
La difesa non convince, dalla gestione del vantaggio alle qualità dei singoli: ecco cosa non va
Uno dei problemi principali della Fiorentina di Stefano Pioli è certamente quello relativo alla gestione del vantaggio. I viola infatti in queste prime sei gare di campionato, che hanno portato ad appena tre punti in classifica, per ben tre volte non hanno mantenuto il vantaggio di una rete accumulato, finendo la partita per due volte con una sconfitta e una volta con un pareggio.
Il problema della gestione del vantaggio
È questo il caso della prima uscita in campionato, quella di Cagliari, durante la quale la Fiorentina è prima andata avanti con la rete di Mandragora per poi essere recuperata dal gol nel finale di Luperto, ma anche quello delle ultime due gare casalinghe contro Como e Roma. La più eclatante tra le due sconfitte in rimonta è sicuramente quella subita contro la squadra di Fabregas, visto il secondo tempo inesistente dei viola, ma anche l'ultima contro i giallorossi lascia più di qualche dubbio e porta a più di qualche riflessione.
Una Fiorentina a metà
La sensazione infatti è che questa squadra faccia estremamente fatica a gestire i momenti delle partite, non sapendo e non capendo quando è il momento di alzarsi in pressing e quando quello invece di difendere nella propria metà campo. Questo ci porta ad aprire un altro capitolo che è quello legato alla difesa della Fiorentina, la quarta più battuta in Serie A al pari di quelle di Inter, Sassuolo e Cremonese, ma soprattutto una delle peggiori possibili per caratteristiche dei singoli rapportate alle richieste del proprio allenatore.
La difesa alta non convince
Pioli storicamente è infatti un tecnico che ama difendere uomo contro uomo, alzando spesso la linea difensiva e andando alla ricerca di un pressing importante nella metà campo avversaria per riconquistare velocemente il pallone. I viola proprio per questo risultano essere al 92° percentile in Serie A tra le squadre che tentanto più pressioni. Per seguire però questo tipo di stile di gioco servono inevitabilmente difensore veloci e in grado di reggere il confronto con gli attaccanti avversari a campo aperto, elementi che la Fiorentina non ha in rosa. Pongracic, Pablo Mari e Ranieri si trovano infatti più a loro agio in una difesa che difende di reparto, e quanto fatto lo scorso anno da Palladino, soprattutto nella striscia delle otto vittorie consecutive, è qui a testimoniarlo. L'unico giocatore che potrebbe essere adatto a svolgere questo tipo di richiesta è Pietro Comuzzo, che però al momento sembra non essere nelle migliori condizioni fisiche e mentali per poter dare garanzie.
Più pragmatismo
Una soluzione a questa problematica potrebbe essere quella di rivedere la propria idea di base adattandosi al materiale a disposizione, cercando di costruire la Fiorentina su basi più solide e attendiste, che oltre alla difesa esalterebbero maggiormente anche il giocatore di movimento più forte della rosa ossia, Moise Kean.







