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UNA FIORENTINA DI BUONI PENSIERI: PER I SOGNI SERVE UN ATTACCANTE. IL LAVORO DI IACHINI SI VEDE. BIRAGHI: L’AFFARE È STATO DEI VIOLA. ROCCO ACCELERA SULLO STADIOTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Falsini
lunedì 21 settembre 2020, 00:00L'opinione
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

UNA FIORENTINA DI BUONI PENSIERI: PER I SOGNI SERVE UN ATTACCANTE. IL LAVORO DI IACHINI SI VEDE. BIRAGHI: L’AFFARE È STATO DEI VIOLA. ROCCO ACCELERA SULLO STADIO

Buona la prima che, per inciso, è sempre una trappola. Vittoria dei viola mai in discussione. Troppo piccolo ancora questo Torino, troppo tosta questa Fiorentina. Squadra robusta nei concetti e nei contrasti; ordinata e pulita dal punto di vista tattico; convinta nel cercare i gol, afflitta purtroppo dalla vecchia patologia nel fallirli. Il vulnus resta quello: bugiardo chi accusa Iachini di non fabbricare chance offensive, realista chi racconta la difficoltà dei viola nel buttarla dentro. Sono fatti oggettivi. Stavolta Kouame si è trovato davanti Sirigu portierone, la parata a mano aperta sulla deviazione aerea del centravanti viola, appartiene al campionario dei numeri uno immortali. Buone anche gli altri interventi del portiere granata e della Nazionale, ma quel balzo sulla linea a ricacciare la palla in campo è stato una delizia per gli esegeti del ruolo. Kouame è piaciuto per i movimenti e anche per l’elevazione sfoderata in più circostanze. Il ragazzo ha qualità non c’è dubbio, ma sulla mira bisogna lavorare. Stesso problema di Vlahovic e Cutrone. La gioventù non li aiuta, ma se vogliono guidare l’attacco della Fiorentina devono cominciare a segnare veramente. Non è neanche possibile che la Fiorentina continui a fabbricare 5-6 chance da gol prima di farne uno. Il vantaggio, strameritato, è arrivato da uno spunto di Chiesa, che ha fatto il Chiesa, e da un inserimento di Castrovilli al quale Iachini aveva chiesto di fare più gol. Allenatore accontentato in apertura di campionato. 

Dragowski è stato decisivo nel primo tempo su Berenguer, la difesa nel complesso ha donato sicurezza, mentre il centrocampo dopo un primo tempo poco illuminato, ma senza fronzoli, nella ripresa ha aumentato il numero dei giri con la crescita di Duncan e Bonaventura, oltre al già citato Castrovilli. Dell’attacco abbiamo già detto tutto. Servirà pazienza. 

La Fiorentina è apparso squadra affidabile, forte di testa, in sicurezza quasi sempre. Salvo un paio di errori, uno dei quali, di Ribery addirittura, avrebbe potuto portare conseguenze terribili se Zaza, il peggiore in campo, non avesse sbagliato l’assist per Belotti, solo al centro dell’area viola. Questa Fiorentina è meritevole di fiducia, diamogliela. Togliamole quel mantello di pregiudizio, quel venticello di disfattismo - qualcuno lo chiama “gufismo” - spesso fastidioso. I pregiudizi su Iachini - sul quale ci siamo soffermati in diverse occasioni - e su Biraghi: Cristiano ha fatto una partita splendida, costruita su inserimenti e cross perfetti. Certamente l’esperienza di Milano gli è stata molto utile, è migliorato, ma non era male neppure quando è partito un anno fa. Nessuno ha intenzione di paragonarlo a Roberto Carlos o Marcos Alonso e ancora non è ai livelli di Pasqual, ma Cristiano non è neppure quel brocco che alcuni volevano dipingere. Titolare in Nazionale, ma a qualcuno non bastava nemmeno quello.

Brava la Fiorentina a riportarlo a casa perché non c’era ragione nel valorizzare Dalbert, un giocatore dell’Inter, al posto di Biraghi, patrimonio del club viola. Non solo: Biraghi è migliore di Dalbert, non ci vuole molto a capirlo. Persino nella fase difensiva l’italiano si lascia preferire al titubante brasiliano. L’affare lo hanno fatto i viola, non l’Inter. 

E’ una Fiorentina che autorizza, dunque, buoni pensieri. Semina speranza, sparge ottimismo, ma pure un dubbio: con un attaccante esperto e forte non sarebbe ancora più competitiva per certi traguardi? Non potrebbe puntare subito con decisione, visto già il buon impianto di squadra, ad un obiettivo continentale? Rinunciare ad un rinforzo così equivale in qualche modo a sprecare una cartuccia? Sono domande legittime che cozzano però con le dichiarazioni dei dirigenti viola, a cominciare dal presidente Rocco, che si aspettano 50 gol dai 5 attaccanti adesso in rosa. Tutti si augurano che abbiano naturalmente ragione, ma un po’ di scetticismo resta. 

Nella concretezza della Fiorentina, in quel modo di stare in campo con ordine, senza svolazzi, si vede con chiarezza il lavoro di Iachini. Il lavoro del quotidiano emerge netto in partita. La strada intrapresa è giusta, si tratta soltanto di insistere e crescere ancora. Anche Iachini merita di incassare la fiducia. 

Rocco Commisso in questi giorni seguirà il mercato, ma tanto anche la questione stadio, soprattutto alla luce della nuova legge. Rocco sa usare benissimo la comunicazione: quel calcinaccio del Franchi messo in bella mostra da Commisso, è un altro segnale che spiega come fare un nuovo impianto o rimettere le mani sul vecchio Franchi sia più di una necessità. Le elezioni da domani saranno solo un ricordo e Rocco potrà avere subito gli incontri decisivi col mondo della politica. La stadio è un’opzione improcrastinabile, questo è il momento di agire.