
La realtà è che la Serie A ha fallito. Ha provato a competere con l'Inghilterra, ma non può farlo. E nemmeno con Real Madrid e Barcellona, colossi che hanno stadi da 100 mila persone e che generano un altro tipo di profitto. E che hanno un brand diverso, costruito negli ultimi anni, mentre noi abbiamo speso tutti i soldi sui calciatori. E continuiamo a farlo, con stipendi esagerati per calciatori mediocri, mentre gli stadi marciscono e San Siro, che dà 9,2 milioni al Milan contro il Tottenham, è un problema sia per il Milan che per l'Inter. Con la Fiorentina che non si sa dove giocherà, con l'Atalanta che è da anni che deve fare un intervento sulla Curva Sud, con l'Udinese che ha uno stadio di proprietà ma genera solamente 5 milioni di incassi.
Lo stadio di proprietà non è la panacea di tutti i mali. Dobbiamo accettare che non siamo l'NBA del pallone, ma creare un modello sostenibile che riporti il calcio al centro. La distanza dai tifosi è sempre più percepita, non solo dai giovani che sono una minoranza. Andare allo stadio è sempre più difficile, fra tessere del tifoso e stadi dove non si vede niente. Le politiche sono tutt'altro che inclusive, ma tutti pensano solamente all'impianto di proprietà che, da solo, conta solo per chi vende eventualmente la società.
Inter: -140 milioni
Sassuolo: -13,8 milioni
Torino: -37 milioni
Lazio: -22,3 milioni
Salernitana: -16,8 milioni
Bologna: -46,7 milioni
Cremonese: -3 milioni
Sampdoria: --25 milioni
Juventus: -239,3 milioni
Monza: -39,4 milioni
Fiorentina: +46,8 milioni
Lecce: -17,4 milioni
Atalanta: +11 milioni
Empoli: -3,5 milioni
Udinese: -69 milioni
Hellas Verona: -5 milioni
Milan: -66,5 milioni
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