Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / cagliari / Il punto
FORMAZIONE RECLUTE 
Oggi alle 10:15Il punto
di Vittorio Sanna
per Tuttocagliari.net

FORMAZIONE RECLUTE 

Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

L’asticella subito in alto, per guardare al punto d arrivo, senza guardarsi i piedi. È un Cagliari che non deve soffrire di vertigini, che non deve avere paura del confronto, coraggioso e tenace. L’idea che Fabio Pisacane sta trasformando in lavoro, in obiettivi, in ricerca, sapendo che arrivare a saltare l’asticella vuol dire giocarsi ogni partita ad armi pari, undici contro undici, uniti il più possibile.

D’estate sono parole, solo parole. Già in autunno per molti sono volate via, se le radici non sono profonde, se la base non è ben affondata. Il più delle volte vengono alimentate dalle illusioni, partitelle da 12 a 0 con squadre amatoriali o dilettantistiche. Goleade consapevoli che non convincono gli stessi protagonisti. Forse per questo il precampionato rossoblu sembra essere un cammino a gironi di Europa League. Il primo, il Galatasaray, ma poi si continua con Hannover e Saint’Etienne. Niente passeggiate perché in campionato non si passeggia. Subito attenzione massima altrimenti le prendi di brutto. Temprare il carattere come l’antico CAR, Centro Addestramento Reclute per i militari di leva, al suo livello massimo, roba da paracadutisti del pallone, da veri e proprio Marines. Un calcio subito difficile e pericoloso per abituarti che la Serie A è un postaccio, dove nessuno ti regala niente e può fare veramente male.

È meglio lo sappiano subito i giovani abituati a tornei per ragazzini, “primavere” rispetto all’inverno duro in cui lo step è evidente. Neanche i fenomeni dell’Under 21 azzurra sono spesso preparati al grande salto. Tre, al massimo quattro di loro giocano costantemente nello loro squadre. Faticano come si faticava con Zeman a fare i gradoni. Per Pisacane non solo questione atletica, è anche tecnica, è soprattutto mentale e emotiva. Saper stare davanti alla realtà, da subito.

Quaranta giorni durissimi, prima del giuramento, delle scelte definitive, del battesimo che sarà quello a cui poi diventerà più complicato rimediare. Si parte con la verifica dei nonni, di coloro che erano il Cagliari nella passata stagione. Di chi è rimasto a gestire la stecca. Non ci sono posti comodi. Chi andava in panchina in passato deve prendersi le sue responsabilità. Zappa, Wieteska, Obert, Prati, Felici. Non c’è più chi li protegge. Devono uscire e dimostrare di essere pari a Mina, Luperto, Adopo. Coloro che sono “i vecchi”, devono correre più dei giovani. Devono essere esempio. Devono giocare in ogni zona del campo come se fosse la prima volta. Anche questa sarà verificata, la disponibilità. In un gruppo nuovo i brontolii, le manifestazioni plateali che possono portare all’ammutinamento, sono un pericolo. Tutti in riga, con fede e disciplina. E anche i comportamenti saranno fondamentali per non essere “consegnati”sorprendentemente durante il mercato.

Vecchi e nuovi, acquisti affamati di gloria e giovani che provano a saltare il filo spinato, ad andare oltre l’ostacolo, piangendo la notte al buio ma correndo e sudando durante il giorno, senza mollare mai, guardando solo alla grande occasione.

Per ultimo, solo per ultimo, il campo. Dove porti ciò che sei e lo spendi per la squadra. Offri il tuo contributo in trentotto battaglie, nel campionato di 300 giorni dai quali devi uscirne almeno indenne, sempre con l’idea che sia vincente, riportare a casa la pellaccia. Ogni progresso, ogni margine di crescita, ti avvicina all’obiettivo. Saper attaccare e ricomporti, come un pugile, un fiorettista, un lottatore. Attacco per colpire e immediato assetto difensivo per non essere colpiti. Una squadra di parà, di marines, di calciatori anonimi che per essere ricordati dovranno dimostrare di essere eroi. Ricordando sempre che lo stemma e il nome che porti davanti, sul petto, è più importante del nome che porti stampato sulle spalle.