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Faraoni spiega il metodo Tudor: "O vai forte in allenamento o non giochi. Così è diventato credibile"
Marco Davide Faraoni, ex terzino dell'Hellas Verona, ha parlato ai microfoni di Tuttosport del metodo di allenamento di Igor Tudor: "La spiego con un esempio: eravamo già salvi ad aprile. Reduci da un bel filotto, perdiamo 2-0 a Milano contro l’Inter, con una prestazione così così. Bene: ci ha tolto due giorni di riposo. Tudor vuole il massimo, la sola salvezza non bastava. Lui per dare, doveva avere. Ci spinse ad andare oltre i nostri limiti, non si accontentava mai. E poi c’è una cosa che ho apprezzato tanto di Tudor".
Cioè?
"Se non andavi forte in allenamento non giocavi. Non è una frase fatta, valeva per tutti, era molto democratico. Ci portava molto rispetto, ma pretendeva tanto. E non guardava in faccia nessuno: così è diventato credibile ai nostri occhi".
Alla domanda se ricordasse un discorso di Tudor che lo avesse colpito, ha raccontato un episodio del girone d'andata. Ha spiegato che, quando perdevano 3-0 contro il Venezia, l'allenatore entrò nello spogliatoio e, contrariamente a quanto si aspettavano, parlò solo per due minuti, usando i toni giusti. Con poche frasi, riuscì a farli vergognare, facendoli sentire "piccoli piccoli", per poi andarsene. Da quel momento in poi, hanno rimontato la partita fino a vincerla 4-3, una rimonta che ha detto di non dimenticare.
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