
Per l'Europa ora serve un miracolo. Palladino punta la Conference e fa discutere. Ma alcune delle sue scelte sono diventate obbligate
La Fiorentina perde 1-0 lo scontro diretto dell'Olimpico contro la Roma e allontana, probabilmente in maniera definitiva, il sogno chiamato Champions. Anche l'obiettivo Europa League passando per il campionato si complica fortemente, con la Conference che torna ad essere l'obiettivo principale di questo finale di stagione. Anche Palladino pare aver scelto questa strada, soprattutto considerando alcune decisioni di formazione che hanno fatto discutere e che continueranno a far discutere almeno fino al ritorno contro il Real Betis.
Svilar alza il muro
La Fiorentina non ha giocato una brutta partita. Ai viola è mancato solo il gol, trovando di fronte uno dei migliori portieri del campionato, senz'altro uno dei più in forma. Svilar ha infatti chiuso la propria porta davanti alle occasioni create dalla squadra di Palladino vanificando gli attacchi di una formazione che, in ogni caso, è apparsa stanca. Kean ci ha provato in tutti i modi, apparendo meno lucido del solito ma sempre fulcro del gioco gigliato. Anche Mandragora è andato vicino all'ennesimo gol, ma come detto, il portiere giallorosso non ha fatto sconti permettendo a Ranieri di festeggiare un altro 1-0.
Le scelte di Palladino fanno discutere
La presenza tra i titolari contemporaneamente di Richardson, Ndour e Zaniolo, ha lasciato fin da subito qualche dubbio, con Palladino che evidentemente ha cerchiato in rosso la data dell'8 maggio, quella della sfida del Franchi contro gli andalusi di Pellegrini. Una scelta, dicevamo, che però potrebbe rivelarsi fatale davanti al mancato ribaltamento del risultato del Benito Villamarin. È in dubbio che le scelte siano state prese anche a causa della forma generale della rosa, con una turnazione che evidentemente è diventata obbligata in base alle risposte in allenamento dei titolari o presunti tali.
La Conference, poi il resto
Guardando con ottimismo alle ultime tre partite di campionato, non è ancora arrivato il tempo delle valutazioni definitive, ma i punti di distacco dall'Europa League e le tante squadre davanti alla Fiorentina non alimentano le speranze. Tre vittorie su tre sono l'unica possibilità rimasta per provare a dare un senso a un campionato dove i punti persi non sono certo quelli dell'Olimpico. Ma molto dipenderà da giovedì. È evidente che se la Fiorentina dovesse riuscire nell'impresa di ribaltare il 2-1 maturato in Spagna, tutte le attenzioni si sposterebbero automaticamente su Breslavia, ma ad oggi è impossibile fare questo tipo di calcoli.
Le valutazioni solo dopo il Real Betis
Adesso non si può far altro che serrare i ranghi e attendere con fiducia e trepidazione la notte del riscatto sul Betis. Poi arriverà anche l'ora di tirare le fila e decidere quanto questa stagione abbia lasciato l'amaro in bocca. Arriverà il tempo di valutare il lavoro del tecnico, ma anche della società vista l'assenza di alcune alternative che permangono ormai dall'estate del 2024. Ma non è questo il giorno. Prima c'è da spingere una squadra oltre i propri limiti. Sperando di recuperare anche Dodo, di non perdere Gosens e di ritrovare un Kean più sicuro sotto porta. Tutto il resto, verrà dopo. Alla fine di questa stagione sulle montagne russe.







