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ITALIANO, Sto imparando l'inglese. Ecco gli obiettiviTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 1 marzo 2024, 00:01News
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

ITALIANO, Sto imparando l'inglese. Ecco gli obiettivi

L'allenatore della Fiorentina Vincenzo Italiano ha parlato ai microfoni di Sportitalia. Queste le sue parole in una lunga intervista partendo dalla gavetta: "Mi viene da ricordare tutto il percorso che ho fatto. Sono stato bene ovunque sono andato. Sono riuscito ad avere grandissimi rapporti con tutti. Sono anni da ricordare. In alcuni casi i risultati sono storico: vedi la prima promozione a Spezia, la prima salvezza. Poi anche a Trapani con la promozione in Serie B, dove c'erano tanti problemi societari ma ho trovato un gruppo coeso. Infine l'approdo a Firenze dove in questi due anni e mezzo abbiamo ottenuto grandi risultati: mi vengono in mente quelle due finali. Peccato non essere riusciti ad alzare un trofeo. Ogni anno mi sono rimboccato le maniche e ho cercato di portare le mie idee. Ho sempre fatto un salto di categoria quindi non era facile. La gavetta posso dire di averla fatta".

Con l'Arzignano prima vittoria da allenatore: "Quell'anno iniziò con il presidente dell'Arzignano che mi chiede di entrare per la prima volta nella loro storia nei play off. Poi noi quei play off li abbiamo vinti e c'era da fare richiesta per l'iscrizione al campionato di Serie C. Era un sogno del presidente e lo abbiamo esaudito".

Come si vince al primo anno in una squadra? "L'allenatore che vince ha a disposizione materiale importante. Devo aggiungere che tutte i traguardi che ho raggiunto andavano oltre le aspettative. A Trapani dovevamo galleggiare vista la situazione societaria, non dovevamo sicuramente vincere e abbiamo fatto un'impresa, a Spezia c'era un ridimensionamento e abbiamo ottenuto la promozione. Bisogna avere empatia col gruppo, devi cercare di trasmettere le tue idee. Nessun allenatore ottiene i risultati se non ha i calciatori dalla sua parte. Sono loro che ti fanno diventare un allenatore vincente".

Di Italiano si dice vince un anno e poi se ne va, e qua a Firenze? "Secondo me nasce tutto per caso. Potevo anche rimanere a Trapani, invece ci fu un cambio di proprietà. A Spezia abbiamo continuato un progetto partito in Serie B, poi in Serie A abbiamo fatto qualcosa di straordinario, un'impresa incredibile. Tutti al primo di A siamo riusciti ad ottenere una salvezza insperata. Nessuno ci dava per salvi".

Italiano è il nuovo Zeman? "Io penso che è impossibile riproporre di un allenatore. Al massimo si può rubare qualche principio, qualche idea. Nel momento in cui hai una mentalità offensiva e ti piace proporre è normale che ti paragonino. Nel momento in cui ho iniziato ho sempre detto che Zeman per me è un maestro. Mi colpiva tanto come si esprimevano le sue squadre".

Ora da tanto tempo sei alla Fiorentina... "Perché qua si lavora bene, c'è una società spettacolare. In due anni e mezzo abbiamo ottenuto risultati importanti. Siamo partiti con la qualificazione in Europa, l'anno scorso due finali. Quest'anno stiamo avendo una marcia a livello di classifica soddisfacente. Siamo in corsa ancora in Coppa Italia e in Conference. Vogliamo arrivare in fondo perché l'anno scorso è stato bello e quindi ci vogliamo riprovare".

Firmerebbe per un trofeo e il settimo posto in campionato? "No. Anche se in effetti alzare un trofeo è sempre importante. Però dico di no perché l'obiettivo che abbiamo in campionato dall'inizio dell'anno è quello di migliorare il settimo/ottavo posto. Ce lo siamo prefissati e lo vogliamo raggiungere. Se poi i giocatori mi sentono dire che firmo mi mollano tutto in campionato (ride, ndr). Poi se arriva anche un trofeo da aggiungere in bacheca ben venga. Siccome poi siamo in corsa su tutto cerchiamo di arrivare in fondo. L'esperienza dell'anno scorso è stata bellissima, c'è rimasto l'amaro in bocca".

Un commento sull'Inter: "E' impressionante. La vittoria ottenuta con noi dimostra la forza dell'Inter. Con noi non ci fu una grande Inter, ma quando vinci quelle partite vuol dire che sei indirizzato ad ottenere grandi traguardi. Poi è forte in tutti i reparti, ha fisicità, tecnica, si vede che è un gruppo unito allenato dallo stesso tecnico per 3 anni. Se li trovi tutti in giornata sono davvero difficili da battere".

Possono arrivare in fondo anche alla Champions? "Sono convinto che ci arriveranno. Hanno grande esperienza in quella competizione".

