
Tecnico e psicologo: Palladino scuote la squadra contro il tabù delle "piccole"
Per far sì che il cosiddetto “calendario facile” si riveli realmente alla portata di Ranieri e compagni dopo la batosta psicologica in Conference, dovrà dimostrarlo solo e soltanto la Fiorentina. Che se è vero che, in virtù del ko contro la Roma di domenica scorsa e della vittoria di ieri del Milan, è scivolata al nono posto, è ugualmente evidente che si trova ancora coinvolta nel gruppone che negli ultimi tre turni di campionato si giocherà l’accesso a tutte le coppe europee. Dunque, per certi aspetti, i viola hanno ancora in parte il proprio destino tra le mani, visto che una striscia di vittorie nelle ultime tre giornate e, soprattutto, un passo falso collettivo delle squadre che stazionano davanti ai toscani garantirebbero ancora la qualificazione dei viola a un torneo Uefa.
Numeri simili
Sarà inevitabile però che la Fiorentina, a partire da dopodomani a Venezia, continui (dopo i successi su Cagliari ed Empoli ad aprile) a fare la voce grossa con le piccole, visto che fino a questo momento il rendimento ottenuto nei confronti con le ultime della classe è stato (paradossalmente) di poco superiore a quello centrato al cospetto delle big. Numeri alla mano, la squadra di Palladino contro le prime otto in graduatoria ha fin qui ottenuto 23 punti in quindici gare (media di 1,53) mentre contro le squadre che stazionano tra il 20° e il 13° posto la media punti dei viola si alza a 1,93. Due score non troppo dissimili che testimoniano la maggior propensione della Fiorentina nel fare la voce grossa con le grandi e qualche difficoltà contro gli undici che si chiudono e giocano di rimessa.
Idee ben chiare
Raffaele Palladino questo lo sa bene e già da dopo la cocente eliminazione di giovedì scorso contro il Real Betis ha provato a tenere sulla corda tutto il gruppo, che già lunedì al Penzo dovrà scuotersi per provare a rincorrere quello che, ad oggi, più che un sogno sembra quasi un miraggio: “Abbiamo tre finali, dobbiamo cercare di fare nove punti. Il calcio è figlio di tanti episodi ma noi abbiamo l'obbligo di fare tre partite importanti” il suo pensiero giovedì sera. Che ancora una volta lo costringerà vestire i panni tanto del tecnico quanto dello psicologo.







