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IL CALCIO TREMA
mercoledì 1 dicembre 2021, 08:20Il punto
di Vittorio Sanna
per Tuttocagliari.net

IL CALCIO TREMA

Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

Una brutta scossa di terremoto del quale sono ancora da calcolare i danni. L’idea che possa finire come tante altre volte con una finta ricostruzione che permetterebbe ai soliti noti di fare ancora soldi, speculazioni su speculazioni. Nel calcio erutta l’inchiesta sulle plus valenze, sui falsi in bilancio con cifre gonfiate e giocatori valutati in modo funzionale alle esigenze di bilancio. Ma davanti a un nuovo olocausto ci sarà chi giustificherà tutto come una normale procedura, una consuetudine in un mondo ovattato lontano dalla realtà, che in fin dei conti ha un indotto notevole, tale da giustificare l’alienazione alle più normali regole di lealtà e correttezza. 

Un'altra astronave di cartacce da confinare in un archivio con assoluzioni che sarebbero funzionali all’autoconservazione, a mantenere tanti posti di lavoro, roba più sicura rispetto alle rivoluzioni e alle restaurazioni che implicano la perdita di poteri e privilegi. Il problema è evidente, quasi sfacciato e basta guardare i conti di casa o quelli del vicino per capire che è stata scoperchiata una pentola di fagioli tutt’altro che silenziosa. E non c’è bisogno di tirare giù gli “dei”. Non è solo un problema di Cristiano Ronaldo, ma anche di piccoli giocatori attualmente in C, in piccoli campionati esteri. 

A dirigere il tutto sarebbero le società più potenti (…ma guarda un po’! Strano), capaci di distribuire, e quindi coinvolgere, le società più in affanno, (i vassalli) attraverso prestiti (o utili) che si pagano con le cifre gonfiate, senza avere contante. Creando anche disagio al calciatore di turno valutato in molti casi dieci volte in modo spropositato rispetto alle sue concrete qualità e quindi, soggetto alle critiche di aspetta un rendimento congruo al valore di mercato. Perchè il tifoso  non è fesso e si rende conto se un calciatore vale i dieci milioni spesi e si accorge quando di ritorno, qualche anno dopo, se ne incassano cinque ciascuno per talenti che non sono talenti. In questo scenario si spengono le passioni e si vivono molte gare come fossero un oroscopo, dal destino segnato. Si rispettano e si tutelano le gerarchie.

Lo sport va come va l’Italia. Il grande potente sport con i privilegi delle caste. A discapito delle sorprese, delle imprevedibilità, dei giochi di posizione. Del sogno, dello spirito di sacrificio, della fatica e del sudore. Del merito. Se arrivasse ogni volta il terremoto per ripulire le società si potrebbe pensare ad un calcio più pulito non insaccato in valori da rigenerare e moltiplicare con il solo intervento di governo, soldi pubblici da girare ai privati. È in questo periodo di stanca, di volti fintamente nuovi che possiamo tracciare una nuova linea di partenza per ridare al calcio anche solo un frammento di quel sogno che alimentava, il magnetismo che univa, le battaglie dialettiche che alimentava. E invece qui a gioire per un  punticino strappato dopo palla lunga e pedalare, figlio di un momento che dura da tanto tempo e ci ha fatto abituare allo stato di dipendenza, alle soglie della schiavitù.

Un calcio mediocre che in passato ci avrebbe fatto storcere il naso e che avremmo giustificato solo per il risultato senza voler vedere per forza una bella partita (che non è stata). Viviamo questo nuovo apocalisse che di sicuro comincerà con pochi sinistri scricchiolii. Ci sarà poi una “seconda repubblica” che conserverà i parassiti dietro nuovi stemmi e vestiti. Ma c’è un elemento che si mantiene puro, se antico, il tifoso. Colui che ripudia l’idea della sottomissione, che non giustifica le prepotenze, che si presenta a testa alta e se perde ti offre almeno da bere. I tifosi che esaltano il punticino per incoraggiare la squadra e non per ghettizzarne le aspirazioni. Per uscire dal tunnel e guardare nuovamente il cielo. Per imparare a dire nuovamente “no” al destino segnato e giocarci con orgoglio ogni partita. Magari cercando tutti i punti in palio e non solo il punto in trasferta che vale sempre e comunque uno.

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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.