Gudmundsson è uno dei grandi problemi del disastroso inizio di stagione della Fiorentina

"Mi sento bene e la condizione continua a migliorare". Aveva parlato così Albert Gudmundsson prima di Fiorentina-Roma, gara poi persa dai viola in questo più che deludente inizio di stagione in Serie A. E quello dell'islandese è uno dei volti copertina in negativo, nella squadra di Stefano Pioli.
Nel giorno in cui si è vista finalmente la risposta di Moise Kean alle difficoltà iniziali, l'ex Genoa continua ad essere oggetto misterioso dello scacchiere tattico gigliato. E contro i giallorossi, se possibile, Gudmundsson ha amplificato ulteriormente le sue non certo incoraggianti statistiche di inizio anno: il cambio all'intervallo, con Piccoli, è stato solo la logica conseguenza di una prestazione ben al di sotto delle potenzialità, con nessun dribbling e nessun passaggio chiave all'attivo. Così come conclusioni verso lo specchio.
"Certo che mi aspetto di più, deve lavorare con più qualità e personalità", ha detto Pioli al termine della gara. Il numero 10 a tratti sembrava quasi nascondersi, evitando quella presa di responsabilità che per natura spetta ai giocatori con quel tipo di qualità. E invece oggi Gudmundsson sembra essere più un problema che una risorsa, per la squadra viola: nei pensieri spetterebbe a lui l'acuto che può determinare una gara o alzare l'entusiasmo dei compagni, ma ad oggi non si è visto niente di tutto ciò. In campionato c'è ancora lo zero alla voce gol segnati, mentre in Conference è arrivata almeno una esultanza nel playoff contro il modesto Polissya. Decisamente troppo poco, per un giocatore costato alla Fiorentina oltre 20 milioni di euro fra iniziale prestito, riscatto e futuri bonus.
