Alberto Marchetti: "Riva? Conoscendolo meglio, con il trascorrere del tempo, ci si rendeva conto che era un bonaccione"
L'ex centrocampista del Cagliari Alberto Marchetti ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del portale "Barbadillo" e si è soffermato sul suo arrivo al Cagliari nel 1977. Di seguito alcune delle sue dichiarazioni:
Lei approdò a Cagliari, in Serie B, nel 1977, anno in cui Gigi Riva, dopo il grave infortunio del 1976, decise di appendere le scarpe al chiodo. Lei quando conobbe Riva? “Un anno dopo, quando entrò nello staff dirigenziale. Gigi parlava poco ed osservava molto, non si lasciava trasportare dai facili entusiasmi. Almeno inizialmente, per il suo carattere chiuso sembrava un orso che incuteva soggezione e, pertanto, specie noi giovani, trovandoci al suo cospetto, il mito Gigi Riva, lasciavamo a lui l’iniziativa di cominciare a parlare. Conoscendolo meglio, con il trascorrere del tempo, ci si rendeva conto che era un bonaccione”.
Il suo trasferimento a Cagliari, Campionato di B 1977-78, rientrò nella cessione di Virdis alla Juve? “Sì, in cambio di Virdis, io e Capuzzo fummo ceduti al Cagliari”.
Inizialmente, almeno così ricordo, Virdis fu restio a lasciare Cagliari. “Si, è vero. Non riuscì a convincerlo il direttore sportivo della Juventus Giuliano. Pare che fu convinto da una visita personale che il presidente bianconero Boniperti fece a casa sua”.
Lasciando la Juve che sensazione ebbe? “Ero restio a trasferirmi in B, anche perché ero venuto a conoscenza che mi cercava il Genoa di Simoni che era in A. Eppure, quella estate del 1977, ero in vacanza proprio in Sardegna quando il portiere dell’albergo mi informò che mi cercavano alcuni dirigenti del Cagliari. Mi recai a Cagliari, venni ricevuto dal presidente Delogu e trovammo un accordo. Se avessi rifiutato il trasferimento sarei rimasto fermo un anno”.






