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Bologna, Fenucci: “Siamo ancora stonati. Italiano? Ha un contratto”TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:55Serie A
di Ivan Cardia

Bologna, Fenucci: “Siamo ancora stonati. Italiano? Ha un contratto”

Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, è tornato ai microfoni di Sky Sport 24 sul successo in finale di Coppa Italia ai danni del Milan: “Siamo ancora stonati da questa grande serata emozionante, da questo successo arrivato dopo tantissimi anni che ha riportato il Bologna ai vertici. Abbiamo coronato il sogno di generazioni di tifosi”.

Europa sicura, ora che si fa?
“Intanto si continua a competere in campionato, perché mancano due giornate e c’è ancora una piccola apertura per arrivare in Champions League, che va sfruttata. Poi ci si siede, dopo qualche festeggiamento che squadra, staff e città meritano. Come ogni anno”.

Il futuro di Italiano?
“Ha un contratto e un rapporto molto solido con noi. Abbiamo imparato ad apprezzare l’uomo, il professionista già si conosceva perché ha fatto molto bene ovunque sia andato. Quest’anno era più difficile, perché entrava in un gruppo che si era realizzato sia individualmente che come collettivo nella scorsa stagione. Dopo qualche difficoltà iniziale, che era prevista, è riuscito a tirare fuori il meglio dai giocatori ed è nata una grande stagione straordinaria”.

Qual è il progetto del Bologna?
“Il progetto è continuare a crescere, essere competitivi. Significa anche continuare a migliorare cose: se dovesse andare via qualche giocatore, come può accadere per qualsiasi squadra, c’è un lavoro dietro che ci consentirà di rinforzarci adeguatamente. Però è presto per parlarne, la voglia è di essere competitivi anche in Europa se riusciremo a riaffacciarci a quel livello”.


Cosa ha rappresentato vincere all’Olimpico?
“Un successo a Roma, nella mia città, è una cosa fantastica. È stato un ulteriore coronamento di un percorso. L’annata è contraddistinta da tanti piccoli momenti felici, di prestazioni di alto livello. La cosa che ci portiamo dietro è l’armonia di questo gruppo di giocatori che, unito allo staff e alla dirigenza, ha creato i presupposti perché sul campo si verificasse quello che è successo”.

La cartolina di saluti?
“La notte di Roma rimarrà sempre nel nostro cuore. Però la fotografia è proprio l’inizio, in ritiro, quando c’erano ancora tante perplessità sull’arrivo dell’allenatore. E invece eravamo tutti sereni e fiduciosi sul fatto che con lui, con questo gruppo, avremmo intrapreso una strada altrettanto vincente”.

Ora la sfida dei dieci anni dell’era Saputo è lo stadio?

“Le sfide sono diverse. La prima è quella di rimanere a questi livelli di competitività. Non siamo una big per numeri, ma lo vogliamo essere per ambizioni. Lo stadio è uno di questi tasselli, ma non è un problema solo di Bologna bensì del calcio italiano: se vogliamo migliorare questo sport, anche a livello industriale, siamo molto indietro rispetto ai concorrenti europei. Non parlo solo di ricavi, ma di come questo sport viene vissuto e di come si attraggono le nuove generazioni”.