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Gudmundsson: "Alla Fiorentina sto benissimo. Vorrei restare ma non dipende da me"
Il talento della Fiorentina Albert Gudmundsson ha parlato a Marca in vista della super sfida di questa sera contro il Real Betis, ritorno delle semifinali di Conference League dopo il successo andaluso per 2-1 nell'andata del Villamarin.
In famiglia ha sempre respirato calcio, con suo padre, sua madre e i suoi nonni.
"Ho avuto grandi influenze e questa è la ragione per cui sono diventato professionista. Era il mio sogno da bambino e per fortuna i sono riuscito. In famiglia si respira calcio".
Il suo idolo?
"Da bambino era Messi, e lo sono ancora".
Come si definisce calcisticamente?
"Sono un giocatore tecnico che vuole stare a contatto col pallone il più possibile. Mi considero creativo e pericoloso: segno, faccio assist… E sono duttile: posso giocare da 9, da seconda punta, sulla fascia".
Come arriva un islandese alla Fiorentina?
"Da piccolo ho provato con diversi club europei che mi volevano, ma mio padre aveva un'idea precisa: doveva ondare in Olanda. Ci sono ottimi settori giovanili che lavorano sulla tecnica. Sono stato 8-9 anni fra Heerenveen, PSV e AZ e quando mi sono sentito pronto sono passato in un campionato maggiore".
Il primo anno di Serie A col Genoa?
"Venivo da un buon anno in Serie B e anche se non penso molto ai numeri sentivo che sarebbe stata una grande stagione".
Il bilancio fin qui alla Fiorentina?
"Sono arrivato molto motivato, ma mi sono fatto male subito e ora sento di essere tornato. Abbiamo partite importanti davanti".
E' in prestito con diritto di riscatto. Le piacerebbe restare alla Fiorentina?
"Sì, altrimenti non sarei neanche venuto. Ma è qualcosa che non è nelle mie mani".
Ha segnato in partite importanti: Milan, Juventus, Roma, Napoli, Lazio...
"Mi piacciono le grandi partite. Mi danno energia".
Il Betis è una grande?
"Certo. E' la partita più importante della stagione e una delle più grandi della mia carriera. Non sarà semplice, sappiamo quanto sono forti. Hanno giocatori incredibili che non sono andati così bene in altre squadre ma che ora stanno facendo benissimo, soprattutto col pallone in possesso".
Cosa l'ha sorpresa di più all'andata?
"L'ambiente. Non me lo aspettavo ed è stato incredibile. E vedere Isco: come si muove, come gioca di prima. Allucinante. Dovremo starci attenti perché ha avuto troppo spazio".
In Italia la paragonano a Isco.
"Mi piace, è un bel paragone, ma non credo sia del tutto giusto: lui ha giocato tanti anni al Real Madrid".
Cosa deve fare la Fiorentina?
"Essere compatta in difesa e creativa davanti. Se lo faremo, passeremo in finale".
Sorpreso dal livello di De Gea?
"Quello che mi ha sorpreso è il suo livello dopo un anno senza giocare. Continua ad essere uno dei migliori portieri del mondo. Ci ha portato tanti punti questa stagione. Continua a giocare ad un livello superiore".
L'intesa con Kean?
"Veniva da una stagione difficile, con voglia di vendicarsi e ci è riuscito. E' giovane e ha esperienza: ha giocato in Premier, in Ligue 1 e in Serie A. Sta segnando tanto e credo che abbia un futuro brillante davanti".
In futuro le piacerebbe giocare nella Liga?
"Ora sto molto bene alla Fiorentina. In generale, mi è sempre piaciuto il calcio spagnolo per come trattano il pallone".
In famiglia ha sempre respirato calcio, con suo padre, sua madre e i suoi nonni.
"Ho avuto grandi influenze e questa è la ragione per cui sono diventato professionista. Era il mio sogno da bambino e per fortuna i sono riuscito. In famiglia si respira calcio".
Il suo idolo?
"Da bambino era Messi, e lo sono ancora".
Come si definisce calcisticamente?
"Sono un giocatore tecnico che vuole stare a contatto col pallone il più possibile. Mi considero creativo e pericoloso: segno, faccio assist… E sono duttile: posso giocare da 9, da seconda punta, sulla fascia".
Come arriva un islandese alla Fiorentina?
"Da piccolo ho provato con diversi club europei che mi volevano, ma mio padre aveva un'idea precisa: doveva ondare in Olanda. Ci sono ottimi settori giovanili che lavorano sulla tecnica. Sono stato 8-9 anni fra Heerenveen, PSV e AZ e quando mi sono sentito pronto sono passato in un campionato maggiore".
Il primo anno di Serie A col Genoa?
"Venivo da un buon anno in Serie B e anche se non penso molto ai numeri sentivo che sarebbe stata una grande stagione".
Il bilancio fin qui alla Fiorentina?
"Sono arrivato molto motivato, ma mi sono fatto male subito e ora sento di essere tornato. Abbiamo partite importanti davanti".
E' in prestito con diritto di riscatto. Le piacerebbe restare alla Fiorentina?
"Sì, altrimenti non sarei neanche venuto. Ma è qualcosa che non è nelle mie mani".
Ha segnato in partite importanti: Milan, Juventus, Roma, Napoli, Lazio...
"Mi piacciono le grandi partite. Mi danno energia".
Il Betis è una grande?
"Certo. E' la partita più importante della stagione e una delle più grandi della mia carriera. Non sarà semplice, sappiamo quanto sono forti. Hanno giocatori incredibili che non sono andati così bene in altre squadre ma che ora stanno facendo benissimo, soprattutto col pallone in possesso".
Cosa l'ha sorpresa di più all'andata?
"L'ambiente. Non me lo aspettavo ed è stato incredibile. E vedere Isco: come si muove, come gioca di prima. Allucinante. Dovremo starci attenti perché ha avuto troppo spazio".
In Italia la paragonano a Isco.
"Mi piace, è un bel paragone, ma non credo sia del tutto giusto: lui ha giocato tanti anni al Real Madrid".
Cosa deve fare la Fiorentina?
"Essere compatta in difesa e creativa davanti. Se lo faremo, passeremo in finale".
Sorpreso dal livello di De Gea?
"Quello che mi ha sorpreso è il suo livello dopo un anno senza giocare. Continua ad essere uno dei migliori portieri del mondo. Ci ha portato tanti punti questa stagione. Continua a giocare ad un livello superiore".
L'intesa con Kean?
"Veniva da una stagione difficile, con voglia di vendicarsi e ci è riuscito. E' giovane e ha esperienza: ha giocato in Premier, in Ligue 1 e in Serie A. Sta segnando tanto e credo che abbia un futuro brillante davanti".
In futuro le piacerebbe giocare nella Liga?
"Ora sto molto bene alla Fiorentina. In generale, mi è sempre piaciuto il calcio spagnolo per come trattano il pallone".
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