
Kean da un altro punto di vista
Qualunque fatto o personaggio di solito si presta ad almeno due narrazioni: quella più facile e più diffusa e quella più ardua e di solito meno praticata. La vicenda di mercato che riguarda Moise Kean e che vive in questi giorni un momento di svolta poichè con il principiar di luglio per quindici giorni è in vigore l’arcinota clausola che consente a qualunque club di prenderlo e portarlo via per 52 milioni. Perciò la versione più facile, ma anche un po’ noiosa, del presente articoletto sarebbe una circonvoluzione sui temi dell’ansia, delle attese e della calura per il destino dell’attaccante, con corredo di molteplici consigli non richiesti al giovanotto sul perchè dovrebbe restare invece che andarsene, tra i quali forse il più fatuo è quello che esprime la massima etico filosofica che i soldi non sono tutto nella vita ( confessiamo di averla pronunziata almeno una volta o due negli scorsi mesi in relazione a Kean), di solito sostenuta da gente che, mutuando una battuta di Pieraccioni nel film ‘ Una moglie bellissima’, darebbe via anche il chiocchio per due baiocchi in più.
Oppure la valutazione tranchant che pecca di miope eurocentrismo che il torneo arabo non sia che una ricchissima, ma non competitiva periferia del calcio ( anche questa ci pare d’averla proferita nel fiume di amene parole che di solito ci esce di bocca), quando è di poche ore fa l’inattesa vittoria di una squadra di Riad allenata da Simone Inzaghi (l'Al Hilal), sul Manchester City di Guardiola al mondiale per club, come ad ammaestrarci che la realtà è talvolta più articolata delle definizioni che ci vengono subito alla mente.Come avrete forse intuito noi quest’oggi vi proporremo la versione meno facile e pur ricordando en passant che con oggi la Fiorentina potrebbe davvero perdere la punta che ha determinato le fortune viola sotto porta, elencheremo una serie di aspetti che ci paiono meno banali: mettendo in guardia in primis dalla soluzione win win che forse si augurerebbe la Fiorentina che anche comprensibilmente, nel caso di permanenza di Kean, cercherebbe di raccontare il fatto come un fantastico nuovo acquisto per l’anno prossimo, un po’ come è accaduto con Gudmundsson che già c’era anche l’anno scorso, ma in ragione dello sconto graziosamente praticato ai viola dal Genoa, solo per mancanza di altre offerte, è divenuto per taluni il primo rinforzo del mercato, poichè c’è il re e chi è più realista del re.
E in caso di partenza di Kean sosterrà la tesi della libera scelta del calciatore, smentendo la tesi che sia stata poco convincente la Fiorentina nel trattenerlo. Ma al di là di qualche vaticinio in cui si sono prodotti i soliti maghi e fattucchiere, non sappiamo in coscienza se Kean sia oggi più vicino a restare o ad andarsene, ciò che ci sembra corretto pretendere da un club importante che si è voluto definire ambizioso è che questi famosi 52 milioni, nel caso, siano tutti reinvestiti nel comparto tecnico sportivo, ovvero nella squadra che si sta costruendo e non finiscano nel cosiddetto comparto economico, cioè non servano per pagare le bollette del Viola Park, o altre spese che non hanno a che fare col potenziale sportivo e la competitività della prima squadra.
Intendiamoci, nessuno pretende che incassati 52 da Kean, se ne investano 40 o più per un nuovo grande attaccante, nessuno lo pretende anche perchè si sa quasi certamente che non lo faranno in ogni caso, ma neppure che, incassata la fresca pensino di raccontare la novella che c’è già Dzeko a sostituire il partente o che arriva un giovanottino di pie speranze che assieme al vecchietto d’oro già in rosa basterà a garantire il potenziale viola. E poi, qualora la Fiorentina con abilità e sconti riuscisse a risparmiare sulla punta, ci sono gli altri ruoli da completare, su tutti un grande centrocampista, ma tornando all’attacco Kean è un nome che vale 25 gol, anche se non è scontato si ripeta l’anno venturo, in viola o altrove, per rimpiazzarlo mantenendo un certo tono e non sbracare verso il ridimensionamento è necessario puntare su calciatori di prima fascia e quindi di costo elevato.
E tanto per chiudere facendo l’etero col pistolino degli altri, anche se Kean restasse, la Fiorentina sarebbe chiamata a mantenere un certo livello, del resto non si può andare ad una cena galante con le ciabatte, sarebbe comodo, ma non si può pena le pernacchie. Una Fiorentina con Pioli in panchina, De Gea in porta, Kean in attacco, ha il dovere verso sè stessa, la città e il suo blasone, di allestire un centrocampo con almeno un elemento cardine che sia un campione come quello in porta e quello in avanti. Senza contare che l’anno prossimo questa cara, sempre elegante e meravigliosa anziana signorina, spegne cento candeline e presentarsi appunto in ciabatte e senza regali non si può. Ma va tutto bene, è estate, stagione che nel pallone è reame del verosimile e dei sogni, poi sarà l’autunno a ristabilire verità e realtà.







