
Avellino, Aiello boccia la B a 22: "Format anomalo, implicherebbe uno stravolgimento radicale"
Nell’intervista rilasciata a TuttoB.com il direttore sportivo dell’Avellino, club neopromosso in cadetteria, Mario Aiello si è soffermato anche sulla situazione di incertezza che regna a causa del caos nato per il deferimento del Brescia (che rischia un -4 in classifica in questa stagione) che potrebbe riscrivere la zona salvezza e ha portato all rinvio del play out fra Frosinone e Salernitana.
Che opinione si è fatto della bufera che ha travolto la cadetteria?
“Siamo perplessi, anche perché veniamo da una situazione per certi versi analoga in C e francamente speravamo di esserci lasciati tutto alle spalle. Invece prendiamo atto che ci sono criticità anche in B. Ora ci auguriamo che tutto possa chiudersi per il meglio, in tempi brevi e soprattutto nel rispetto delle regole”.
Si è ventilata anche la soluzione di un format a 22 squadre, sebbene le resistenze per ovvi motivi siano fortissime.
“Sicuramente sarebbe un format anomalo, non ripetendosi da tanti anni, che implicherebbe uno stravolgimento radicale: sul piano dell’organico, perché si tratta di gestire un maggior numero di giocatori per far fronte a un campionato già di per sé lungo, e anche sul versante economico, perché una cosa è dividere i proventi della mutualità garantita dalla Serie A per 20 squadre e un’altra per 22”.
Che opinione si è fatto della bufera che ha travolto la cadetteria?
“Siamo perplessi, anche perché veniamo da una situazione per certi versi analoga in C e francamente speravamo di esserci lasciati tutto alle spalle. Invece prendiamo atto che ci sono criticità anche in B. Ora ci auguriamo che tutto possa chiudersi per il meglio, in tempi brevi e soprattutto nel rispetto delle regole”.
Si è ventilata anche la soluzione di un format a 22 squadre, sebbene le resistenze per ovvi motivi siano fortissime.
“Sicuramente sarebbe un format anomalo, non ripetendosi da tanti anni, che implicherebbe uno stravolgimento radicale: sul piano dell’organico, perché si tratta di gestire un maggior numero di giocatori per far fronte a un campionato già di per sé lungo, e anche sul versante economico, perché una cosa è dividere i proventi della mutualità garantita dalla Serie A per 20 squadre e un’altra per 22”.
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