
Pioli e quella frase pro club. A gennaio aveva idee chiare: gliele farà cambiare l'Italia? La Viola aspetta
Rischia di diventare un vero e proprio intrigo quello tra la Fiorentina, Stefano Pioli e la Nazionale italiana. Perché se è noto da più di una settimana che il club viola ha battezzato l’attuale allenatore dell’Al Nassr come successore di Raffaele Palladino, dall’altra parte è stata la serata-naufragio dell’Italia in Norvegia a complicare i piani della dirigenza di Commisso. Il tutto nasce dal post partita di venerdì sera a Oslo, quando Luciano Spalletti ha annunciato di volersi confrontare col presidente federale Gabriele Gravina dopo la gara con la Moldavia per prendere una decisione sul suo futuro da ct, tutt’altro che scontato.
Pioli e la possibilità azzurra
Il summit tra l’attuale selezionatore azzurro e il numero uno della FIGC avverrà martedì, il giorno dopo la seconda gara di qualificazione al Mondiale, ma a prescindere dall’esito del confronto non è comunque detto che Spalletti se la possa sentire di proseguire con l’Italia, dato che anche una vittoria con la Moldavia non nasconderebbe affatto le varie brutte figure fatte dalla sua Nazionale nell’ultimo anno. In attesa di capire se l’ex tecnico del Napoli farà dietrofront o se verrà sostituito dalla federazione, Gravina ha iniziato comunque a guardarsi attorno e se si consumasse il divorzio con Spalletti ci sono Stefano Pioli e Claudio Ranieri attualmente come prime e forti ipotesi per la panchina azzurra.
Viola alla finestra: l'ok di Pioli c'era già
Per questo la Fiorentina è spettatrice interessata. Da giorni infatti il club ha incassato l’apertura di Pioli a tornare a Firenze, in un’intesa almeno verbale che tra le due parti c’è già. Manca piuttosto quella con l’Al Nassr, ancora non proiettato all’idea di liberare il proprio allenatore. Ed è questo il principale cavillo - assieme a quelli burocratici che riguardano la sua residenza in Arabia, ma più superabili - che fin qui ha recluso alla Fiorentina la possibilità di portare a termine l’affare, nonostante adesso sia tutto tornato in ballo per la questione Nazionale.
Pioli, quella frase galeotta e forse indicativa
Ma al di là di ogni tipo di accordo economico, progettuale e con la società araba (tutt’ora lo scoglio maggiore), come sempre conterà molto la volontà del protagonista, ovvero Stefano Pioli. Che non più tardi di pochi mesi fa, nel pieno della sua esperienza saudita, parlava così in un’intervista concessa a TMW proprio sul tema Italia nei suoi confronti: “Mi piacerebbe tantissimo allenare la Nazionale, però adesso mi piace allenare tutti i giorni e credo di voler continuare nei club”. È già successo in passato, infatti, che vari tecnici preferissero allenare costantemente nei club, quindi sul campo giorno dopo giorno, piuttosto che una manciata di volte in un anno con un gruppo che è in costante cambiamento. Fu il caso di Conte, ad esempio, che lasciò anche per questo dopo Euro 2016 accordandosi col Chelsea. Certamente non vuol dire che, nel caso in cui Spalletti lasciasse e a Ranieri fosse preferito Pioli, questo non possa tornare sui suoi passi e abbracciare il progetto azzurro, ma non si può non considerare anche la dichiarazione di cui sopra nell’attendere di capire il futuro del parmense. E quindi, della Fiorentina.







