
Presto e bene non stanno insieme. Dopo solo due giornate, in C arriva il primo esonero
La pressione di dover fare bene a tutti i costi, la pressione di dover riscattare un'annata disgraziata, la pressione che si crea intorno, la smania di fare quanto prima per battere la concorrenza. Il tutto, possibilmente, unito alla programmazione. Il mestiere del calcio non è mai facile, soprattutto in piazze decisamente calde come a esempio Avellino, dove ieri c'è stato il primo "fattaccio" di stagione: tradotto, il primo esonero del campionato 2023-2024, iniziato soltanto 12 giorni fa, esattamente il 1° settembre, e con in archivio solo due giornate (neppure giocate al completo).
A pagare due sconfitte consecutive, mister Massimo Rastelli, esonerato dall'Avellino.
I dubbi dell'estate
Un 14esimo posto nella passata stagione, senza neppure la possibilità di disputare i playoff, e una ristrutturazione partita con ampio anticipo rispetto alla possibile tabella di marcia, anche il nodo della panchina è sempre stato piuttosto stretto in terra irpina. Rastelli, dopo esser subentrato nella passata stagione, è da subito stato in bilico, ma il contratto era dalla sua: un folle accordo - soprattutto alla luce dei fatti - che, da quanto trapelava dalla Campania, prevedeva addirittura un prolungamento fino al 2025 in caso di esonero anticipato alla data del 30 giugno 2024, scadenza naturale del mandato. Non solo, se l’Avellino fosse stato promosso in B, a Rastelli sarebbe persino scattato un prolungamento automatico fino al 2026. Quanto basta per intuire le ragioni della sua iniziale conferma sono da ricondursi a quanto detto. Ma le due prestazioni con Latina e Juve Stabia, nelle quali sono maturate altrettante sconfitte, hanno portato la società a prendere la scelta di esonerarlo, con tutte le conseguenze economiche del caso.
Al suo posto Michele Pazienza, reduce dall'annata con l'Audace Cerignola.
La voglia di riscatto della società
Presto e bene, come detto, non stanno insieme, e per quanto la scelta sia stata ponderata doveva forse esser trovata una soluzione a monte, anche se chiaramente - specie in assenza di offerte - pensare a una risoluzione consensuale con il mister era difficile. A ogni modo, in tal senso, qualcosa di diverso doveva esser fatto, per cercare di gravare il meno possibile sulle casse della società. Società la cui proprietà, però, non si tira indietro: tutt'altro, anzi, gli sforzi economici della famiglia D'Agostino non sono mai venuti mano. Starà ora al neo tecnico "ripianare" il tutto. Magari con una promozione...
A pagare due sconfitte consecutive, mister Massimo Rastelli, esonerato dall'Avellino.
I dubbi dell'estate
Un 14esimo posto nella passata stagione, senza neppure la possibilità di disputare i playoff, e una ristrutturazione partita con ampio anticipo rispetto alla possibile tabella di marcia, anche il nodo della panchina è sempre stato piuttosto stretto in terra irpina. Rastelli, dopo esser subentrato nella passata stagione, è da subito stato in bilico, ma il contratto era dalla sua: un folle accordo - soprattutto alla luce dei fatti - che, da quanto trapelava dalla Campania, prevedeva addirittura un prolungamento fino al 2025 in caso di esonero anticipato alla data del 30 giugno 2024, scadenza naturale del mandato. Non solo, se l’Avellino fosse stato promosso in B, a Rastelli sarebbe persino scattato un prolungamento automatico fino al 2026. Quanto basta per intuire le ragioni della sua iniziale conferma sono da ricondursi a quanto detto. Ma le due prestazioni con Latina e Juve Stabia, nelle quali sono maturate altrettante sconfitte, hanno portato la società a prendere la scelta di esonerarlo, con tutte le conseguenze economiche del caso.
Al suo posto Michele Pazienza, reduce dall'annata con l'Audace Cerignola.
La voglia di riscatto della società
Presto e bene, come detto, non stanno insieme, e per quanto la scelta sia stata ponderata doveva forse esser trovata una soluzione a monte, anche se chiaramente - specie in assenza di offerte - pensare a una risoluzione consensuale con il mister era difficile. A ogni modo, in tal senso, qualcosa di diverso doveva esser fatto, per cercare di gravare il meno possibile sulle casse della società. Società la cui proprietà, però, non si tira indietro: tutt'altro, anzi, gli sforzi economici della famiglia D'Agostino non sono mai venuti mano. Starà ora al neo tecnico "ripianare" il tutto. Magari con una promozione...
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