
È solo luglio e si vede già la mano di Pioli. Sohm e Kessie in cima alla lista: insieme. Caccia aperta a un'altra punta, per Comuzzo sirene inglesi e tedesche. Mancano ancora 4 pedine per il telaio base
Due giorni di meritato stop per i viola dopo un lavoro proficuo di due settimane. Oggi la Fiorentina vola in Inghilterra per una tournée incastonata su tre tappe non banali: amichevoli, si fa per dire, con Manchester, Leicester e Nottingham. Test tosti, nei quali i viola si trovano costretti a far bene perché fungeranno da prova generale in vista del 21 agosto quando la Fiorentina scenderà in campo per il primo obiettivo stagionale: l’andata dei play off in Europa per avere accesso al tabellone 25/26 della Uefa Conference League. Salteranno fuori anche indicazioni utili per Pioli e la dirigenza per completare il mercato. Mancano ancora quattro pedine: due centrocampisti, un difensore e un attaccante centrale, alternativo a Kean. Il pensiero della società e naturalmente di Pioli, è trovare gente in grado di alzare l’asticella, giocatori migliori di quelli che già sono nell’undici titolare. Impresa ambiziosa, ma lodevole perché spiega come il club abbia finalmente chiara la strada da battere.
Queste prima fatiche al Viola Park hanno lasciato solo indicazioni positive e considerando che parliamo di un mondo sempre in subbuglio, talvolta al contrario, di nome Fiorentina, la notizia vale doppio. Intanto l’entusiasmo trascinante dei tifosi che hanno assaltato il centro sportivo riempiendo sempre l’impianto di Bagno a Ripoli. Una tempesta di amore che a Pioli e ai suoi non può che aver fatto bene. Anche la Fiesole è tornata a salutare la squadra dopo la dura, precisa e a quanto pare taumaturgica, contestazione di fine stagione. Gli effetti si sono visti: tutti si sono messi a lavorare pancia a terra, lasciando in un angolo le parole, per dare spazio ai fatti.
Dopo l’euforia della comunità viola, nel discorso inseriamo anche la parte tecnica. Con una premessa: siamo solo alla fine di luglio, quindi tutto va pesato come si deve, ma è innegabile che la mano di Pioli stia già tratteggiando certezze. La Fiorentina ha un profilo evidente, che deve essere rifinito e l’operazione dipenderà anche dal mercato.
I giocatori si muovono bene, la difesa è tornata ad essere alta, ma non altissima. Le catene in fascia lavorano in sincronia con varie dinamiche, comprese pregevoli triangolazioni. Il “lancione” dalla Ferrovia alla Fiesole (andata e ritorno) è stato sostituito da imbucate improvvise e taglienti. Tutto ciò, vale la pane ribadirlo, contro avversari di spessore non elevato, ma le sgambate estive, se fatte male, possono anche tramutarsi in autentici disastri. Le rotazioni in mezzo al campo ci fanno capire come la rigidità del modulo stia scomparendo a beneficio delle singole posizioni che i calciatori vanno, di volta in volta, a rivestire nell’azione.
Dzeko si è inserito subito, la difesa ha tenuto senza sbavature e lui, Moise, ha dimostrato pronti, via, di essere sempre una forza della natura. Cattivo, determinato, desideroso di buttare giù pali e traverse. Atteggiamenti che singolarmente e complessivamente ci stanno convincendo. Si respira davvero un clima diverso in campo e fuori. Sono soltanto premesse, ma è sempre meglio partire così che con polemiche furibonde.
E’ probabile che Pioli pensi sempre di più a Fagioli regista, in particolare nella modalità a due di fronte alla difesa, spostando l’attenzione su due mediani di qualità e quantità per rafforzare il reparto più delicato: il centrocampo.
Gli indiziati sono Sohm e Kessie. Attenzione: la Fiorentina vorrebbe fare il doppio colpo, prenderli entrambi. Col Parma c’è da lavorare sul prezzo, sulla via Emilia chiedono 20 milioni, troppi francamente, ma l’affare si può chiudere. Mentre per Kessie è tutto più difficile: il giocatore vuole venire via dall’Arabia, sogna il ritorno in Italia, ma guadagna 14 milioni netti. A quelle cifre non si tratta a Firenze, ma nemmeno a Torino perché anche la Juve lo segue. E’ Kessie che deve cambiare ingaggio radicalmente. I viola però hanno un carta da calare sul panno verde: Stefano Pioli.
L’allenatore ha un bel rapporto con l’ex rossonero, proprio nel Milan hanno loro due hanno condiviso uno scudetto meritato quanto inaspettato. Pioli sta battendo ogni strada diplomatica per fargli capire che a Firenze si può scrivere una bella storia. E se alla fine ne arrivasse solo uno dei due? Mandragora resterebbe di sicuro, mentre in caso contrario con lo sbarco contestuale di Sohm e Kessie, Rolando potrebbe fare le valigie. Col dispiacere di chi scrive e di tanti tifosi. Non stiamo di nuovo ad elencare le innumerevoli qualità dell’ex Toro, ma se la vicenda del rinnovo non si risolve, stante le parole dei suoi agenti è ancora in alto mare, sorgono problemi. Ma se poi rimanesse anche Rolando, in mediana, sognando un po’, la Fiorentina avrebbe anche Sohm, Kessie e Fagioli. Turn-over nobile tra campionato e Conference assicurato.
Occhio a Comuzzo: Pietro vuole restare, altrimenti non avrebbe detto no al Napoli a gennaio. Si vede a Firenze per diversi anni ancora, ma i corteggiamenti sono insistenti. Tre club inglesi: Manchester, Nottingham e Sunderland. In Germania, invece, ci sarebbe il Lipsia pronto a fare ponti d’oro al centrale friulano. Quadro da monitorare. Ma se Comuzzo rimanesse come tutti speriamo, dietro servirebbe comunque un altro difensore, magari più veloce di quelli che ci sono già. Questo è l’obiettivo.
Capitolo attaccanti: la suggestione Sebastiano Esposito si è man mano affievolita perché occorre altro davanti. Come seconda punta c’è già Gudmundsson e in certi casi un centrocampista offensivo come Fazzini può accompagnare Moise. In realtà la Fiorentina insegue una sorta di vice-Kean come caratteristiche: pesante e in grado di attaccare la profondità. E Dzeko? Attaccante fantastico, ma col passare degli anni ha arretrato il proprio baricentro, gioca tra le linee, quasi un trequartista di cachemere. Non è più uomo da allungo nella prateria, per quello l’ideale sarebbe uno simile a Kean.
Speriamo di non sbagliare, ma forse per la Fiorentina sarà proprio l’estate della svolta. E ora la perfida Albione…







