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La felicità di Pioli, foto viola della domenica. Belli anche i ritorni di Tarozzi e Taddei. Kean ci siamo: mancano 24 ore all'alba... Bernabé vale uno sforzo, Asllani pure. Va chiusa la partita del centrocampo
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

La felicità di Pioli, foto viola della domenica. Belli anche i ritorni di Tarozzi e Taddei. Kean ci siamo: mancano 24 ore all'alba... Bernabé vale uno sforzo, Asllani pure. Va chiusa la partita del centrocampo

Il volto racconta più di mille parole. La felicità stampata sulla faccia di Pioli è la foto più bella di questa domenica viola, l’ultima di libertà prima dell’avvio della nuova stagione. A Stefano hanno regalato un sogno, quello di tornare ad allenare la Fiorentina. Un risarcimento morale rispetto al 9 aprile 2019 quando fu costretto a rassegnare le dimissioni dopo che l’allora società aveva vergato un comunicato assurdo e profondamente ingiusto nei suoi confronti. Pioli dimostrò di avere la schiena dritta, salutò tutti e se ne andò. La squadra era con lui, saldata ad un tecnico ormai diventato un simbolo di quel branco dopo la tragedia Astori. Era così tanto fedele al suo allenatore che si squagliò come neve al sole, nonostante fosse arrivato Montella che solo pochi anni prima aveva firmato un piccolo capolavoro. La fortuna fu che il 26 maggio, all’ultima di campionato, al Franchi arrivò il Genoa nelle stesse condizioni di classifica. La paura di entrambe dominò la sfida, pareggio più che grigio, salvezza raggiunta. Altrimenti avremmo raccontato un’altra storia.

Pioli quando firmò la lettera di addio era distrutto: primo perché lasciava la Fiorentina, secondo perché, a ragione, interrompeva un lavoro che invece avrebbe voluto portare a termine con ben altri esisti. E’ vero che poi Stefano andò al Milan, non esattamente simile a quello berlusconiano, e coi rossoneri vinse lo scudetto, corroborato da una semifinale di Champions League, ma quel filo interrotto di Firenze gli era sempre rimasto indigesto. Ieri, nel suo primo giorno da “bentornato a casa”, il ponte tra passato e presente è stato finalmente ripristinato. Pioli ha scelto Firenze e la Fiorentina, non è poco. Dai tempi del Trap il club viola non aveva in panchina un tecnico scudettato. Stefano aiuterà l’ambiente a ritrovarsi, i primi effetti sono già visibili, e la società a commettere meno errori. 

Insieme a Stefano ci sarà il figlio Gianmarco, braccio destro a tutti gli effetti, già prezioso nel precedente periodo, ma adesso ancora più maturo. Un altro ex viola che torna. Ma non è finita: c’è anche Andrea Tarozzi che si rimette il giglio dopo 23 anni. Lo chiamavano “Tarozzino” e su quella fascia, da terzino di assalto, viaggiava che era un piacere. Dal ’97 al 2002, da Malesani a Trapattoni in Champions e dopo il fallimento della società. Pure lui è felice di riabbracciare Firenze, un valore aggiunto. 
Insieme ai due Pioli e Tarozzi, si rivede anche Riccardo Taddei, classe 1980, di Vecchiano. Talento cristallino del vivaio viola, trequartista dai grandi colpi, non aveva nel fisico la sua arma migliore. Quando giocava negli Allievi Ranieri lo chiamava “il piccolo Zola” perché in allenamento dava spettacolo, brevilineo e fantasia di cachemere. Stravedeva per lui anche il povero Giorgio Pellizzaro. Nella Fiorentina dal ’99 al 2002 ha totalizzato solo 5 presenze, ma ai nipoti potrà raccontare di essere stato in panchina in Champions League in una notte particolare, quella del gol pazzesco di Bressan in rovesciata. Era il 2 novembre ’99 e sul tabellino dei marcatori finirono anche Balbo, doppietta, Rivaldo (due reti anche per lui), Figo. Taddei avrebbe meritato una carriera diversa e migliore, ma gli infortuni lo hanno tritato. Si è rifatto come allenatore in seconda: è stato a lungo con D'Angelo a Bassano, Caserta, Pisa e Spezia. Dicono che sia meticoloso e preparatissimo, ma non abbiamo dubbi altrimenti Pioli non lo avrebbe inserito nel suo staff. 

Allora ci siamo, mancano solo 24 ore all’alba per dichiarare esaurito il tormentone Kean. Poiché nel calcio non si possono mai escludere scenari incredibili, aspettiamo ancora un giorno, ma Moise a questo punto dovrebbe restare. La società gli proporrà un contratto da 4 milioni netti a stagione e un innalzamento della clausola. Tutto corretto. Ecco, per concludere in bellezza questa vicenda di inizio estate 2025, ci starebbe questa dichiarazione: “Ora Kean è fuori dal mercato”. 

Il ritiro a Bagno a Ripoli servirà anche a Pioli per valutare quei giocatori in bilico ed è chiaro che questa decisione impatterà in un modo o in un altro sul mercato. Ma è altrettanto normale ribadire che è il centrocampo si dovrà intervenire sulla qualità: la telenovela Bernabè forse non è conclusa, c’è ancora una speranza. Vale la pena giocarsela fino in fondo. Asllani è un’altra pedina sulla quale puntare. A Milano sicuramente non ha espresso le proprie potenzialità, uno così nel mezzo può fare la differenza. Così come Frendrup, stantuffo ideale per giocare accanto a un regista. Il Genoa è bottega cara, ma dopo l’affare Gudmundsson la strada è più in discesa. La pratica centrocampo va blindata prima delle altre. 
In difesa arriva il giovane Eman Kospo, svizzero della cantera del Barcellona. E’ un 2007, quindi andrà in Primavera. Auguriamoci di vederlo presto in prima squadra.