FOCUS TMW - Hellas Verona, -5 milioni nel 2022. Ma il marchio ritorna di proprietà

Il classico viaggio nei bilanci dei club di TuttoMercatoWeb deve fare i conti con una situazione disastrata, soprattutto dall'assenza delle plusvalenze. Mai come adesso i club sono indebitati e devono fare i conti con stipendi troppo alti e un'operatività che è ai minimi storici

HELLAS VERONA

Il 2021-22 non è stato tutto rose e fiori per l'Hellas Verona. O meglio, sul campo tutto è andato bene, con una salvezza più che tranquilla. Fuori però c'è una situazione finanziaria non del tutto florida - anche se già messa a posto con le cessioni della scorsa estate, almeno per quel che riguarda il lato economico, quello sportivo un po' meno - perché la perdita è stata di 5 milioni a bilancio, più un indebitamento finanziario netto di 31,5 milioni, debiti per l'IVA di 3,7 milioni e IRPEF di 12. C'è però il rientro del marchio Hellas Verona per effetto di una fusione, con un'iscrizione di 21 milioni di euro.

I diritti televisivi
Sono stati di circa 37 milioni su 84 totali. Togliendo i 22 milioni di plusvalenze, di fatto, pesano per il 60% sul fatturato caratteristico. Certo, la pandemia ha tolto gran parte degli spettatori e quindi un'entrata considerevole per il Verona, che però con i diritti televisivi di fatto pagano solamente gli stipendi del personale tesserato. Meglio di altri, che spendono il fatturato al 100%, comunque investimenti importanti.

I costi
Il tentativo è quello di non fare esplodere gli stipendi, che già sono a quota 36,5 milioni per il personale tesserato. C'è però un bel peso sugli ammortamenti per l'acquisto di vari calciatori tra cui Barak, Cetin, Diaby, Ilic, Lasagna, Magnani, Tameze, Ceccherini, Cancellieri e Stepinski. Quasi nessuno di questi - eccezion fatta per Tameze e Lasagna - gioca oggi in giallolù. Setti ha speso nel 2021-22 circa 42 milioni per fare mercato, molti dei quali sono già rientrati in questa annata.

Le plusvalenze aiutano
Il Verona, pur cercando di essere oculato, ha bisogno di plusvalenze per non rischiare di andare in rosso fuoco. Così 7 milioni per Zaccagni, 6,3 per Lovato, 5,3 per Cancellieri - meno gli 1,4 da corrispondere alla Roma - 2,2 milioni per Udogie e Silvestri. Setti, intanto, da amministratore ha uno stipendio pari a 2,7 milioni di euro.