
Il Bologna ai raggi X: Orsolini bomber, Ndoye in crescita ma la vera forza è sulle ali
Pancia piena e gambe stanche? La Fiorentina lo può anche sperare, ma non ci faccia troppo affidamento: se domenica sera il Bologna è quello (o almeno ci si avvicina) di mercoledì contro il Milan e la Fiorentina quella di lunedì a Venezia, rischia di finir male per i viola. La sfida del Franchi è suggestiva e particolarmente emozionante per diversi moti. Per il ritorno di Vincenzo Italiano a Firenze, per la fresca vittoria in una finale dell’ex allenatore viola che ne aveva perse tre di fila con la sua vecchia squadra, per l’attacco frontale e personale a Italiano di Pradé dopo il successo (con esultanza eccessiva, secondo il diesse fiorentino) alla fine della gara d’andata. E poi c’è l’aspetto più importante, la classifica. Il Bologna, già
qualificato per l’Europa League attraverso la Coppa Italia, può centrare ancora il quarto posto per la Champions mentre la Fiorentina deve vincere le prossime due partite per sperare ancora in qualche Coppa.
A Bologna stanno vivendo i giorni più belli della loro stagione, ma possiamo dire anche dell’ultimo decennio e perfino dell’ultimo mezzo secolo. I rossoblù hanno vinto con pieno merito la Coppa Italia, giocando un calcio organizzato e, quando è stato necessario, anche difensivo. Italiano, come aveva fatto a Firenze, ha puntato anche a Bologna sulla qualità degli esterni, sensibilmente aumentata rispetto alle stagioni fiorentine. Con tutto il rispetto, Ikoné e Sottil (e potremmo aggiungere anche Gonzalez...) non arrivano al livello di questa stagione di Ndoye (gol decisivo nella finale di Coppa Italia e otto reti in campionato) e Orsolini (tredici gol in campionato). Non solo, anche le sue ali di riserva, Cambiaghi e Dominguez, garantiscono alla squadra una notevole qualità. Ndoye è il giocatore che Italiano ha fatto crescere di più sotto tutti gli aspetti. Mai lo svizzero aveva segnato così tanto, nel Losanna era arrivato al massimo a sei gol nel 2018-19, nel Nizza uno, nel Basilea quattro, un anno fa nel Bologna di Thiago Motta appena uno.
Nella squadra di Italiano attaccano tutt’e due i terzini, Holm (ha annullato Leao all’Olimpico) a destra e Miranda (attenzione ai suoi cross) a sinistra. Raramente si accentrano come invece faceva Biraghi con l’ex allenatore viola, restano molto più spesso lungo linea per ricevere il lancio di uno dei due difensori centrali o del regista (mercoledì era Ferguson, mentre Freuler giocava più avanti). Le due ali invece tagliano al centro, Orsolini da destra per far valere il suo mancino, Ndoye dall’altra parte. Alla manovra d’attacco dà forza Odgaard (altro giocatore migliorato dalla cura dell’allenatore rossoblù) nella posizione del trequartista ma con funzioni anche da centrocampista. Il danese ha qualche acciacco da risolvere e a Firenze al suo posto potrebbe giocare Pobega o Fabbian. Davanti se Castro e Dallinga hanno la stessa forma fisica, gioca il giovane argentino, uno dei centravanti più tignosi del campionato, ma anche lui in questo momento non è al top e alla fine potrebbe spuntarla l’olandese, meno aggressivo del suo compagno. Non vanno dimenticati i due difensori centrali, l’attentissimo Beukema e il più tecnico Lucumi che però, ogni tanto, si fa fregare da qualche eccesso di sicurezza.
E’ probabile che l’ex allenatore viola, dopo il trionfo in Coppa Italia, presenti a Firenze una squadra con qualche novità. Con Pobega, per esempio, con Calabria e anche con Casale che Italiano all’Olimpico ha messo dentro a metà ripresa per blindare il risultato con la difesa a cinque. Lo aveva fatto anche con la Fiorentina, due anni fa a San Siro contro l’Inter, uno a zero per i viola e a un quarto d’ora dalla fine dentro Ranieri al posto di Ikoné per schierare la difesa a cinque, però a Bologna, anche se ogni tanto ricade nella...passione della difesa alta (è successo venerdì scorso a San Siro contro il Milan quando la sua squadra stava vincendo uno a zero), ha tolto gli eccessi. I tre anni di Firenze lo hanno spinto non poco nella crescita









