
Fazzini e Nicolussi per ripartire, ma i problemi sono tanti: non abbiamo ancora capito come gioca la Fiorentina. Fagioli play spento è inutile e la difesa subisce troppo. Contro il Como più palleggio e coraggio: un 3-5-2 con Kean insieme a Piccoli
Il Napoli ha lasciato dietro di sé una scia di macerie viola, perfino troppe visto che siamo alla terza di campionato. Ma la differenza di forza, stile e calcio è stata così netta da mettere paura e nello stesso tempo sbalordire. Davvero c’è ancora così tanta differenza fra la Fiorentina e chi ha vinto lo scudetto? Che poi il Napoli, siamo onesti, è la squadra più forte di tutte, probabilmente per distacco.
Restano i 92 milioni spesi per il mercato viola e il 3-1 si porta dietro le prodezze di De Gea, sennò sai che mal di testa. E poi le giuste critiche per il ruolo a galleggio di Dzeko, stanco e sostituito dopo un tempo, gli sbandamenti in difesa, la piattezza molle del centrocampo, i pochi lampi dell’attacco, gli approcci alla rovescia nei due tempi. Allora il punto è: cosa può fare Pioli per invertire subito la rotta, visto che domenica arriverà il Como che in estate ha speso più di chiunque altro, ha talento diffuso e gioca pensando alla grande anche fuori dal calcio, per far colonizzare quel ramo del lago alla proprietà indonesiana che intorno al pallone ha messo su anche altre imprese e distribuisce risorse con generosità illuminata?
Cosa può modificare in fretta l’allenatore viola per dimostrare che il suo è un valore aggiunto? E qui temiamo che il bonus-amarcord che Pioli aveva in dotazione sia già dimezzato, sebbene la curva abbia applaudito il tecnico insieme alla squadra, dopo la batosta contro il Napoli, perché gli amici veri si vedono nei momenti difficili.
Eppure quella contro il Como sarà una partita spartiacque non solo per la classifica (la Fiorentina viaggia verso la quindicesima posizione) ma anche per il sentimento generale. Non dimentichiamoci che dopo arriveranno il derby con il Pisa, poi Roma, Milan, Bologna e Inter. Fino al 29 ottobre sarà un ottovolante e per restare saldi servono punti in classifica.
Ripartiamo dal confronto con il centrocampo del Napoli, che è stato imbarazzante, ma questo già si poteva prevedere o temere. Mc Tominay, De Bruyne, Anguissa e Lobotka potrebbero annientare molti reparti avversari e così è successo alla Fiorentina, che però si è fatta male da sola con due approcci sbagliati all’inizio di ogni tempo. Anche su questo poi ci sarebbe da ragionare, perché gli approcci sbagliati non nascono da soli, sono figli della tensione e della paura e questa più facilmente si consolida se la squadra non sa come stare in campo. E questo può essere un problema.
Lo stesso Napoli capace di banchettare a Firenze ha battuto in casa il Cagliari solo al 96’, quindi la domanda è: cosa ha clamorosamente sbagliato la Fiorentina? Per una difesa che in queste 3 partite ha subito troppo, c’è un attacco che ha tirato solo 8 volte in porta. In mezzo, un centrocampo con non aiuta abbastanza chi è davanti, né protegge chi è dietro: in questo scollegamento non si è vista _ né intravista _ un’identità capace di farci capire quale idea di calcio abbia la nuova Fiorentina di Pioli. Quella vecchia stava chiusa e ripartiva con i lanci orientati, idea semplice, oggi i passaggi lunghi non sono stati eliminati ma sono spesso inutili perché piovono imprecisi. In questa vaghezza di pensiero, fra l’ambizione di far gioco e gli spazi concessi perché non ci si riesce, una squadra forte come il Napoli ha aperto il suo villaggio vacanze.
Ecco perché ci si aspetta un salto di qualità nel palleggio e quindi tanto da Fazzini e Nicolussi Caviglia, che potrebbe finalmente essere un play come si deve. Male in quel ruolo è andato Fagioli, al quale Pioli aveva affidato molte responsabilità forse anche per scuoterlo, estrarre quel talento che tutti vedono ma trovano in parte e negli ultimi tempi sempre meno: speranze da play quasi tutte rispedite al mittente per assenza di verticalità e parecchio tricche-tracche orizzontale, senza assunzioni di responsabilità. Se vuoi puntare in alto in quella zona del campo serve altro e magari Fagioli potrà recuperare più senso da mezz’ala, puntando sugli inserimenti e non sul lavoro di impostazione che non gli riesce, o forse non gli piace.
Non siamo però qui a capire che cosa può rendere felici i giocatori, il problema è trovare la quadra. Pioli dice che le pressioni sono un privilegio e siamo d’accordo con lui, ma bisognerà capire in fretta qual è l’idea di gioco che ha in mente per questo gruppo.
‘Attaccare e difendere tutti insieme’ per ora è solo uno slogan, anche i numeri delle statistiche ci raccontano le difficoltà che i reparti attraversano senza poter opporre il senso dell’unità sperata. Contro il Como serviranno coraggio e un centrocampo che sappia affrontare il palleggio. In più ci permettiamo di suggerire due punte vere, cioè Kean e Piccoli, in modo da sfruttare la forza del reparto che ha indubbiamente le qualità migliori fra tutti gli altri e finora è stato innescato poco e male. Pensiamo a un 3-5-2 con Nicolussi Caviglia in regia e Fagioli mezz’ala insieme a Fazzini, ci vuole aria nuova in cucina. In attesa di Gudmundsson che prima o poi farà la differenza, anche se all’inizio di novembre ci sarà una nuova puntata della sua vicenda extra calcistica e immaginiamo quanto sia complicato andare in campo con un pensiero del genere.
Ma un problema alla volta, prima bisogna ritrovare la Fiorentina.







