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Da promessa al ritiro a 26 anni. Vanheusden: "Non avrei mai pensato di farlo a questa età"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 18:42Calcio estero
di Tommaso Maschio

Da promessa al ritiro a 26 anni. Vanheusden: "Non avrei mai pensato di farlo a questa età"

Solo pochi anni fa il suo nome era fra quelli inseriti negli elenchi dei giocatori più interessanti da seguire e che avrebbero potuto affermarsi a grandi livelli, ma la realtà è stata molto più amara per lui. Parliamo del centrocampista Zinho Vanheusden, ex calciatore di Inter e Genoa e grande promessa non mantenuta del calcio belga. Il classe ‘99 in questi anni è stato colpito da tanti, troppi infortuni, che lo hanno fatto eclissare dal grande calcio con l’ultima stagione piena giocata che risale al 2023/24 quando collezionò 23 presenze con lo Standard Liegi. Dopo per lui sono arrivate appena tre presenze con il Mechelen nella passata stagione e sette in questa con la maglia del Marbella in terza divisione spagnola. E nella giornata di oggi Vanheusden ha annunciato il suo ritiro dal calcio ad appena 26 anni con un post sui propri canali social: “Oggi prendo una decisione che non avrei mai pensato di dover prendere a questa età. Dopo 22 anni di calcio — dai miei quattro anni fino ad oggi — la mia vita come calciatore professionista finisce qui. Il calcio mi ha reso la persona che sono oggi. Mi ha dato una vita che, da bambino, non osavo nemmeno sognare. Dall’andare per anni da piccolo con mio papà a sostenere la mia squadra del cuore a Sclessin, al giocare poi io stesso cento partite per quel club, segnare sotto la curva degli Ultras e persino avere l’onore di esserne il capitano. E non finisce qui. Ho avuto la possibilità di esordire in nazionale e di giocare in Serie A. Tutte cose che sembravano irreali quando ho iniziato. Accanto a tutto questo, gli ultimi anni sono stati duri. Molto più duri di quanto io abbia mai lasciato trasparire. Infortuni, operazioni, infiltrazioni, farmaci… Ogni volta ho dato tutto per tornare, ma ogni volta diventava più difficile. Cercavo costantemente il mio livello, giocavo troppo spesso con il dolore e vivevo dopo ogni allenamento o partita con l’incertezza di come il mio corpo avrebbe reagito il giorno dopo. Continuavo a lottare per essere il giocatore che volevo essere, ma ogni volta arrivava una nuova battaglia. Nel mio cuore vorrò sempre restare un calciatore, ma il mio corpo mi dice già da un po’ che è abbastanza. Ed è per questo che — per rispetto verso me stesso, verso la mia salute e verso la mia responsabilità come padre — prendo questa decisione. Per quanto irreale possa sembrare mentre lo scrivo. Ma voglio poter camminare senza dolore nella mia vita, giocare con mio figlio e godermi la vita con la mia famiglia… Non so come sarà svegliarsi senza il calcio, ma è qualcosa che ora scoprirò“.