
Tifosi, strutture, innovazione e tradizione, ecco il Casteddu Style. E Cagliari ora è un modello
“Il Casteddu è ripartito tra tradizione e innovazione, assecondando la sete di cambiamento del suo patron. Prima di tutto, il look. In stile americano. L’idea (molto italiana) dell’uomo solo al comando è stata abbandonata per favorire la suddivisione di ruoli e responsabilità in tre diverse aree. Il Cagliari è uno dei pochi club a non aver perso un euro di sponsorizzazioni con la retrocessione in B del 2022. I partner qui li hanno fidelizzati, puntando sulle radici comuni trattandosi - nella maggior parte dei casi - di aziende presenti sul territorio.
Il club dell’isola, del resto, continua ad avere un bacino d’utenza notevole a prescindere dalla categoria in cui gioca: dopo le cosiddette 7 sorelle nella classifica sul numero di tifosi in Italia c’è proprio il Casteddu. - si legge ancora nel pezzo guardando poi al settore giovanile e alle strutture - Siamo alle battute finali per il progetto del nuovo stadio, che la società conta di inaugurare almeno per la seconda parte del 2026-27. Dopo il pubblico interesse e la pubblica utilità, è stata convocata la conferenza dei servizi decisoria. Sarà un impianto da 30 mila posti e sorgerà al posto del vecchio Sant’Elia, sarà intitolato a Gigi Riva ed è stato scelto dalla FIGC per Euro 2032. A proposito di strutture, la mission societaria prevede un vivaio di alto livello, dal quale sono sbocciati ultimamente tre classe 2002 protagonisti in prima squadra: Obert, Kourfalidis e Luvumbo. Anche le academy fioriscono: oggi se ne contano 43 solo in Sardegna, così da monitorare costantemente circa 5.000 talenti di prospettiva e scovare i nuovi Barella, più 3 centri di formazione sull’isola (nord, centro e sud) e due fuori regione, uno a Rho (Lombardia) e l’altro a Lecce (Puglia)”.







