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Una batosta europea con la prima vera avversaria di livello in 3 anni di Conference, c'è di che riflettere. In campionato c'è ancora speranza, ma Kean va verso il forfait a VeneziaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it

Una batosta europea con la prima vera avversaria di livello in 3 anni di Conference, c'è di che riflettere. In campionato c'è ancora speranza, ma Kean va verso il forfait a Venezia

Sono stati i giorni della disillusione, perché a prescindere dallo spettro Chelsea un po’ tutti si vedevano già in Polonia, a Breslavia per la precisione. A essere onesti le due precedenti finali di Conference League avevano trasmesso una certa fiducia a tutto l’ambiente, fosse solo perché nelle precedenti edizioni i viola in un modo o nell’altro si erano resi protagonisti.

Un’altra storia chiamata Betis
Il problema è che nella sua terza partecipazione consecutiva il club di Commisso si è trovato a fare i conti con un’avversaria di diverso spessore rispetto a tutte le altre fin qui incontrate, e in campo ha fatto valere tutta la sua qualità. Non che i viola siano distanti dagli spagnoli, anzi volendo il valore collettivo - almeno quello economico - racconterebbe una superiorità italiana, ma nell’arco dei 180 minuti è il Betis che ha meritato la finale, e più che sulla prossima stagione o la conferma di Palladino è su questo aspetto che meriterebbe riflettere. Perchè al terzo anno di Conference, e al sesto di gestione Commisso, era legittimo attendersi una Fiorentina un po’ più robusta, maturata, che potesse opporre maggiore resistenza al valore della squadra di Siviglia, sostanzialmente la prima vera avversaria europea affrontata in 3 anni (al netto delle finali da considerarsi gare a parte).

L’assenza di alternative nel momento decisivo
Tutto questo per dire che al netto del segnale lanciato (dalla proprietà) con il prolungamento del tecnico è l’eliminazione europea a ridimensionare la crescita del mondo viola, almeno nell’ottica dell’ultimo triennio. Non che in questa stagione la rosa a disposizione del tecnico non sia migliorata, ma se come da più parti affermato questa resta la migliore della gestione Commisso aver abbandonato l’Europa non appena il livello delle avversarie è salito non può pareggiare il vanto di aver sfiorato la vittoria del trofeo in due circostanze. Insomma, a prescindere da come andrà a finire questa stagione pare già evidente che per alzare l’asticella delle ambizioni i viola dovranno elevare anche quella del mercato, dotandosi di maggiori alternative ai titolari che possano subentrare adeguatemente, evitando rimpianti come quelli vissuti per un Kean inizialmente rimasto fuori a Siviglia, per un Dodò solo parzialmente recuperato e per un Cataldi perso dopo appena mezz’ora di gioco della sfida d’andata.

Kean salta Venezia, si scaldano Gud e Beltran
Intanto però c’è ancora speranza. Se molte delle riflessioni, e delle valutazioni, di quest’anno per il momento possono attendere è perché la Fiorentina può ancora regalarsi una gioia e soprattutto garantirsi di centrare l’obiettivo (l’unico) fissato dal club. Raggiungere l’Europa League non è ancora impossibile, il k.o. del Bologna e il pari tra Lazio e Juve alimentano speranze. La Fiorentina dovrà mostrarsi nella sua veste migliore, o almeno in quella indossata con Cagliari ed Empoli. Il fatto che in quelle due vittorie Palladino abbia fatto a meno di Kean non pare una coincidenza, visto che l’attaccante probabilmente salterà Venezia. Il problema emerso a fine gara, giovedì sera, non pare banale, e potrebbe impedire al bomber di essere della spedizione al Penzo. Avanti con Gud e Beltran, nel caso, sperando che la sintonia tra i due sia quella vista in Sardegna e una settimana dopo al Franchi piuttosto che le difficoltà apparse in Spagna, nelle prime battute della doppia sfida ai biancoverdi di Siviglia.