
Tutte le domande senza risposta di questo inizio di stagione della Fiorentina. Perché chi è più in forma non gioca? La difesa a 3 quanto futuro ha? Pioli e un modulo non "suo", anche in attacco. Contro il Como un solo imperativo
Dopo neanche un mese di stagione ufficiale, quella con le partite vere, e in casa Fiorentina è già tempo di farsi tante domande. Domande alle quali soltanto Stefano Pioli potrebbe rispondere, anche perché da parte nostra è veramente complicato dare delle spiegazioni concrete su quello che abbiamo visto in campo. Partiamo dalla fine, ovvero dall'ingresso in campo di Jacomo Fazzini e Hans Nicolussi Caviglia nel secondo tempo della partita di sabato scorso contro il Napoli. La Fiorentina è cambiata con l'ex Empoli e l'ex Venezia in mediana e la domanda che ci siamo posti è stata una sola: perché chi è più in forma in questo momento non parte dall'inizio? Pensando al fatto che prima della gara contro i patenopei il tecnico viola aveva avuto due settimane di tempo per studiare i suoi giocatori ci riesce davvero difficile capire il perché non abbia puntato su due giocatori che in questo momento dimostrano di stare bene fisicamente, ma anche mentalmente. Una cosa che non possiamo dire né di Sohm né di Fagioli, e allora sarà importante dare spazio a chi può incidere, perché l'avvio di campionato della Fiorentina è ai limiti dell'horror e domenica alle 18, nel momento del fischio d'inizio della sfida contro il Como, sarà importante avere in campo chi sarà in grado di far cambiare marcia alla squadra.
Idee da rivedere.
La seconda domanda che ci poniamo è invece la seguente: per quanto tempo la Fiorentina dovrà continuare a giocare con la difesa a tre. Già nello scorso campionato, all'inizio, con Palladino in panchina, l'allora retroguardia gigliata aveva palesato parecchi limiti, tanto che il tecnico napoletano dopo quattro gare e mezzo in Serie A, decise di cambiare, passando a quattro dietro, e inanellando di lì a poco una serie da otto vittorie consecutive. A gennaio arrivò Pablo Marì, su espressa richiesta dello stesso Palladino. Un giocatore che dava tante garanzie come centrale dei tre difensori e alleggerì il lavoro degli altri difensori, ma Pioli ha dimostrato con i fatti di non credere molto nello spagnolo e il risultato è sotto gli occhi di tutti: Pongracic, Ranieri e Comuzzo stanno facendo una grande fatica e probabilmente non sono adatti a giocare con questo schiramento del pacchetto arretrato. Morale della favola? Pioli deve iniziare a pensare alla difesa a quattro, per il bene suo e della Fiorentina.
Modulo sperimentale.
In tutto questo un'altra cosa che non torna è la scelta di Pioli di giocare con un modulo che non ha mai utilizzato nella sua carriera da allenatore. Detto della difesa, con l'allenatore che molto raramente è andato a tre da quando ha intrapreso la carriera da tecnico, anche andando ad analizzare le scelte in attacco qualcosa non quadra. Il trequartista dietro a a due attaccanti o le due mezze punte alle spalle del centravanti sono quasi una novità per Pioli, che ha deciso di sperimentare laddove probabilmente avrebbe invece acuto bisogno di creare solide certezze, per poi magari cambiare a stagione in corso. Domenica contro il Como la Fiorentina avrà un bivio non fondamentale ma importantissimo della sua stagione e il Como sarà un cliente molto scomodo. Proprio per questo motivo ci aspettiamo una cambiamento anche da parte dell'allenatore, che deve dimostrare alla dirigenza di aver fatto bene a tornare a puntare su di lui. Le minestre riscaldate, nel calcio come in tanti altri ambiti della vita di tutti noi, molto spesso non sono una buona idea: ecco, Pioli dimostri il contrario.







