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ARBITRI, GIOCATE ANCHE VOI
mercoledì 19 gennaio 2022, 09:20Il punto
di Vittorio Sanna
per Tuttocagliari.net

ARBITRI, GIOCATE ANCHE VOI

Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

Lo si insegna ai ragazzini per far apprendere il fair play. Lo vivono così anche gli aspiranti arbitri finchè il piatto non diventa ricco. GLI ARBITRI FANNO PARTE DEL GIOCO. Facile a dirsi, difficile da accettare, soprattutto in una cultura come la nostra dove il sospetto si respira a pieni polmoni, alimentato dal sottile confine che chi la fa franca è un dritto e chi viene beccato è un delinquente. Nel caso degli arbitri italiani poi subentrano altri elementi che hanno sempre portato ad accettare gli errori (che fanno parte del gioco) o come la mitologica “reverenza psicologica”, una sorta di acqua e zucchero per curare  il mal di pancia, o come “libera interpretazione” anche grazie alla “reverenza psicologica” dei mass media più diffusi. Salvo poi scoperchiare pentole di scandali, corruzione e interessi. Un problema di approccio da parte di tutti.

Alla base, il condizionamento di parte che direziona l’interpretazione di un episodio a favore o contro. Se tifo per una squadra vedrò l’interpretazione da un punto di vista opposto. In mezzo, i protagonisti, gerarchicamente ben strutturati, che fanno valere il loro potere nelle stanze in cui si decide anche il destino arbitrale. E infine gli stessi arbitri di massima serie (puntualizzo, solo quando si arriva in alto) tecnicamente tra i più bravi al mondo ma anche per questo che assumono atteggiamenti di infallibilità che mal si sposa con il concetto “fanno parte del gioco”.

Tutti dovrebbero fare un passo indietro perché sia più facile educare al concetto che gli arbitri sbagliano più o meno gravemente, come un passaggio o un calcio di rigore,  e che il condizionamento sia effettivamente quella “compensazione (altro concetto mitologico) che alla fine del campionato pareggia i conti. Non sarà mai così. Ma nella evidenza dell’errore in Milan-Spezia ci sono elementi che si possono leggere come indicativi. L’umanità del direttore di gara Serra, capace di chiedere scusa e piangere e non di difendere ad oltranza il  suo errore, come hanno fatto in passato da prìncipi e principini del fischietto, esaltando le distanze culturali del mondo arbitrale da tutti gli altri protagonisti del calcio, rinunciando al principio dell’errore.

La compostezza dei calciatori che di fronte all’umiltà e all’umanità di un direttore di gara, hanno certamente contenuto atteggiamenti a loro volta aggressivi che si spendono per errori meno importanti. Si può uscire da tutto questo riprendendo ad essere cooprotagonisti di uno sport, dove gli arbitri scendono dall’Olimpo ed entrano in campo come atleti, ognuno nel proprio ruolo ma senza atteggiamenti di prepotenza e superiorità. Un bell’esempio da proiettare nei campi e nei campetti delle infinite categorie dove gli errori pacchiani come quello di Serra sono all’ordine del giorno e, purtroppo, le violenze dettata dall’ignoranza, conseguenti. Cancellare il concetto di infallibilità e riprendere a studiare latino: errare humano est. Una lezione di sport sotto i riflettori della Scala del calcio che speriamo possa essere utile per far capire a tutti che gli arbitri, come i calciatori, fanno parte del gioco.

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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.