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Bento, l'ex tecnico Alberto: "Poteva andare al Napoli. Inter, non fartelo sfuggire"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 15 aprile 2024, 20:22Esclusive
di Daniele Najjar
per Linterista.it

Bento, l'ex tecnico Alberto: "Poteva andare al Napoli. Inter, non fartelo sfuggire"

Dei tanti nomi che già sono accostati all'Inter in chiave mercato, in vista della prossima estate, quello di Bento Matheus Kepski è sicuramente uno dei più caldi. L'estremo difensore brasiliano già lo scorso anno fu vicino ad arrivare a Milano e venne conteso al Benfica, ma allora arrivò il "no" del suo club, intenzionato a trattenerlo una stagione in più.

Intervenuto in esclusiva per la redazione de L'Interista, il suo ex tecnico Alberto Valentim, vecchia conoscenza del nostro calcio (è passato da Udinese e Siena da calciatore) ci ha parlato di lui, aiutandoci a capire perché i nerazzurri dovrebbero investire quanto l'Athletico Paranaense chiede.

Ti stupisce che se ne parli così tanto in Italia o il suo talento fa presagire un grande futuro per lui?

"Non mi stupisce affatto: quando l'ho allenato io già si vedeva che si trattava di un grandissimo portiere".

Da cosa?

"Già aveva una buonissima tecnica, fisicamente era un animale. Non è una sorpresa sapere che le squadre italiane lo seguono. Ma so che non solo in Italia era seguito da vicino".

E dove, anche? In Portogallo?

"Sì, lo voleva il Benfica, ma il presidente dell'Athletico Paranaense ha detto no. Adesso si parla dell'Inter, si dice che abbia questo interesse".

Fuori dal campo com'è?

"Un ragazzo in gamba, un grande professionista. Farà una carriera vera eh, garantito".

Chiunque lo prende fa un affare insomma, anche se la richiesta di minimo 15 milioni non è così bassa?

"Secondo me sì. Perché è un ragazzo molto attento e tranquillo, mentalmente è molto forte, ha già una sua famiglia, insomma lo vedo proprio bene a giocare in Europa. E come dicevo fisicamente è un vero animale anche per come si allena".

Dal punto di vista tecnico cosa ti ha colpito più di lui?

"È molto fisico, esplosivo, ma al contempo è anche molto tecnico. Sa giocare con i piedi, sia sul corto che con le palle lunghe. È davvero completo. È alto e somiglia molto a Weverton del Palmeiras, anche lui passato dall'Athletico Paranaense. Ha sostituito Santos in Brasile, un portiere che ha fatto benissimo all'Athletico Paranaense e poi è andato al Flamengo, e lui sembrava un veterano".

In Italia per la porta si fa fatica a dare fiducia ai giovani. Bento la merita?

"Sicuramente. Vi racconto un episodio che lo testimonia".

Prego.

"Facemmo una riunione, il Presidente ci chiese se ci fosse bisogno di andare a cercare un portiere. Io ero l'allenatore ed insieme a Felipe, il preparatore dei portieri, rispondemmo: "Assolutamente no". Evidentemente non abbiamo sbagliato a puntare su di lui, perché ci ha ripagato sul campo fin da subito".

Sarà anche il numero 1 della Nazionale brasiliana?

"Penso di si, certamente ad oggi almeno. Conosco bene Dorival, il ct verdeoro, ho anche lavorato con lui. E lui lo vede come primo o secondo. D'altronde qui sta facendo cose strepitose. Penso sia arrivato anche in Italia il suo triplice intervento nella stessa azione, di recente...".

E' così.

"Pazzesco. Li si vede sia l'aspetto tecnico che il suo essere reattivo, completo".

Se non lo prenderà l'Inter, hai l'impressione che lo comprerà comunque una big europea?

"Penso di sì. Ho un rapporto di stima con Spalletti e se lui fosse ancora al Napoli beh...".

Bento sarebbe lì?

"Luciano mi disse di segnalargli eventuali talenti di cui fossi stato certo sul futuro. E io gli segnalai Bento dicendogli che era fortissimo. Peccato che poi abbia lasciato il Napoli, anche se sono contento che sia in Nazionale, lo merita tantissimo".

Ti rivedremo in Italia?

"Mi piacerebbe, ci sono rimasto 8 anni e mezzo, ho molti amici lì. La vostra è la mia scuola preferita e cerco di unirla a quella brasiliana. Parliamo di 9 titoli mondiali...".

Chi ti piace dei nostri tecnici?

"Seguo molto De Zerbi. Quando ero con Spalletti a Roma lui mi diceva di seguire Sarri, perché era molto bravo. Lo faccio da anni. Poi Inzaghi, Conte dai tempi del Siena".