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Pioli ha i suoi quattro moschettieri. Dalla crescita di Pongracic  alla sfida con Fagioli: ecco i leader violaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 10:13Copertina
di Ludovico Mauro
per Firenzeviola.it

Pioli ha i suoi quattro moschettieri. Dalla crescita di Pongracic alla sfida con Fagioli: ecco i leader viola

Meno nove giorni al debutto stagionale. La Fiorentina torna oggi a lavorare al Viola Park dopo due giorni di stacco concessi da Pioli al termine della tournée inglese, accingendosi allo sprint finale della preparazione estiva. L’ultimo test sarà tra poco più di 48 ore, quando a Bagno a Ripoli arriverà la Nazionale Universitaria Giapponese, occasione in cui Stefano Pioli continuerà a oliare quei meccanismi tattici che ha già impresso nella testa dei suoi giocatori. Ma oltre a un calcio che pare già funzionare, il neo tecnico viola ha individuato subito i leader della sua Fiorentina, forgiati nelle settimane di lavoro tra il centro sportivo locale e il soggiorno in Inghilterra.

De Gea e un peso sugli occhi di tutti
La squadra dell’ex allenatore del Milan non sarà troppo diversa negli uomini rispetto a quella che aveva Palladino, ma conterà su un pilastro in ogni reparto che a cominciare dalla porta, non può che essere David De Gea. Lo spagnolo è una sicurezza che in pochi altri possono vantare, a Old Trafford ha indossato anche la fascia di capitano e il rinnovo di inizio estate ha significato molto per tecnico e compagni. Scontato ribadire la differenza a parare, piuttosto appare più significativa la rilevanza che gli ha attribuito Pioli anche in fase di costruzione. Parte infatti da lui la manovra da dietro, provata a ripetizione tra il Viola Park e il Regno Unito: De Gea è il primo tessitore di gioco, sa imbucare tra le linee e avvierà lui l’azione per primo nel calcio dei viola.

Pongracic e una leadership acquisita
Spicca ancor di più la crescita del croato. Rispetto alle grosse difficoltà iniziali avute con Palladino, Pongracic con Pioli ha acquisito sicurezza nel gestire il pallone e frequenza nell’essere partecipe alla costruzione di gioco. Sta diventando a tutti gli effetti il pilastro difensivo della squadra, e anche per lui come per De Gea la differenza in positivo la sta facendo piano piano la cura nel gioco da dietro. Era e resterà il baluardo arretrato, ma dal 14 luglio è anche la colonna portante delle manovre dalle retrovie.

Fagioli, ruolo diverso e centralità maggiore
Fraseggio che non può non passare dai piedi dell’ex Juve. Già dentro all’ingranaggio con Palladino, con Pioli sta diventando ancora più centrale nella fitta rete di passaggi che i viola provano a mettere in piedi dalla difesa. Fagioli è l’esperimento per eccellenza dell’allenatore parmense: nessuno discute le doti tecniche, quanto la possibilità che riesca a stare più al centro del campo, senza girovagare alla distanza come invece è abituato a fare da sempre. È il vestito che Pioli sta provando a cucirgli addosso da settimane, volendolo trasformare da jolly di centrocampo a vero e proprio regista. La sfida sta nel disciplinarlo il più possibile, ma i frutti si iniziano già a intravedere e le chiavi sono già nelle sue mani.

Dzeko, esperienza e tecnica a disposizione di Kean
Ultimo ma non meno importante, il bosniaco è l’anello di congiunzione tra il baricentro della squadra e il reparto d’attacco, dove è chiamato ad agire a servizio di Kean. Certamente fra lui e i centrocampisti c’è di mezzo Gudmundsson, ma Pioli lo ha impiegato in tutte le amichevoli disputate fin qui e anche al fianco del classe 2000. Un po’ da sistemare per quel che riguarda la forma atletica - tra un fisico imponente e l’età che avanza, nonostante rimanga tirato a lucido -, il miglior Dzeko si vedrà col passare del tempo, quando arriverà pienamente al top della condizione, ma la sua importanza è già sugli occhi di tutti. Sa fare tutto, gol e rifinitura, a cui si sommano tanti anni di grande calcio alle spalle: per Pioli è l’ultimo leader di una squadra che sta plasmando a dovere e che intende dare da subito il meglio di sé.