Come vedi il futuro del calcio? "Si evolverà. Arrivano calciatori completi, strutturati, tecnici. Sono convinto che cresceranno le conoscenze degli allenatori. Tutti vogliono proporre, tutti hanno una strategia. Ci sarà sempre un'evoluzione. Il VAR secondo me aiuta. Forse perdiamo troppo tempo, però secondo me è stato di grande aiuto". 

Riesce a vivere Firenze? "Città straordinaria. Arte, storia, bellezze ovunque. Il primo obiettivo giornaliero è sempre quello di non abbandonare il mio lavoro. Guardo tante partite, quello che mi può dare spunti per migliorare".

Le partite quando le guardi? "Le mie solitamente le guardo il giorno dopo. Vedo gli errori, dove correggere, dove si può migliorare. Dopo due anni e mezzo conosco bene la mia squadra e i giocatori. Adesso posso anche ridurre un po' di pressione, ci capiamo subito. Abbiamo ridotto qualche seduta video perché preferisco lavorare sul campo".

C'è un posto dove a Firenze stacchi? "Quando arrivi a Ponte Vecchio, ti rilassa e ti alleggerisce, è uno spettacolo".  

De Zerbi le piace? "E' un grandissimo allenatore. Filosofia straordinaria e idee strepitose. Sta facendo benissimo in Inghilterra. Io devo dire la verità, sto migliorando anche il mio inglese. Anche per avere un rapporto diretto con i ragazzi stranieri. E poi in futuro si vedrà". 

Sulla finale di Conference: "In quella partita abbiamo il match point con Mandragora a quattro minuti dalla fine. Quel gol che abbiamo subito all'ultimo per me è evitabilissimo. Abbiamo giocato alla pari col West Ham, che era una signora squadra l'anno scorso e in questa stagione lo sta dimostrando. In quella circostanza dovevamo lavorare in maniera diversa, dovevamo percepire il pericolo. Alla fine ogni tanto penso al match point che abbiamo avuto: siamo andati sotto, abbiamo recuperato e poi continuato ad attaccare per cercare di portarla a casa. Alla prima esperienza nelle coppe riuscire a non portarla a casa è stato veramente un peccato". 

Sul Viola Park: "Porta senso di appartenenza e attaccamento. E' un piacere enorme entrare qui dentro a lavorare tutti i giorni. E' un qualcosa di fantastico perché stai a contatto con il settore giovanile e la femminile. Questo porterà grande crescita e quindi anche punti. Mi piacerebbe regalare al presidente un trofeo. Lui è una persona straordinaria. Ha messo a disposizione una struttura all'avanguardia".

Il 4-3-3 è il presente e il futuro? "In questi anni mi sono reso conto che in base alle categorie, all'avversario e ai giocatori che hai a disposizione qualcosa devi modificare. Devi dare principio e organizzazione ma dentro al campo qualcosa si può spostare".

C'è un allenatore emergente che le piace? "Colpisce quello che sta facendo il Mantova di Davide Possanzini. Sta facendo un lavoro straordinario, e sta facendo vero calcio vero. Lui sta rubando la scena".

Che è successo all'inizio di quest'anno e cosa è successo con la Lazio? "Con la Lazio si sono viste le motivazione e le ambizioni che hai. Volevamo ritornare a vincere, battere un avversario che non siamo mai riusciti a battere. Avevamo questi due obiettivi, abbiamo adottato anche una strategia diversa in base all'avversario e a quello che avevo a disposizione. E ha portato davvero frutti importanti. La prestazione è stata di grande livello. La soddisfazione è stata doppia".

Sui calci di rigore: "Anche io qualcuno ne ho sbagliato qualcuno. Devo dire che Nico a parte questi due ultimi rigori ha un modo di calciare davvero infallibile. Almeno così sembrava. Però io sono convinto che lui sia freddo dagli undici metri, lunedì è stato solo sfortunato. Mi ha già detto che lo ritirerà. Noi siamo al quarto errore e sono troppi quelli sbagliati"

Sul primo gol in Serie A a Frey: "Verona-Inter. Tutta Italia a guardare quella partita. Il 2-1 per noi fu il mio primo gol in Serie A. All'epoca c'era la regola che se uscivi dalla riga di fondo venivi ammonito. Io avevo già preso un cartellino giallo pochi minuti prima. E quindi venni espulso. Dal giorno dopo iniziò il dibattito sull'espulsione a seguito dell'esultanza. Venne poi tolta questa regola e fu, tra virgolette, merito mio".

C'è un errore che da calciatore o da allenatore non rifaresti? "Ci penso spesso. Non aver comunicato in maniera corretta il mio addio a Spezia. Perché sono stati due anni fantastici, avevo un rapporto spettacolare con tutti. E quello è un errore che non mi perdono".

Cosa farà Italiano fra 5 anni? "Penso ancora l'allenatore (ride, ndr)".